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Per l'Inter Udine è un'Isla bonita: colpaccio e fuga scudetto

di Fabio Costantino

Nella giornata del grande assalto juventino al patrimonio di 7 punti di vantaggio dell’Inter, grazie a un turno apparentemente favorevolmente ai bianconeri, padroni di casa contro il Chievo Verona, i nerazzurri riescono addirittura ad allungare a 9 il loro bottino di punti sull’inseguitrice, passando a Udine al termine di una partita non certo esaltante. È il paradosso del calcio: la squadra di Mourinho sbanca il Friuli, terreno ultimamente ostile, grazie a un “autogollonzo” di Isla nel finale. Lo stesso Isla schierato da Marino in difesa per sopperire a uno stato d’emergenza. Tre punti d’oro, anche inaspettati alla luce dell’andamento del match fino al 76’, ma fondamentali nella marcia di avvicinamento nerazzurra allo scudetto. Prima del fischio iniziale di Banti i nerazzurri sanno già di non avere addosso la pressione preventivata per la vittoria della Juventus. La tripletta di Pellissier a Torino è un valido motivo per scendere in campo con il massimo della tranquillità, pur giocando contro un’Udinese tradizionalmente bestia nera delle ultime stagioni. La vera sorpresa nell’undici titolare nerazzurro è la presenza di Chivu al fianco di Cordoba, il che presuppone l’assenza di Samuel. Santon gioca a destra e deve fronteggiare il rapido Asamoah, Maxwell torna sulla sinistra e deve dimostrare di essere ancora meritevole di considerazione. Interessante, sin dall’inizio, la sfida tra “cervelli”: Stankovic e D’Agostino si contendono le chiavi del centrocampo.

Buono l’inizio dei friulani, che vanno al tiro con Inler all’8’, costringendo Julio Cesar alla respinta con i pugni. L’Inter fatica a entrare in partita e soffre il rapido fraseggio dei padroni di casa, ben messi in campo. Buona opportunità per Muntari, che si ritrova sul sinistro in corsa una palla invitante ma la colpisce malissimo e grazia la squadra che l’ha portato al grande calcio. O stesso ghanese fa decisamente meglio con il piede sbagliato, il destro, ma la conclusione si limita a spaventare Belardi prima di terminare di pochissimo sul fondo. I ritmi in campo sono decisamente blandi e i nerazzurri sembrano in grado di gestire la spinta dell’Udinese, meno ardimentosa rispetto ai minuti iniziali. Tuttavia di manovre interessanti in attacco se ne vedono ben poche, salvo qualche bella incursione di Asamoah. Nel grigiore generale l’Udinese protesta per un contatto tra Julio Cesar e Quagliarella in area di rigore, con il brasiliano che non tocca il pallone ma con l’azzurro che trascina la gamba cercando il fallo. Al di là dell’episodio che si presta a ogni interpretazione, Banti dimostra di non essere in serata di grazia. Quagliarella tiene a diventare protagonista della serata e ci prova dal limite dell’area al termine di un’azione di rimessa, ma la mira non è felice. Dall’altra parte Ibra viene tartassato dalle marcature avversarie, senza ottenere un fischio a favore. Quello duplice arriva dopo 1’ di recupero, quasi un sollievo per gli esteti del pallone.

