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Parla Eto'o: tra Leo Babbo Natale, Pallone d'oro, razzismo e Barça

di Christian Liotta
Fonte: Rfi - Traduzione FcInterNews.it

Samuel Eto’o a tutto tondo ai microfoni della radio francese RFI. L’attaccante dell’Inter è stato intervistato (ieri sera) all’interno di un hotel di Parigi da un nutrito gruppo di giornalisti e opinionisti, e ha avuto modo, nel corso del lungo colloquio, di toccare numerosi argomenti. Primo fra tutti, il suo incredibile 2011, dove il Re Leone ha realizzato sin qui una stagione strepitosa, essendo andato a segno praticamente in tutte le competizioni giocate sin qui. Quando gli viene chiesto se ritiene questa la sua migliore stagione in carriera, a 30 anni, lui risponde: “No, non penso proprio, perché di certo non appenderò gli scarpini al chiodo dopo quest’annata. Spero solo sia una stagione magnifica, una delle più belle della mia carriera”. Poi fa una precisazione: “Quest’anno sono tornato al mio ruolo naturale di attaccante; l’anno scorso, nonostante abbia vinto tutto con l’Inter e sono stato felicissimo, ho giocato da esterno sinistro, in un ruolo che non è il mio. Sono attaccante e una volta ritrovato questo posto ho ricominciato a segnare gol”.

Dopo la parentesi Benitez, l’Inter ha ritrovato la marcia giusta con Leonardo. Ma cosa è successo prima dell’arrivo del brasiliano? Ecco la versione di Eto’o: “Dopo che l’anno scorso si è vinto tutto, generalmente si abbassa un po’ la tensione e anche all’Inter è successo questo. Benitez, e dico purtroppo perché Rafael è un mio amico, si è ritrovato in una situazione difficile, e in momenti come questi è più facile dare la colpa a un singolo uomo piuttosto che all’intera squadra. Comunque, anche grazie a lui abbiamo vinto due titoli in sei mesi. Leonardo ha trovato un gruppo che prima di tutto stava bene fisicamente, dopo i tanti infortuni della prima parte, e quindi è diventato più facile lavorare per lui”.

Leonardo che è arrivato e ha dato subito nuova linfa all’Inter, che con lui marcia a suon di vittorie. Qual è il suo segreto? “Lui è un grande allenatore, poi con un gruppo completamente sano lui ha avuto la possibilità di scegliere tra più elementi. Benitez ha avuto tanti infortuni da fronteggiare, per diverse settimane abbiamo giocato con un ragazzo come Biabiany, un giocatore molto bravo ma che era alla sua prima stagione all’Inter, dove c’è molta pressione, e con Coutinho che è arrivato dal Brasile e ha avuto bisogno di un periodo di appartamento. Oggi siamo a -2 dal Milan, con gente come Maicon, Milito, Julio Cesar, Chivu, Cordoba tornati a piena disposizione. Leonardo è stato un po’ come Babbo Natale, che come regalo ha portato il benessere per tutti i suoi giocatori. Poi, lui è bravissimo a motivare il gruppo. Così ci siamo trovati a così poco dai rossoneri”. Proprio alla vigilia del derby, sfida decisiva per il campionato: “Spero che sia una bella partita; per il Milan è un momento particolare, perché si augura davvero di vincere il campionato, mentre l’Inter è più abituata a farlo. Spero che gli spettatori, allo stadio come in tv, siano contenti di quello che vedranno, e che regni lo spirito sportivo durante e dopo il match”.

Si arriva anche a parlare del razzismo degli stadi, e degli episodi che lo hanno coinvolto in Italia. Sulla quale però Eto’o ribatte con serenità: “Ci sono persone che non hanno avuto la possibilità di viaggiare come l’ho avuta io. Ci sono ragazzi che non hanno mai visto certi posti. Quello che fanno certe persone è difficilmente comprensibile, però non li condanno, proprio perché non hanno mai visto o conosciuto certe realtà, e magari i loro genitori hanno inculcato loro da piccoli l’idea che certe persone sono inferiori ad altre. Comunque, in Italia certi episodi sono avvenuti in pochi stadi, in tanti altri invece gioco tranquillamente, perché sono contenti di vedere questi ragazzi difendere i colori che indossano”.  

Razzismo del quale è stato spesso vittima anche Mario Balotelli, il quale però è stato fatto oggetto di cori pesanti recentemente da parte dei tifosi dell'Inter. Eto’o spiega questo episodio adducendolo alla “frustrazione, perché Mario non è più un giocatore dell’Inter. Mario era un giocatore importante per noi, ma non si proponeva nella miglior maniera. Lo scorso anno, a Torino contro la Juventus, nell’Inter c’erano Eto’o e Muntari, africani, ma i tifosi beccavano Balotelli che è italiano. I tifosi però non lo beccavano per il colore della pelle, ma per il suo atteggiamento in campo”.

Può essere la volta buona per la conquista del Pallone d'oro Fifa? "Beh, ogni anno dicono così. Ma di fronte a giocatori come Iniesta e Messi è difficile prevalere perché sono troppo forti". Si torna poi all'episodio del suo passaggio all'Inter dal Barcellona. Come mai il Barça ha deciso di scambiarlo con Ibra? Lo riteneva già finito? Eto'o svela: "Prima di Guardiola, il Barça ha avuto stagioni difficili. Aveva un grandissimo organico, ma non vinceva nulla. Dopo il suo arrivo, Guardiola, vedendo che c'era una frattura tra i giovani e i senatori, ha deciso di privarsi di quelli che erano i giocatori del 'nucleo storico', chiedendo la partenza di Ronaldinho, Deco e all'inizio anche per me. I miei compagni però mi han difeso, e alla fine sono rimasto anche nel 2008-2009, dove ho centrato il triplete e tutto è andato bene. Poi sono andato in vacanza negli Stati Uniti, e dopo una settimana dal mio rientro mi è stato detto chiaramente da Guardiola che non rientravo più nei suoi piani. Ma lui ha il diritto di fare le sue scelte, mi ha ritenuto non più utile alla sua causa ritenendo di avere giocatori migliori e io ho accettato".

Ma vedendo i risultati di Ibra, il tecnico blaugrana si sarà pentito? "Forse ha sbagliato, ma io non mi permetto di giudicarlo. Anzi, con me è sempre stato chiaro. Poi, nel tempo si son dette tante cose, che mi son comportato male nello spogliatoio, che ho litigato coi compagni, ma sono stati loro i primi a difendermi, e sono stato io a dire loro che non volevo più metterli in situazioni del genere, preferendo partire". Infine, come si aspetta il cammino futuro in Champions dell'Inter? "Non penso al futuro, preferisco pensare allo Schalke. Mi voglio concentrare sui quarti di finale, ci danno per favoriti ma il calcio è una scienza inesatta, quindi preferisco concentrarmi sul match di martedì".

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