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Oriali: "Deluso ma sempre interista. Con Mou inizio traumatico, poi..."

di Christian Liotta
Fonte: Lombardia Channel

Evaristo Beccalossi debutta come conduttore per il nuovo canale Lombardia Channel, che ha preso il via oggi sul digitale terrestre. E nel corso della prima puntata della sua trasmissione 'Beccati il Becca' ha avuto come ospite d'eccezione Gabriele Oriali. L'ex dirigente nerazzurro ha ripercorso in compagnia del suo ex compagno di squadra gli ultimi anni della storia nerazzurra, dall'Inter di Vieri e Ronaldo passando da quella di Roberto Mancini e di José Mourinho. Oriali, a proposito del tecnico jesino, ricorda: "Fu Roberto Mancini a dare la svolta alla storia dell'Inter; fu lui, insieme al presidente, a pilotare alcuni acquisti importanti. Fino a quel momento, l'Inter aveva anche una pessima nomea, poi abbiamo iniziato a vincere e da allora è stato più facile attirare calciatori importanti e convincerli a venire in nerazzurro". Poi, ricorda un aneddoto legato alle scaramanzie che lo accomunavano al Mancio: "Mi ricordo che qualche giocatore del Milan seppe delle nostre abitudini e delle nostre scaramanzie, quindi cominciò ad andare nel nostro stesso ristorante, ma non ottenne i risultati sperati".

Poi, l'avvento di Mourinho: "All'inizio fu un po' traumatico, perché l'Inter cambiò molto in quei momenti. All'inizio venni estromesso dallo staff tecnico dell'Inter, perché qualcuno voleva farmi le scarpe già allora. Poi ho parlato con Mou, mi tenne cinque minuti e mi chiese di essere presente alla Pinetina. Da lì è nato il nostro rapporto, che andava al di là dell'aspetto sportivo". Oriali dipinge un Mou diverso dal consueto cliché: "E' uno che ride e scherza molto, poi è molto carismatico e aveva lo spogliatoio in pugno. E aveva l'abilità di ottenere il massimo dai suoi giocatori, mettendoli comunque a loro agio e riuscendo a coinvolgerli da subito. Ha portato quel carisma necessario per ottenere risultati a livello internazionale". Beccalossi gli chiede il perché della sua strategia mediatica: "Era molto bravo ad attirare su di sé tutte le attenzioni, la sua era una strategia studiata per arrivare a determinati successi. Ma nel privato, il calcio era argomento tabù", la risposta di Oriali.

E ora, Mou è al Real: "La sua non è stata una scelta solo sportiva, c'era anche dell'altro; sotto certi punti di vista qui in Itali è stato attaccato anche in maniera immeritata. Il suo obiettivo, però, lo ha raggiunto: riportare l'Inter sul tetto d'Europa". Ma Mourinho sapeva già di andare al Real? Oriali rivela un altro aneddoto: "Un mese prima, quando le voci di un suo addio già circolavano, lui mi mandò un messaggio dicendomi: 'Stai tranquillo, non distraiamoci, vinceremo tutto e faremo la storia'. Insomma, era convinto di fare l'impresa già allora". Profezia che si è poi avverata, per la gioia anche di Lele: "Nei giorni precedenti non dormivo. E' stata una gioia immensa, l'ho vissuta come se avessi ancora la maglia nerazzurra addosso, per l'amore che ho per questi colori. Un trionfo arrivato lì dove vinsi un Mondiale con l'Italia; da lì ottenni la convinzione di poter rivivere gli stessi momenti felici del 1982. Per come si è vinto, poi, fu una grandissima soddisfazione che mi riportò a quegli anni. Ricorderò per tutta la vita le emozioni vissute all'arrivo a San Siro". Becca lo incalza: "E ora?": "Io captavo che qualcosa stava succedendo, ma speravo ancora di poter mantenere il mio posto, perché me lo ero meritato. Ma rimarrò per sempre interista!". In conclusione, Oriali risponde alle domande degli ospiti in studio: "Qualcuno che può fare la mia carriera nel settore giovanile non c'è, ma io voglio sottolineare l'esempio di capitan Zanetti; ecco, lui incarna quello spirito. Paura per la Roma nella corsa scudetto? Ma Mou quel messaggio me lo ha mandato dopo la sconfitta con la Samp..."


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