Niente elisir, soliti problemi: ecco come impostare la rifondazione
Qualcuno parla di effetto Stramaccioni, ma la logica impone che non poteva esistere alcunché in questo senso. L'Inter i suoi problemi li ha e rimangono, eccome se rimangono. L'avvento di Andrea Stramaccioni in panchina ha portato una ventata d'entusiasmo e di carattere, quello che ha concesso di rimontare per due volte il Cagliari ieri pomeriggio, ma i tanti problemi di una squadra da migliorare non poco per il prossimo anno non cambiano, come normale che sia.
L'INCOGNITA DEGLI ESTERNI - Il primo punto fondamentale riguarda gli esterni d'attacco, ieri come contro il Genoa Mauro Zarate e Diego Forlan. In un 4-3-3 è richiesto un apporto importantissimo da parte di queste due pedine specialmente nella fase offensiva, serve elasticità e abilità nell'allargarsi per poi saper rientrare. Forlan si è ritrovato completamente isolato sull'esterno, dove nel corso di tutta questa stagione ha dimostrato di essere praticamente nullo; Zarate ha tentato qualche spunto in più favorito dalla sua velocità, ma alla lunga ha perso brillantezza e ha agito quasi da seconda punta qual è, concedendo spazi al Cagliari. Entrambi erano fuori ruolo, e questa non è colpa di Stramaccioni. Ma l'Inter non ha in rosa gli interpreti con i quali pensa di poter proporre il proprio gioco. Sarà necessario investire su almeno due giocatori di ruolo se si vuole veramente puntare su questa idea tattica.
IL REGISTA CHE NON C'E' - Palese in questa squadra la completa assenza di un regista. Se gli interni anche contro il Cagliari hanno retto bene in mediana, manca un organizzatore di gioco reale: lo diciamo da tempo, l'ennesima riprova è arrivata ieri. La squadra crea occasioni grazie a lanci dalle fasce anche fortunosi, ma non c'è un creatore di gioco. Stankovic si adatta ma non ha i tempi e il passo per poterlo fare, Cambiasso da incursore sta rendendo al meglio, Guarin ha ancora bisogno di tempo per poter prendere i ritmi di un centrocampo a tre che richiede velocità, inserimenti ma anche lavoro di contenimento, in cui Fredy ieri ha sofferto non poco. Senza un regista non si può andare lontano.
COMPATTEZZA E DECONCENTRAZIONE - La compattezza è mancata all'Inter per tutta la stagione, ma anche contro la squadra di Ficcadenti. La difesa soffre perché la squadra è poco compatta, ieri addirittura del tutto sfilacciata a inizio ripresa quando il Cagliari ha preso campo. Inoltre, il centrocampo ha bisogno di interpreti più rapidi e freschi, almeno due su tre, per poter reggere il ritmo della mediana. Un altro problema è quello della deconcentrazione: tanti, troppi gli appoggi elementari sbagliati ieri, ma anche le marcature più semplici come nell'occasione del gol di Astori tenuto con leggerezza da un Ranocchia che mirava all'uomo e non al pallone. Ma problema della difesa resta più collettivo e di squadra che non nei singoli, i quali sono comunque tenuti a un rendimento decisamente migliore.
TERZINI, UN RUOLO FONDAMENTALE - L'interpretazione di Zanetti e Chivu, ieri, non è stata malvagia. Ma questo ruolo in un 4-3-3 impone elementi che abbiano fiato, corsa e capacità assoluta di inserimento. Il romeno più volte si è trovato spaesato a dover gestire palloni o restìo nel salire in fase offensiva anche perché - come sempre - in un ruolo che non è nelle sue corde, se si pensa di giocare con questo modulo dove gli esterni di difesa sono cardini fondamentali. Zanetti ha confermato quanto possa essere prezioso anche in questa fase, ma se si deciderà di rifondare con il 4-3-3 e non più con un 4-2-3-1 che garantiva molta più copertura e minore necessità di spinta su entrambe le corsìe, allora sarà necessario ragionare al meglio sui due terzini da fornire al prossimo tecnico.
A.A.A. GIOCO CERCASI - Il gioco, questo sconosciuto. Ancora una volta l'Inter ha dimostrato contro il Cagliari di giocare senza un vero e proprio criterio: sia per la già sottolineata assenza di un regista, sia per la mancanza di interpreti adatti a un 4-3-3, resta una squadra decisamente confusa e senza idee quando c'è bisogno di proporre gioco. Qui bisognerà lavorare tantissimo in vista del prossimo anno, perché senza un'identità non si può andare avanti. Tutto ciò se si vorrà riportare l'Inter in alto. Questo è quanto si spera...