Pereira, el Palito milanès, è pronto: dall'Uruguay per conquistare l'Inter
A Montevideo fa freddo, otto gradi quest’oggi e umidità alta, come è d’abitudine sia su questa che sull’altra riva del Rio de la Plata. Le sorelle platense Montevideo e Buenos Aires godono dello stesso clima. E ne soffrono pure. Ma a ben capire ciò che si mormora oggi nei quotidiani, nelle Tv, il clima è riscaldato dalle notizie che rimbalzano dall’Italia: Walter Gargano e il “Palito” Alvaro Pereira sono dell’Inter, la squadra dei sogni veri di molti sudamericani. Qui, nella Repubblica orientale dell’Uruguay, non si fa eccezione. L’Inter è l’Inter, anche per quelli che giocano sui campi del lungo fiume e ne discutono nella Plaza Independencia sotto il famoso monumento simbolo, quello dedicato a don Josè Gervasio Artigas.
Qualche giorno fa, sui quotidiani uruguaiani, si leggevano dichiarazioni di Tabarez che riferivano di un giornalista brasiliano che aveva annunciato il passaggio di Pereira al Napoli. Tabarez, icona del “futbol uruguayo” disse: "Ho grande piacere, perché va in un club importante ed in un calcio che gli farà bene". Poi invece è arrivata l’Inter. E per questo ex giocatore del Miramar e poi del Quilmes e Argentinos Juniors è arrivato il momento della esplosione definitiva. E vedrete che così sarà. “El Palito”, cresciuto nei campi della “costanera” di Montevideo lo ricordo quando giunse a Buenos Aires, nella città della birra argentina Quilmes, poi soprattutto quando calcò i campi dell’Argentinos Juniors. Era il 2007 e, a titolo personale, ricordo che fu allora che un amico che fa il procuratore di giocatori mi disse: "Este muchacho tiene futuro".
Lo osservai in una partita dell’Argentinos, nel suo quartiere di Villa General Mitre nello stadio dedicato al suo più grande rappresentante, Diego Maradona, che vestì i colori dell’Argentinos e in 166 partire realizzò 116 reti, essendo il suo più grande realizzatore. Mi stupì la sua corsa, le sue lunghe leve, la capacità di adattarsi alle situazioni della partita. Poi, quando mi informarono che andò in Romania al Cluj, pensai: "Come è possibile che i grandi club si lascino sfuggire un giocatore così?". Provò a prenderlo il Chelsea lo scorso anno, ma non ci riuscì.
Corsa, forza e un grande senso tattico, fanno di Pereira un terzino sinistro, all’occorrenza esterno di centrocampo di grande valore. Credo che per il momento sia sottovalutato il suo arrivo in Italia ed all’Inter. Ma non tarderà a far capire chi è. La velocità del suo passo, un sinistro che anche se non vellutato è preciso e veloce, risolverà una volta per tutte la cronica assenza di un vero esterno sinistro all’Inter dai tempi di Roberto Carlos. "Se terminó la incertidumbre y la novela tuvo un final feliz" ha detto Pereira ai quotidiani uruguayani prima di firmare il nuovo contratto. Dobbiamo esserne certi, stavolta nonostante il nome non sia da primissima pagina e non susciti l’escalation di emozioni di titoloni spesso inadeguati, Alvaro Pereira sarà un valore aggiunto su quella fascia sinistra, che a San Siro è stata spesso in ombra e non solo perché riparata dal sole.
Alvaro Daniel Pereira Barragan, uruguayo ora ”Palito milanès”, è pronto.