La ripresa vede un’Inter più manovriera, decisa a conquistare il fortino friulano attraverso la pazienza e il possesso di palla. Dal canto suo, l’Udinese se la gioca di conseguenza in contropiede e tocca a Cordoba frenare un’incursione pericolosissima di Quagliarella, sempre lui. Occasionissima per Ibrahimovic al 53’: punizione di Balotelli da destra e stacco a vuoto dello svedese, tutto solo nel cuore dell’area. Brividi un minuto dopo per i tifosi nerazzurri, con Inler che spara dalla distanza e sfiora il palo lontano per una questione di millimetri. Nonostante qualche nota degna di cronaca, però, la partita rimane bruttina, vuoi perché la spaziatura in campo dell’Inter non è idonea, vuoi perché l’Udinese si adegua ai suoi ritmi da calcio quasi estivo. In questo contesto, la conclusione centrale da fuori area di Ibrahimovic al 59’ passa quasi inosservata. Da applausi invece la girata di Quagliarella che costringe Julio Cesar ad alzare il pallone sopra la traversa, prima conclusione pericolosa dei bianconeri della ripresa. Inter vicinissima al gol al 65’: Balotelli serve Ibra sulla destra, palla bassa in mezzo e zampata di Stankovic che anticipa Belardi ma manda a fondo campo, con il portiere che esce malconcio dal contrasto ma riesce a riprendere il suo posto dopo l’intervento dello staff medico. Doppio spavento, nella fattispecie, per l’estremo difensore friulano. Mourinho non è affatto contento della prestazione dei suoi e richiama in panchina i due giovani Santon e Balotelli, affidandosi all’esperienza di Vieira e Figo.

Zanetti si sposta sulla linea difensiva a destra e il francese prende il suo posto, rimediando immediatamente un cartellino giallo dal mediocre Banti per un fallo normalissimo su Asamoah. Da questo momento in poi i nerazzurri giocano in pratica con un 4-3-2-1, con Ibra unica punta e Stankovic a sostenerlo assieme a Figo. Un po’ come lo schieramento di Lecce, che aveva mandato in gol tutti e tre. Dopo le prime due, Mourinho è costretto suo malgrado a effettuare anche la terza sostituzione: Julio Cesar ha un problema alla coscia e viene sostituito da Toldo, al debutto in campionato. Incredibile quanto avviene al 76’: Ibra smarca in area Vieira con un assist illuminante, il francese viene steso da Zapata ma Isla anticipa persino la concessione del rigore toccando involontariamente nella propria porta. Un gol rocambolesco, che però pesa tantissimo perché spezza un equilibrio che sembrava inattaccabile e lo fa a meno di un quarto d’ora dalla fine. Non si può dire, tra l’altro, che Mourinho non abbia indovinato il cambio inserendo Vieira, l’escluso di lusso dall’undici di partenza. Marino cerca una reazione e inserisce Obodo al posto di Inler, ormai senza benzina. Esce anche l’infortunato Floro Flores, sostituito dal 19enne nigeriano Ighalo, un altro dei giovani talenti pescati all’estero dalla società friulana. L’Udinese però è stanca e attacca più per inerzia che seguendo una strategia definita, esponendosi ai contropiede interisti. Su uno di questi Ibrahimovic cerca di chiudere il conto con il sinistro, ma manda fuori di poco. Gol sbagliato, gol quasi subito: numero di Ighalo sulla destra, cross basso e tuffo di testa di Obodo che non trova lo specchio della porta. È l’ultima azione del match, che dopo 6’ minuti di recupero termina con i nerazzurri che festeggiano. A questo punto, secondo la tabella di marcia di Mourinho, mancano solo 15 punti per festeggiare il titolo. Di certo, però, neanche lui sperava di tornare a Milano da Udine con l’intera posta in tasca…

UDINESE-INTER 0-1
(primo tempo 0-0)
MARCATORE: Isla (U) aut. al 32' s.t.
UDINESE (4-3-3): Belardi; Isla, Zapata, Felipe, Pasquale, Inler (dal 38' s.t. Obodo), D'Agostino, Asamoah, Pepe, Quagliarella, Floro Flores (dal 40' s.t. Ighalov). (Koprivec, Sala, Sissoko, Zimling, Bradaschia). All. Marino
INTER (4-3-1-2): Julio Cesar (dal 28' s.t. Toldo), Santon (dal 24' s.t. Vieira), Cordoba, Chivu, Maxwell, Zanetti, Cambiasso, Muntari, Stankovic, Balotelli (dal 24' s.t. Figo), Ibrahimovic. (Samuel, Materazzi, Cruz, Crespo). All. Mourinho
ARBITRO: Banti di Livorno
NOTE: spettatori 24 mila; ammoniti Quagliarella per proteste, Maxwell e Vieira per gioco falloso; angoli 5-5. Recupero: 1' pt e 6' st 

 


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