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Ranieri assicura: "Si può vincere ancora". Poi stoccata alla Juve...

di Alberto Casavecchia
Fonte: Gazzetta dello Sport

Claudio Ranieri ci crede. La sua Inter è da scudetto. La squadra può recuperare posizioni e insidiare il gruppo di testa: “L’Inter vista da dentro è proprio come la si vede fuori. I giocatori ogni giorno si dico sempre ‘Noi ci siamo’. Non mi sono mai chiesto perché Moratti non mi abbia chiamato in estate. Lo conosco da tempo, da quel derby in cui io dissi ‘Questo è il suo stadio’ e lui rispose ‘No, questo è il suo’. Pensai che prima o poi mi avrebbe chiamato”. Ora guida l’Inter: “Voglio che la mia squadra abbia sempre grinta, quella grinta che hanno i cosiddetti giocatori ‘normali’”. Le reazione con Rocchi: “A me piace la giustizia. Non criticavo i suoi errori ma il suo atteggiamento. Non credo che il vento sia cambiato contro l’Inter”. Il traguardo prefisso: “Tornare a far sognare i tifosi. Noi e il Milan siamo le squadre da battere, Napoli e Juve vengono dopo. Sono convinto che, nonostante il ritardo, possiamo vincere lo scudetto. Dobbiamo lanciarci. Non posso porre limiti a una squadra che due anni fa vinse tutto ed è ancora Campione del Mondo in carica?”.

Qualche analogia tra l’Inter di ora e la Roma di due anni fa: “Non faccio tabelle, innanzitutto. Poi vedo la voglia negli occhi dei giocatori di voler uscire dal momento non certo favorevole. I ragazzi mi seguono”. Sneijder, il suo Totti: “Lui illumina la squadra. Quando è in campo sai che la squadra può vincere la gara con una singola giocata”. Maicon: “Tutti sanno che è un treno che va forte”. Alvarez con calma: “In allenamento, così come Coutinho e Zarate, fa cose che mi lasciano a bocca aperta. Diamo loro del tempo. Alvarez pensa ancora un certo tipo di calcio. Il nostro calcio è invece più veloce. Il pubblico vuole giocatori ‘fatti’. Starà a me equilibrare le sue apparizioni e a lui non abbattersi per i miei rimproveri”. Zarate: “Fa una giocata e sparisce. Deve essere continuo”. Forlan: “Quello libero di giocare, quello di Bologna, mi è piaciuto”.

Il tecnico non crede in un’Inter logora: “Se non vedo non credo. I senatori sono molto preziosi, per come si muovono e parlano ai giovani. Sono un patrimonio per il club”. Succederà mai che sostituirà Cambiasso e Zanetti come con De Rossi e Totti: “Posso avere davanti anche Dio, ma se devo fare un cambio per il bene della squadra, lo faccio”. Magari Zanetti può riposare: “Può capitare. Io comunque vedo la squadra che sta bene a livello fisico. Magari c’è qualche altra squadra che ha l’età media più alta”.

Dopo l’allusione al Milan, si parla di mercato: “Ci butto un occhio, ma non ci penso. Kucka mi piace. Lo scorso anno ha fatto bene. Non so se stia pensando all’Inter, motivo per cui non si sta confermando. Servono giocatori che pensino al bene della squadra. Vedete il Barcellona: Puyol capitano fa sollevare la coppa ad Abidal. Loro cercano gente così”. Ranieri è pronto a metterci del suo: “Prima devo stabilizzare la situazione poi metterò un po’ del mio. La squadra gioca con un 4-4-2, con la variabile del rombo. Abbiamo preso però 11 gol in 5 gare è troppo. A me piace la linea di difesa molto alta, ma una cosa sono i desideri, un’altra  sono le possibilità della squadra. Voglio anche distanza tra i reparti e soprattutto recuperare gente come Sneijder, Motta e Stankovic. Voglio evitare anche gli infortuni, alle volte provocati da stress. Perciò io preferisco lavorare con la palla e fare poca palestra”.

Pensieri cari a Mourinho: “Non vivo di invidie. Credo che a Mourinho, che si è complimentato con noi dopo la vittoria di Mosca, e a Herrera vadano fatti due busti ad Appiano”. Le parole di Benitez: “Non me ne sono accorto. Forse Benitez pensava che fosse in Inghilterra, dove il presidente lo vedi una volta ogni morte di Papa”. Montali lo seguirà: “Eh no, eh. Se non altro per scaramanzia. Era con me alla Juve e alla Roma e mi hanno esonerato. Se arriva, vado da Moratti a chiedere direttamente la buonuscita”.  Arriva Inter-Juve: “Sarà una gara speciale. Significa tanto per me, perché sono stato anche dall’altra parte della barricata. Non voglio parlare di scudetti o di come è finito il mio rapporto con loro. La mia etica non me lo permette. A chi mi diceva che volevo Poulsen, rispondo che io volevo Eto’o”.

 


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