Quaranta giorni di Mancio: bilancio fra soliti problemi e punti da cui ripartire
Sono passati 40 giorni all'incirca dall'arrivo di Roberto Mancini sulla panchina dell'Inter per sostituire l'esonerato Walter Mazzarri e da allora si può trarre un primo bilancio sull'operato del tecnico jesino alla guida dei nerazzurri. Dopo un mese, poco più, la mano dell'allenatore si è già iniziata a intravedere, con tutti gli elementi positivi e negativi che possono esserci con così poco tempo a disposizione.
DIFESA NUOVA, VECCHI PROBLEMI – La prima innovazione apportata da Mancini all'Inter è stato il ritorno alla difesa a 4 dopo quasi due anni di sola difesa a tre. La maggior parte dei tifosi riconduceva allo schieramento di tre difensori tutti i problemi del gioco e dell'efficacia dei nerazzurri, ma, se possibile, dopo il ritorno alla classica difesa a 4 tali problemi non sono spariti di colpo, anzi: 10 gol subiti in 7 partite spiegano al meglio come il passaggio a questo nuovo sistema difensivo non abbia modificato sensibilmente le difficoltà dell'Inter, al contrario le abbia aumentate mettendo ancora più in evidenza i problemi di difensori disabituati a difendere senza un “battitore libero” alle spalle e dei terzini poco abituati a profondi ripiegamenti difensivi e diagonali per coprire i movimenti dei due centrali. Mazzarri in 15 partite aveva subito 15 gol, esattamente un gol di media a partita. Evidentemente, al momento, questo problema non è ancora stato risolto e Mancini avrà tempo per lavorare con i suoi difensori per riacquistare quella solidità che tanto utile può tornare in vista della seconda parte della stagione.
BENTORNATA PERSONALITA' – Una delle pecche che si rimproverava all'Inter della prima metà del girone di andata era quella di avere poco carattere e subire la pressione, degli avversari, ma anche del pubblico di San Siro. Questo, però, non pare essere più un problema in casa nerazzurra. Sia chiaro, permangono ancora i problemi in fase di approccio alla partita dato che la partenza ad handicap per la squadra del Mancini 2.0 è quasi un must, ma almeno l'Inter non si accartoccia su se stessa, ma anzi alza sempre la testa e recupera in quasi tutte le occasioni (ultima delle quali il posticipo con la Lazio). E' questo uno dei punti che danno fiducia in vista della ripresa del campionato quando servirà tanta personalità per strappare un risultato allo Juventus Stadium.
MANCINI-KOVACIC, NEL SEGNO DEL 10 – Kovacic aveva iniziato la stagione meravigliando i propri tifosi con le gare contro lo Stjarnan e anche nella prima gara di campionato a San Siro contro il Sassuolo. Da allora prestazioni nella norma quando non sopra il par per il croato che sembrava in attesa della scossa. Scossa che è arrivata il 15 novembre con l'arrivo di Mancini, un dieci e che dieci. Da quel momento in poi, eccezion fatta per la gara contro il Milan in cui è stato schierato largo in un atipico tridente offensivo, il maghetto di Linz ha trovato buona continuità sino alle prestazioni monstre contro il Chievo e la Lazio, coronate da due gol. Il croato dai natali austriaci sembra essere tornato quello dell'inizio stagione e avere un dieci in grado di dare questo tipo di sterzate alle gare non può che aiutare la squadra ad avere un punto di riferimento davanti. Nell'attesa del mercato.