Non sarà la Coppa Italia a convincere Ibrahimovic a rimanere
A bocce ferme è il momento di riflettere sul futuro: centrato l'ultimo obiettivo, con la conquista del titolo di capocannoniere, per Zlatan Ibrahimovic si presenta ora l'arduo momento di decidere il proprio futuro. Raiola lo ha confermato all'Inter al 99,99%, prendendo in prestito la famosa espressione di Mourinho che però non offriva garanzie assolute. Il giocatore, però, non ha voluto fornire alcuna percentuale, preferendo concentrarsi sulla soddisfazione che si cela nell'essere re dei bomber e campione d'Italia per l'ennesima volta (quinta consecutiva). Per Ibra si tratta di un problema di stimoli, non di soldi, dal momento che lo svedese è il giocatore più pagato al mondo e non avrebbe bisogno di ulteriori ritocchi. Ma si diceva lo stesso anche di Mourinho, quindi ci si potrebbe sbilanciare al 99,99% su tale ipotesi.
Le sue parole a fine gara però evidenziano una sorta di noia nel vincere sempre le stesse cose. L'ultimo sfizio era replicare a chi non lo considerava un attaccante prolifico, e la missione è stata compiuta. E adesso? Gli manca solo la Coppa Italia, ma può essere questa la leva per convincerlo a rimanere? Per nulla. Di sicuro c'è che vincere in Europa è qualcosa che gli manca tanto, dal momento che non vi è riuscito neanche con la maglia di Ajax e Juventus. Un giocatore del suo livello (ed ego) ambisce a essere protagonista dove più conta, le vittorie "locali" sono piacevoli, ma alla lunga possono stancarlo. Non è così per gente che lo scudetto lo ha inseguito per anni, ma chi lo vince costantemente a fine anno a ragione potrebbe chiedere di più alla propria carriera.
Resta da decidere se all'Inter esiste questa possibilità, dopo le delusioni degli ultimi tre anni in Champions League. Vedere il Barcellona che alzava il trofeo più importante del continente probabilmente non gli ha fatto piacere, considerando che uno come lui quella partita avrebbe voluto giocarsela piuttosto che guardarla in televisione. E la sua paura è che rimanere all'Inter non gli consentirà mai di giocare una finale su quei livelli. La società sta lavorando per raggiungere quel traguardo, lui rappresenta un punto fermo del progetto di Mourinho, ma nessuno è indispensabile. In Corso Vittorio Emanuele lo sanno bene, Ibrahimovic potrebbe decidere di andarsene e i sondaggi concreti per Cassano la dicono tutta sulle necessità nerazzurre di cautelarsi nel caso in cui il genio levi le tende da un momento all'altro. Ma se accadrà, sarà solo per una vagonata di milioni di euro, quindi meglio che si faccia avanti solo che ha intenzioni serie e non voglia speculare sul mal di pancia dello svedese. La speranza è che l'Inter, così come il calcio italiano, non perda un patrimonio come Zlatan, che fino all'ultimo ha dato dimostrazione di essere di una caratura superiore tra i nostri diamanti. Ma se il campione di Malmoe sciogliesse i suoi dubbi in favore di una nuova esperienza, sarà sostituito da un altro fuoriclasse, chiunque sia. Il tormentone continuerà ancora a lungo, è evidente. L'importante è che si arrivi presto a una conclusione.