Primavera nerazzurra in fiore: mai così tanti talenti, e a giugno...
Che soddisfazione: tre anni dopo l'ultima finale, vinta dopo un'estentuante maratona a spese dell'Empoli, l'Inter Primavera accede all'atto conclusivo della Viareggio Cup, dopo aver battuto l'Atalanta ai calci di rigore. Vittoria sudata, ma meritatissima per un gruppo, quello di Pea, bravissimo nel trovare l'alchimia giusta per far suonare al meglio l'orchestra nerazzurrina. Un lavoro lungo, paziente, passato anche attraverso qualche scelta pesante come l'iniziale estromissione di Daniel Bessa, poi reintegrato e messo in condizione di poter esprimere anche da esterno offensivo le sue enormi qualità, lui che nasce trequartista. (E questo dopo che il giocatore ha ritrovato anche la serenità familiare, dopo che la madre ha superato brillantemente un momento difficile).
Daniel Bessa è il primo nome che si può fare. Ma è indubbio che questa Primavera, questo gruppo di baldi giovanotti, straripi di talento in ogni suo reparto, a testimonianza dell'egregio lavoro compiuto negli anni dal trio Ausilio - Casiraghi - Samaden. A partire dal ruolo di estremo difensore, dove è definitivamente esploso Francesco Bardi: arrivato a gennaio dal Livorno, il portiere con già una presenza in Serie A con la maglia amaranto ha impiegato pochissimo tempo per scalare le gerarchie di Pea, imponendosi grazie alle sue doti e alla sua freddezza. E al Viareggio, Bardi ha sfoderato anche la sua qualità più innata, quella di pararigori: chiedere a Polenta, Almici e Minotti per informazioni. Bardi ha scalzato dal ruolo di portiere titolare Gallinetta, un altro giovane di grande prospettiva, aiutato anche dai diversi allenamenti con la prima squadra sostenuti in stagione.
In difesa troviamo in primo luogo elementi di consolidato affidamento come Felice Natalino, Marco Davide Faraoni e Simone Benedetti, ma anche il sempre più sorprendente Marek Kysela, ormai diventato irrinunciabile per Pea, e Cristiano Biraghi, terzino sinistro che abbiamo già imparato a stimare grazie a quel gol fenomenale timbrato nientemeno che al Manchester City. E subito dietro, scalpitano elementi di valore come Mannini e Galimberti. Salendo a centrocampo, c'è solo l'imbarazzo della scelta: Jirasek, Crisetig, Romanò, Carlsen, fino ai nuovi arrivati Spendlhofer e Knasmuellner. Fino all'attacco, dove, oltre ai due bomber Simone Dell'Agnello e soprattutto Denis Alibec, trascinatori dei nerazzurrini in questa Viareggio Cup, di cui si è ampiamente parlato, spicca il tandem tutto africano composto da Mame Thiam e Junior Tallo, per arrivare all'esterno Andrea Lussardi.
Una nidiata di giovani campioni, destinata ben presto a rinforzarsi: a partire dalla prossima stagione, con l'arrivo di quello che è annunciato come il nuovo Maicon, ovvero lo spagnolo Jaime Serrano, che però l'Inter ha rischiato di trovare contro come avversario nella finale della Viareggio Cup visto che al momento il giovane asturiano milita nelle fila del Varese. Poi, i ritorni di elementi come Longo e Vojtus, al momento in prestito, e le promozioni in pianta stabile dalle squadre Allievi di ragazzi da tenere d'occhio come Pasa (che già vanta qualche gettone in Primavera), i due bomber Monachello e Garritano, Colombi, l'altro italo-brasiliano Yago Del Piero. E in prospettiva futura, ecco, Paramatti, Isaac Donkor, Businaro, Pedrabissi, Pechlivanopoulos e Ntow, tutti ragazzi che promettono molto, molto bene.
Insomma, i motivi per sorridere pensando al futuro per l'Inter ce ne sono tanti: tanti quanti sono i giovani talenti ospitati dal vivaio nerazzurro. La Primavera è in fiore, e promette di esserlo sempre di più in casa nerazzurra...
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