Pirlo: "Non capito all'Inter? Avevo diciotto anni e tanti super campioni davanti. Conte un genio di allenatore"
Andrea Pirlo, uno dei centrocampisti più forti dell'epoca moderna e ricordato dai più giovani per le sue magie in maglia bianconera dove ha praticamente concluso la sua carriera da top player, prima della breve parentesi nel nuovo Continente al New York City, ha anche militato nell'Inter agli inizi della sua vita da calciatore. Nonostante la sua carriera rivelatasi poi gloriosa nel corso del tempo, la sua parentesi all'Inter non è stata tra le migliori. L'ex campione del Mondo 2006 è tornato a parlare della sua carriera ai microfoni di Radio Radio, tornando anche sulla sua parentesi all'Inter. Il 'maestro' nella sua retrospettiva ha espresso la sua su Antonio Conte, suo ex allenatore, definendolo un genio di allenatore, oltre che patito di tattica.
Hai giocato nel Milan, nell’Inter e nella Juventus. Perché non ti capirono all’Inter?
“All’Inter avevo diciotto anni e giocavo trequartista. In quel periodo però c’erano Baggio, Djorkaeff, Ronaldo... tanti super campioni. Io ero giovane e venivo dal Brescia per cui ho fatto un po’ fatica. Poi sono andato in Calabria e sono tornato all’Inter ma avevo deciso di andare a giocare di qualche altra parte per avere più spazio”.
A Brescia c’è Tonali che tutti chiamano da quando è bambino il nuovo Pirlo, ti ci rivedi?
“Qualcosa rivedo nella personalità, non nel modo di giocare. Gioca con grande tranquillità non ha paura di farsi dare la palla e di sbagliare. Poi il capello un po’lungo…”
Stiamo per costruire un nazionale buona con questi giovani? Possiamo avere fiducia?
“Sì il percorso di Mancini è iniziato benissimo. Ha avuto il coraggio di far giocare questi giovani che sono bravi quindi è giusto che giochino. Hanno fatto una bella qualificazione per gli Europei e stanno dimostrando di migliorare. Secondo me sono sulla strada giusta”.
Il tuo modello di allenatore?
“Ho avuto la fortuna di avere tanti grandi allenatori nella mia carriera e quindi in un futuro cercherò di prendere un po’ da tutti. La calma di Ancelotti, la grinta di Conte e un po’ da tutti gli altri. Ho avuto questa fortuna cercherò di metterli tutti insieme per fare l’allenatore ideale”
Il più patito di tattica?
“Conte sicuramente. Lui non è solo grinta. E’ un genio come allenatore. Dirgli che è solo grinta è veramente riduttivo”.