Pagliuca: "Lippi mi mandò via. Peruzzi? Moratti e Facchetti imbarazzati"
Fonte: Guerin Sportivo
Bella e articolata intervista a Gianluca Pagliuca, ex portiere dell’Inter e della Nazionale italiana, sulle pagine del Guerin Sportivo. Pagliuca ripercorre tutti i passaggi salienti della sua carriera, con ampio paragrafo, dedicato, ovviamente, all’esperienza nerazzurra: “Intanto voglio dire che se fosse stato in vita il presidente Paolo Mantovani non sarei andato via da Genova. Il mio procuratore Rispoli mi disse che l’Inter mi voleva. Al primo incontro sparammo alto e non se ne fece niente. Ricordo lo sconcerto del presidente Ernesto Pellegrini. Io chiedevo 2 miliardi, loro ne offriva ano uno e cento. Dopo i Mondiali però trovammo un accordo per una cifra più vicina alla mia richiesta”.
Che esperienza è stata all’Inter? “Bellissima, esclusi gli ultimi mesi. Ho vinto una Coppa Uefa e avuto un rendimento altissimo, ritrovando la Nazionale e sfiorando uno scudetto che evidentemente non dovevamo vincere. Quello che è successo durante Juve-Inter del 1998 non posso cancellarlo, al punto che fatico a capire chi tra i protagonisti di quella sfida ancora sostiene che l’intervento di Iuliano su Ronaldo non fosse da rigore”.
Quella di Pagliuca fu una reazione che gli costò la conferma in nerazzurro: “Vero, ero furibondo come tutti i miei compagni. Offesi Lippi (allora tecnico della Juventus, ndr) e lui se la legò al dito. Alla fine della stagione 1998/99 era certo che sarebbe stato il nuovo tecnico e chiamò tutti tranne me, Bergomi e Simeone. L’aria divenne più pesante quando uscì la notizia che Peruzzi sarebbe stato il nuovo portiere dell’Inter. Non c’era ragione da un punto di vista tecnico di prenderlo, in più costava un sacco di soldi. Ricordo che Moratti non si capacitava di quella spesa, era imbarazzato come lo stesso Facchetti”.
All’Inter Pagliuca incrociò Ronaldo: “Era il fenomeno del calcio mondiale, non ho mai visto nessuno forte come lui. Fisicamente era disumano, ma in allenamento non s’impegnava, andava a due all’ora. Simoni glielo diceva senza però ottenere molto”. Si parla poi di un altro compagno di allora, Taribo West: “Mi prendeva in giro perché diceva che ero più vecchio di lui, ora si dice sia nato nel 1962. Come la mettiamo? È stato mio compagno di camera e non mi faceva dormire, sempre a far casino e a telefonare a tutte le ore. Non era cattivo, ma rispetto zero”.