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Number 23, il ritorno: Ranocchia tirato a lucido, adesso Andrea è un altro

di Alessandro Cavasinni

Rieccolo Andrea Ranocchia. Rieccolo lì in mezzo alla difesa, tirato a lucido più nella testa che nelle gambe. Il periodo di oscurità sembra ormai alle spalle, e se le belle prestazioni estive potevano risultare illusorie, le prime uscite ufficiali di agosto non lasciano dubbi: Ranocchia è tornato lui. Ci aveva lasciato, di fatto, per tutto lo scorso anno il buon Andrea. Prestazioni assolutamente al di sotto della media, funestate da errori macroscopici e cartellini in ordine sparso. Una poca tranquillità interiore che traspariva evidentemente in ogni sua giocata.

L'ASCESA - Arrivato nel gennaio 2011 per risolvere i problemi difensivi del neo tecnico Leonardo, il centrale umbro si guadagnò presto il ruolo di titolare, scalzando la concorrenza. Doveva tornare in nerazzurro in estate, ma il grave infortunio di Samuel patito contro il Brescia, e le prestazioni poco convincenti degli altri, tolsero ogni dubbio a Moratti, che lo riprese sacrificando nell'operazione Mattia Destro, da allora tutto di Preziosi. Nonostante il sistema di gioco quasi esclusivamente offensivo impostato da Leonardo, Ranocchia si confermò difensore di altissimo livello, trovando una maglia anche in Nazionale.

LA CADUTA - Era il titolare dell'Inter e della Nazionale del nuovo corso di Cesare Prandelli, ma la stagione scorsa sfumò tutto. Complice un anno disastroso per tutto il club, Ranocchia affondò in una crisi senza soluzione di continuità. La sciagurata gestione Gasperini diede l'avvio all'annus horribilis e il filotto di Ranieri rimase fine a sé stesso. In tutto questo, il nuovo numero 23 nerazzurro (maglia ereditata con tanto di proclamazione da Marco Materazzi) non ne ha azzeccata nemmeno mezza. Uno stato confusionale sorprendente per uno come lui, che si era subito affermato a primo impatto nella nuova realtà di un club difficile come l'Inter. Conseguenza pessima anche la perdita della Nazionale, proprio alla vigilia degli Europei. Un infortunio muscolare lo mette ko nel pre-ritiro azzurro, ma la sensazione è che Prandelli non lo avrebbe chiamato nemmeno in caso di epidemia.

IL RITORNO - Paradossalmente, Ranocchia ritrova sé stesso e la maglia da titolare nell'Inter in quello che si preannunciava l'anno più duro. Da una parte l'inchiesta di Bari sul calcioscommesse che lo vede coinvolto, dall'altro l'arrivo in nerazzurro di Matias Silvestre e lo spostamento definitivo al centro di Chivu. In tutto ciò, Andrea si rialza e fin da subito si capisce che è tornato lui. Grandi partite, maglia da titolare e panchina solo per rifiatare dal tour-de-force. Stramaccioni gli dà fiducia e lui lo ripaga. Tra i difensori centrali, è quello che ha fatto meglio all'Inter, ma anche tra tutti gli italiani. Prandelli non sembra essersene accorto, poco male: come lo stesso Andrea ha dichiarato, questo gli consentirà di rafforzare la sua posizione in nerazzurro. E continuando così, anche il Ct non potrà più far finta di nulla.


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