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Palacio: "Non immaginavo di poter diventare quello che sono. Zanetti..."

di Christian Liotta

Intervistato da TyC Sports, Rodrigo Palacio, attaccante dell'Inter, parla delle prospettive sue e della Nazionale argentina, a pochi giorni dall'inizio del Mondiale: "La mia seconda Coppa del Mondo? Vivere un momento così con la maglia della Seleccion è sempre spettacolare. So che è difficile trovare un posto in questa Nazionale, dove si trovano tanti grandi giocatori. Io uno dei 23? Ancora non so se sarà così, però mi sento un po' più importante di prima, ho potuto dimostrare ad Alejandro Sabella di poter avere la possibilità di imponermi. Adesso scenderò in campo sempre con l'idea di aiutare la squadra a vincere. Ad ogni modo per me è un sogno essere qui a poter pensare di essere convocato per giocare un mondiale con la maglia dell'Argentina

Nel corso dell'intervista si tocca ovviamente anche il capitolo Inter, partendo dalla figura di Javier Zanetti, capitano storico del club nerazzurro, figura importante nell'ambientamento del Trenza: "Ho sempre avuto la grande fortuna di trovarmi all'interno di gruppi sempre forti e uniti. Pupi lo conosciamo, è una persona molto buona e positiva, che ti dà sempre la tranquillità necessaria per giocare e ti ascolta sempre". 

Essendo l'intervista concessa ad un'emittente argentina, non si può esulare dal discorso nazionale e da Lionel Messi che dovrà essere il trascinatore della Selecciòn in Brasile: "E' il numero uno, il migliore. Noi dobbiamo giocare per la squadra e dobbiamo seguire lui perché possiamo andare molto lontano". 

El Trenza racconta anche la sua crescita tattica dopo l'approdo in Europa e la sua capacità di poter giocare in un attacco a 3, cosa che gli potrebbe capitare insieme a Messi e Di Maria/Lavezzi: "Ho imparato a giocare in un attacco a tre arrivando nel campionato italiano e ho imparato tutti i dettami tattici. Quando ero a Genova dovevo giocare attaccante esterno e fare tutta la fascia, come fossi un "sette" spostato leggermente più avanti. Dovevo sacrificarmi per la squadra e non solo attaccare".

Oltre a Zanetti, nella carriera di Palacio ha avuto un ruolo importante, quando militava nel Boca Juniors, Guillermo Schelotto: "Quando ero al Boca sentivo molto la pressione, ma Guille sin dal primo giorno mi aiutò, mi diede molti consigli e per me fu molto importante sapere che c'era lui ad appoggiarmi". Rimanendo sempre in tema Boca, a Palacio viene riferita una frase di Martin Palermo: "Da quando è in Italia è cresciuto moltissimo come giocatore e merita il Mondiale". A queste parole El Trenza sorride: "Lo ringrazio, lui è un amico ed è un onore che una grande persona come lui mi abbia fatto questo grande complimento". 

Non può non esserci un capitolo dedicato alla "trenza" vera e propria a cui deve il soprannome Rodrigo: "Non mi ricordo quando ho iniziato a farla crescere se era il 2000 o il 2002. Questa poi negli anni è diventata il mio segno distintivo e rimarrà qua fino a che non mi ritiro".

Parte importante nella storia di Palacio come calciatore l'ha avuta il padre, José Ramon, giocatore a sua volta, che gli è stato molto vicino: "Da mio padre ho imparato molto mi ha dato sempre tanti consigli su come giocare e mi ha sempre consigliato bene. Ha sempre avuto parole di apprezzamento per me, dicendomi dove migliorare e in quali aspetti del gioco crescere. La mia famiglia mi ha sempre appoggiato in tutto".  

Palacio viene da Bahìa Blanca, come Manu Ginobili, famoso giocatore di basket argentino che milita nella NBA, e al Trenza viene proprio chiesto se sarebbe potuto diventare un cestista nel caso in cui non fosse mai diventato un calciatore: "Mi sarebbe piaciuto essere un giocatore di basket, magari mi servivano centimetri in più. Il momento in cui ho capito di essere un giocatore di calcio? Non l'ho mai avuto. Il mio è stato un caso strano, fino ai 20 anni giocavo a Bahia Blanca e continuavo a studiare, però con il passare degli anni il mio sogno di vivere giocando a calcio diventava sempre più irrealizzabile. Per quanto giocassi bene, nessuno, nemmeno io, pensava che potessi fare questo percorso".

Capitolo conclusivo dell'intervista riguarda il ritorno in futuro in Argentina: "Per il momento ho due anni con l'Inter poi vedremo. La verità è che all'Inter mi trovo bene e sono felice qui e le cose stanno andando bene, per cui voglio rimanere, ma più avanti tornerò a giocare in Argentina, mi piacerebbe giocare nella mia città, l'Olimpo, perché è la mia squadra e quella di mio padre. Io sempre continuo a cercare di migliorare perché il mio obiettivo e quello di raggiungere più trofei possibili".

 


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