Primo tempo da tripla P. Pazzini pazzo di rabbia. E se Pupi va ko...
Il treno per il terzo posto si allontana. Bisognava divorare una bistecca fiorentina ormai servita in tavola e invece è stata rispedita in cucina. Con un avversario mal ridotto, privo dei migliori giocatori, la squadra nerazzurra spreca un’occasione ghiottissima e lascia sul campo, come contro il Cagliari, 2 punti fondamentali. Inoltre, conferma di non avere molte idee in fase di costruzione e deve ringraziare l’inesperienza di Ljajic se non porta a casa una pesantissima sconfitta. Boruc ringrazia, il tifoso interista no, visto che le vacanze anticipate, idealmente, sono ormai prossime. E il rush finale del Franchi non giustifica assolutamente una prestazione scialba, priva di brillantezza, cattiveria e raziocinio. Insomma, la solita Inter.
QUARANTACINQUE ORRIBILI – Inevitabile focalizzarci su un primo tempo a dir poco fallimentare, in cui non si registra neanche la benché minima azione da gol interessante e sovente si barcolla in difesa. Il 4-2-3-1 di Stramaccioni non produce alcunché in zona offensiva, pur essendo a dir poco spregiudicato. In compenso, nella sua metà campo l’Inter fatica quando viene presa d’infilata dalle ripartenze viola, innocue solo per il banale fatto che alla Fiorentina mancano attaccanti di primo livello. Prevedibilità, pesantezza e presunzione, sono tre ‘P’ che riassumono fedelmente la prima frazione nerazzurra, che ha lasciato Boruc inoperoso e ha esaltato l’agonismo dei padroni di casa, all’ennesima potenza se paragonato alla letargia dell’avversario.
I MUSCOLI DI ZANETTI - Se anche i muscoli d’acciaio di Zanetti cedono (retto femorale, cambio all’intervallo) significa che la situazione è allarmante. Di tutti gli elementi della rosa, il capitano non ha mai sofferto guai di questa natura e quello di Firenze potrebbe essere un campanello d’allarme, guarda caso il giorno dopo la a rivelazione di Zamorano (“Mi ha detto che si ritirerà nel 2013”). Coincidenza fatale? Impossibile dirlo, di certo un Zanetti che esce a partita in corso per un infortunio è una notizia da prima pagina (non succedeva da Inter-Treviso 2005/06, ndr), più dell’ennesima prestazione sotto tono della sua squadra, già povera di rabbia agonistica e privata di uno dei pochi a cui non fa mai difetto. Fortuna vuole che l’acciaio, nella fattispecie, sia stato appena rigato e il capitano sia uscito per il buon senso dello staff medico più per reale necessità.
MAL DI TESTA DA DISCHETTO – Sarà una coincidenza, ma ogni volta che ci troviamo di fronte l’arbitro Valeri di Roma è il caso di mettere in preventivo almeno un rigore contro. Anche al Franchi la storia si è ripetuta, con il direttore di gara che, giustamente, ha punito un intervento di Julio Cesar (come contro il Genoa, quando il brasiliano venne espulso) nella ripresa, assegnando il penalty ai toscani (fallito da Ljajic). Numeri alla mano, dei 10 rigori assegnati in questa stagione Valeri ne ha fischiati ben 5 contro i nerazzurri. E moviola alla mano, solo 2 di queste erano decisione corrette. Poco da aggiungere, alla prossima designazione il tifoso interista è invitato a dotarsi di ‘valeriana’ per evitare il mal di testa da rigore…
CERCI MEGLIO DEI NOSTRI - Al di là del pericolo scampato dagli undici metri, va sottolineato un atteggiamento leggermente migliore nella ripresa, anche se ben poco produttivo in zona gol. Neanche l’ingresso di Sneijder ha dato la sterzata necessaria per raccogliere i 3 punti, a conferma che non bastano tante bocche da fuoco per fare centro. E su questo aspetto, oltre che ruotaare un po’ tutti, Stramaccioni può inventare pochino. Da solo, per esempio, Cerci è riuscito a creare più insidie alla retroguardia interista di quattro colleghi di reparto nella metà campo opposta. A conferma che qualità e volontà sono elementi imprescindibili e vanno a braccetto. Altro esempio? Ricordate come Eto’o, la scorsa stagione, ha retto da solo l’intero reparto offensivo nerazzurro…
SOSTITUZIONI FORZATE - Povero Pazzini. Lo scorso anno fu un suo gol a decidere Fiorentina-Inter, in questa occasione, relegato per 82 minuti in panchina, ha visto svanire la possibilità di entrare a causa dell’infortunio di Chivu, che ha costretto Stramaccioni al secondo cambio obbligato dopo quello di Zanetti. Storia che si ripete, dopo il match contro il Siena, quando ilo tecnico ha dovuto levare dal rettangolo di gioco prima Samuel, poi Obi, tenendo comunque per il Pazzo l’ultima sostituzione a disposizione. Stavolta la fortuna non ha arriso all’ex di turno, ormai pronto a entrare e improvvisamente invitato a sedersi nuovamente in panchina. Con conseguente reazione rabbiosa. Da ciò emerge, tra l'altro, che neanche la fortuna aiuta il tecnico romano, impossibilitato a gestire a suo piacimento la panchina a disposizione nelle ultime due partite, causa malanni in corsa. Che il trend cambi, per favore…