Nervi 'barellini' e Asensio rovinano la festa dell'Inter ma non gli obiettivi
di Egle Patanè
NERVI SALTATI - Quelli di Nicolò Barella. Il cagliaritano, a venti minuti dalla ripresa si prende uno spintone di Militao che lo catapulta dritto sul tabellone di bordo-campo scatenandone la reazione che, seppur non eccessivamente scomposta, da regolamento passibile di espulsione. Un'ingenuità che Nicolino si sta ancora recriminando e che, conoscendo il 24enne sardo, non gli avrà dato pace questa notte e chissà per quante a venire. Brych non si lascia pregare tantomeno intenerire da buona fede e ingenuità del nerazzurro, che tenta invano di spiegare il perché di quel debole schiaffetto alla coscia del giocatore madrileno immediatamente dopo lo schianto, e dopo un consulto con il resto della terna arbitrale ammonisce il brasiliano prima di mostrare il rosso a Barella che finisce, con tanto di rabbia soffocata tra i denti, in un angolo del Bernabeu a interpretare la parte del deluso, sconsolato e tristissimo bambino in punizione relegato ad osservare i compagni divertirsi al netto della sua assenza.
ASENSIO, 2-0 è FINITA - Ma a divertirsi sono più i padroni di casa che, forti del fattore campo e della superiorità numerica si prendono tempo e spazio per mandare definitivamente in crisi i meccanismi inzaghiani, quindi solidità e manovra offensiva. Cambi obbligati per evitare un'eventuale imbarcata e forze nuove che aiutano sicuramente meno di quelle messe in campo da Ancelotti che rivitalizza i suoi con tanto di Camavinga, Asensio, Valvede, Mariano Diaz e Hazard. Asensio 4-0 è finita, recita uno dei più utilizzati sfottò rivolti ai rivali juventini (per ricordare il poker blancos calato dallo spagnolo a Cardiff), e puntualmente arriva l'effetto boomerang del karma ed è proprio l'11 madrileno che a un minuto dall'ingresso in campo, al posto di Rodrygo, l'uomo più pericoloso fino a quel momento dei padroni di casa, calcia dal limite dell'area un gran pallone che Handanovic riesce solo a veder entrare in rete senza riuscire ad arrivare neppure a toccare: da 4-0 a è finita a 2-0 è finita. Con una piccola, sottilissima differenza: l'obiettivo in questo caso è raggiunto malgrado Asensio e con buona pace di eventuali sfottò.
OBIETTIVO RAGGIUNTO - Esattamente come lo scorso anno, l'Inter in casa del Real gioca buona parte di gara in dieci uomini, ma a differenza della scorsa stagione questa volta i nerazzurri imbastiscono una prestazione che lascia rimpatriare i milanesi a testa alta, seppur compromessa da espulsione e un gol nel primo tempo che "per quanto visto in campo non ci stava" - per citare Inzaghi -. "Come gioco e prestazione lo è stata - dice sicuro Handanovic a Inter TV nel post gara -. Abbiamo messo buona parte della partita il Real sotto, purtroppo non abbiamo sfruttato le occasioni che ci sono capitate a differenza loro che hanno sfruttato la prima che gli è capitata" riferendosi al gol di Toni Kross arrivato dopo un pallone perso in uscita e arrivato a colpo ferire nel momento migliore dei nerazzurri che avevano iniziato la gara con piglio e atteggiamento giusto che per tutti i primi quarantacinque minuti avevano fatto ben sperare. "Partita di due squadre che si sono affrontate a viso aperto" ha aggiunto correttamente Handanovic che ha chiuso con un giudizio di bilancio "positivo" al netto della sconfitta: "Si giocava per il primo posto, volevamo vincerla, non ci siamo riusciti. Ma l'obiettivo era la qualificazione ed è stato centrato quindi è positivo".
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