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Quindici volte Massimo Moratti: inchinamoci, con una speranza...

di Fabrizio Romano

Oggi, 18 febbraio, è il suo giorno. E' il giorno di Massimo Moratti, presidente dell'Inter, che quindici anni fa ereditava il trono nerazzurro da Ernesto Pellegrini per far tornare in voga il binomio famiglia Moratti-Inter, che il padre Angelo negli anni Cinquanta iniziò e che regalò a questa straordinaria squadra tredici anni di vittorie, di lustro, di potenza internazionale. Le tappe della carriera da presidente di Massimo Moratti le abbiamo già ripercorse precedentemente, adesso è tempo di pensare al presente e di quanto sia degno di lode il lavoro che il numero uno nerazzurro ed i suoi uomini più fidati stanno svolgendo per continuare a tenere altissimo il nome dell'Inter: quattro scudetti consecutivi non sono numeri che si leggono tutti i giorni, sono simboli di una 'dittatura' calcistica sul panorama del calcio italiano che quasi non ha eguali. Numeri impressionanti, che in questi ultimi anni premiano quel Massimo Moratti che in quindici stagioni ha sempre messo la passione e l'impegno per la sua amata Inter davanti a tutto. Quando sentono pronunciare il suo nome, tutti i giocatori, fatta eccezione per qualche irriconoscente (Vieri docet), non risparmiano parole di totale elogio verso il presidente forse più paterno, gentile, unico che ci sia al mondo.

Un presidente che in questi quindici, splendidi anni, ha coccolato e creduto in Alvaro Recoba, ha curato Ronaldo senza poi avere la riconoscenza adeguata, ha forse salvato la vita a Nwankwo Kanu ed ha dato il suo grande contributo per salvare la figlia di Nicolas Burdisso, in pericolo di vita; ma Massimo Moratti è stato anche vicino ad Adriano nei momenti più bui, ha trovato sotto la sua gestione uno dei capitani che resteranno più celebri nella storia dell'Inter, quell'uomo straordinario che è Javier Zanetti e che sarà simbolo di questi anni indimenticabili. Tutte vittorie personali bellissime, che vanno ad aggiungersi a quelle sul campo ed a quelle in tribunale che vanno sempre ricordate con onore: mentre le altre grandi d'Italia manipolavano arbitri come burattini e si spartivano gli scudetti, Moratti ha sempre mantenuto la pulizia di questi colori e di questa gloriosa società, un onore che di questi tempi va portato in primo piano più spesso, viste le vergogne che si sono materializzate con Calciopoli celebrano la verginità della Beneamata. Ed allora, in questo giorno speciale tutti i tifosi nerazzurri si uniscono per ringraziare un grandissimo presidente, che però per essere totalmente soddisfatto e fiero, vuole realizzare il suo sogno sportivo: vincere quella Coppa dei Campioni che papà Angelo portò a casa per ben due volte, con la Grande Inter.

Grande è anche l'Inter di oggi, dunque l'impresa non è impossibile, ma sicuramente è ardua e complessa. Ci vorrà quello spirito che contraddistingueva la Beneamata del Sarti, Burgnich, Facchetti del padre Angelo, ma serviranno anche grinta e voglia di vincere. L'appoggio dei tifosi, quello ci sarà sempre e c'è sempre stato: insomma, questa Inter ha tutto il necessario per regalare ad un presidente stupendo il trofeo che sogna. Intanto, non possiamo fare altro che ringraziare Massimo Moratti ed inchinarci: di persone così, di signori così, nel mondo del calcio, ne sono rimasti davvero pochissimi.


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