Pavard: "Qui per la seconda stella. Il progetto Inter è quello che cercavo. Sfottò a Giroud? No, ma..."

Benjamin Pavard è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport. L'Inter, spiega il francese, "è stata la scelta giusta, sono stato accolto molto bene da tutti, da mister Inzaghi a Javier Zanetti fino ai compagni di squadra. Ho scoperto un bello spogliatoio. Dopo sette anni in Germania volevo una nuova sfida, nuovi stimoli. L’Inter mi voleva già a gennaio con un progetto che è quello che cercavo".
Proprio Zanetti viene definito da Pavard "una leggenda, se pensi all'Inter, pensi prima a lui. È rispettato da tutti, una bella persona". Poi si passa al derby. che pure Pavard non ha giocato. "Bellissimo: quando ho visto i fumogeni, i nostri tifosi che sbattevano i pugni sui vetri del nostro pullman per caricarci, i cori in un Meazza pieno, avevo i brividi. Gioco a calcio per questo genere di emozioni. A me piace il pubblico caldo, perché anch’io sono così: con i tifosi ci capiremo".
La scelta di arrivare all'Inter ha comunque radici tecniche. "Il progetto sportivo mi permette di giocare nel ruolo che prediligo. Seguo la Serie A da anni, anche per la tattica. L’Italia poi è la patria dei difensori, quindi per me c’erano tutte le condizioni per questa scelta", risponde Pavard, che si dice ispirato da "tanti, da Laurent Blanc a Walter Samuel, e più in generale le leggende da Paolo Maldini a Lilian Thuram. Sono tutti fonte di ispirazione: ho 27 anni e posso migliorarmi e imparare molto. All’Inter posso realizzarmi".
Il francese vede nella A un campionato "molto più tattico della Bundesliga" e ha notato come negli allenamenti "si corre molto di più" e si fa "molto lavoro tattico. C’è molto dialogo con Acerbi e Bastoni, come con De Vrij e Darmian. Sono dei nazionali ed è facile capirci".
Ottimo anche il rapporto col tecnico. "Inzaghi è un leader, un condottiero, un grande motivatore in partita come in allenamento, un grande allenatore che non sottovaluta nessuna squadra. Un esempio di cosa mi chiede di diverso: l’appoggio al terzino destro per poi avanzare in profondità, cosa che non facevo al Bayern dove invece mi dicevano di restare dietro, soprattutto in una difesa a tre".
In squadra c'è anche un altro francese, Marcus Thuram. "Si è integrato subito perché il club crea le condizioni ideali per sentirci a nostro agio. Sono molto felice per lui, è un ragazzo speciale, spero continui così, e ho molto rispetto per suo papà".
Chiari gli obiettivi in testa. "Sono venuto qui per mettere la seconda stella sulla maglia e restituire ai tifosi l’affetto che mi hanno dato fin da prima che firmassi, con i tanti messaggi che ho ricevuto sui social. Si meritano grandi trofei. Le rivali non mancano: Milan, Napoli, Juventus, Lazio, Fiorentina. Ma la stagione è lunga. Anche per questo non ho esagerato troppo con Giroud e Theo dopo il derby stravinto. Casomai mi rifaccio alla fine, se vinciamo il campionato. La Champions League? Tutto è possibile, ma bisogna pensare a noi stessi, focalizzarsi sul nostro gioco e continuare a lavorare duro".