Parole dure e rivincite sotto la neve: Mancini può fidarsi di Melo, l'anti-Juve
Era il gennaio 2012 quando Felipe Melo, ‘scaricato’ per la prima volta in prestito dalla Juventus al Galatasaray, in un’intervista concessa al quotidiano turco Millyet espresse un parere più che eloquente sulla squadra bianconera: “Mai più alla Juve. Sono sempre stato criticato dai tifosi e non mi piaceva giocare in quel club. È praticamente impossibile per me indossare in futuro di nuovo la maglia della Juve. Ho sempre fatto del mio meglio per la squadra, ma i tifosi mi criticavano molto e mi hanno fatto vivere un periodo molto duro. Nel calcio italiano vieni apprezzato solo quando vinci, se perdi vieni ignorato. Quando è nata la rivalità con la Juve? Quando giocavo a Firenze, perché lì il tifo viola non ha affatto simpatia verso i bianconeri, anzi li odia”.
CORSI E (SCONGIURATI) RICORSI - Più delle parole (rispolverate) di Leonardo Bonucci sulla sua juventinità messa in dubbio da qualche dichiarazione del passato, a infiammare il Derby d’Italia di domenica sera non c’è nulla di meglio del Comandante. Respinto aprioristicamente dalla stragrande maggioranza dei tifosi interisti quando la scorsa estate si ipotizzava un suo sbarco nella Milano nerazzurra, proprio per i suoi trascorsi bianconeri che lo rendevano un ‘nemico’, Felipe Melo in realtà aveva già preso una posizione piuttosto netta contro la sua ex squadra, persino quando ancora era sotto contratto con la stessa. Una dichiarazione di forte antipatia soprattutto nei confronti del tifoso juventino, che lo aveva ‘eletto’ tra i capri espiatori di stagioni deficitarie, anche a causa dei trascorsi a Firenze, storicamente città rivale del popolo bianconero. La storia ha rischiato di ripetersi anche sponda nerazzurra, ma è durata ben poco: il tempo di impadronirsi del centrocampo durante il derby contro il Milan e di far sbocciare un amore con gli interisti, che lo hanno incoronato leader di questa versione ambiziosa dell’Inter.
AMORE MAI SBOCCIATO - Oggi, più dei due anni alla Juventus, echeggiano le sue dichiarazioni contro i campioni d’Italia in carica che senza dubbio alimentano l’antipatia da Torino nei suoi confronti. Pagato alla Fiorentina quasi 17 milioni di euro, Felipe Melo non è mai riuscito a entrare realmente nel cuore del sostenitore juventino nonostante la combattività sul campo e nel 2011 si è concretizzato il prestito al Galatasaray, a cui ne ha fatto seguito un altro fino alla cessione definitiva ai turchi nel 2013, dove si è ritagliato un ruolo importantissimo e si è guadagnato l’affetto del pubblico giallorosso.
LA DOLCE RIVINCITA - Quello tra Melo e la Juve però non è un capitolo conclusosi con il trasferimento definitivo a Istanbul. Proprio lì, in un glaciale pomeriggio del dicembre 2013, si è consumata forse la principale rivincita del centrocampista di Volta Redonda: ultima partita del girone di Champions, la Juventus va all’Ali Sami Yen per strappare quanto meno un punto, sufficiente ad accedere agli ottavi di Champions League. Sotto la neve e su un terreno di gioco oltre i limiti della praticabilità, la squadra allenata da Roberto Mancini (nasce in quel periodo il feeling con il Pitbull) vince grazie a un gol di Wesley Sneijder nel finale, raggelando in tutti i sensi il gruppo allenato da Antonio Conte e scrivendo una pagina storica della competizione. Quel pomeriggio Felipe Melo disputò una prova di alto livello, combattendo su ogni pallone forse più del solito e ottenendo una personale vittoria contro il club che lo aveva scaricato e i tifosi che lo avevano attaccato platealmente.
SFIDA NELLA SFIDA - Domenica sera, nonostante oggi la sua sete di rivalsa sembri placata, andrà in scena un altro capitolo della saga Melo-Juve, all’interno di una sfida che già di per sé presenta elevatissimi contenuti emotivi. E non c’è dubbio sul fatto che come nel 2013, Mancini cavalcherà la sua carica agonistica per avere ancora una volta la meglio sui bianconeri. Non c’è in palio un ottavo di Champions League, ma l’occasione di dare un calcio alle speranze scudetto della Juventus. E per il tifoso interista forse ha un valore persino superiore.