Ranocchia: "L'Inter è punto di partenza, qui si può solo vincere"
Fonte: Calcio Italia
Andrea Ranocchia è arrivato da poco, ma è già fondamentale per la squadra. Soprattutto ora che Lucio è squalificato, sarà lui a prendere in mano la difesa. Non male per uno che è arrivato soltanto da tre mesi, ma che ha già conquistato gli interisti a suon di grandi partite. Un trasferimento che Ranocchia racconta così a "Calcio Italia", il magazine inglese che parla di Serie A: "Sono molto contento di essere venuto all'Inter, perché è una grande squadra. Ma allo stesso tempo penso che l'Inter sia un nuovo punto di partenza nella mia carriera, perché devo migliorare ogni stagione se voglio rimanere qui per molti anni. Sento nuove pressioni e responsabilità, ma mi piace".
Al suo arrivo, Ranocchia è stato aiutato dai senatori nerazzurri: "Sono rimasto impressionato dallo spirito della squadra. Se pensi che questa squadra ha vinto tutto solo pochi mesi fa, non ti aspetteresti così tante motivazioni. Ci sono molti giocatori di primissimo livello, con una carriera incredibile. E nonostante tutti i trofei che hanno vinto, si allenano ogni giorno con grande intensità. Giocatori come Zanetti e Cambiasso non sono solo dei leader, ma anche un esempio per i giocatori giovani come me. Mi hanno aiutato molto nei miei primi giorni all'Inter, facendomi sentire importante per la squadra. Posso solo ringraziarli e lavorare duramente per aiutare i compagni".
All'esordio in Serie A, Ranocchia giocò, e bene, contro l'Inter. Di quella partita Andrea ricorda soprattutto lo stadio, in cui ora è di casa: "San Siro è nel mio destino perché è lo stadio dove ho debuttato in Serie A. E da allora ho considerato San Siro lo stadio più bello d'Italia: nessun altro è come lui. E' impressionante quanto siano alte le tribune. Ricordo quando giocai a San Siro con il Bari e nello spogliatoio erano tutti impressionati, nessuno riusciva a parlare. Se invece sei un giocatore dell'Inter, San Siro può darti molta carica e fiducia".
Ma nel passaggio all'Inter sono cambiate tante cose, non solo lo stadio: "La differenza principale è che se giochi in una squadra come l'Inter devi vincere ogni partita. E' una questione di mentalità e di aspettative, ti alleni pensando a come riuscire a vincere. L'intensità e le pressioni sono altissime, come non sempre capita in altre squadre. Non dico che l'Inter si alleni di più, ma per un'altra squadra magari può andar bene anche il pareggio. Nell'Inter invece c'è solo un risultato possibile: la vittoria".
Ranocchia è stato acquistato per sostituire l'infortunato Samuel, ma con grande umiltà il giovane difensore rifiuta questo ruolo: "Sono solo uno dei giocatori della squadra e sono arrivato da poco. Samuel è un grandissimo campione, la sua carriera lo dimostra. Sono ancora giovane, ma se l'Inter mi ha voluto vuol dire che crede in me. Ma so che devo ancora migliorare, soprattutto tatticamente".
Per migliorare, Ranocchia si ispira a Nesta, che ritroverà contro nel derby di sabato: "Penso che Alessandro Nesta sia ancora il miglior difensore del mondo. Sono un suo grande fan, da bambino avevo il suo poster in camera. Ero molto emozionato la prima volta che ho giocato contro di lui e alla fine della partita mi ha dato la sua maglia".
Il recente infortunio ha impedito a Ranocchia di giocare con la nazionale, ma ormai è una delle colonne della squadra di Prandelli. Anche se il difensore nerazzurro vuole soprattutto fare bene con l'Inter per meritarsi la chiamata del ct: "La nazionale è molto importante per me, ma so che in questo momento non può essere considerata una priorità. Sono più che felice di far parte di questa squadra, ma allo stesso tempo so che la convocazione dipende dalle mie prestazioni con l'Inter. Voglio migliorare passo dopo passo, dimostrando di poter giocare in un grande club come l'Inter. Prandelli ha sempre mostrato di aver fiducia in me. Per questo so che se gioco bene con l'Inter, avrò la possibilità di giocare in nazionale".
Ranocchia ha una brillante carriera davanti ed è ancora giovane. Per pensare a cosa farà quando lascerà il calcio c'è ancora molto tempo, ma prova ad immaginare come sarà la sua vita senza pallone: "In questo momento non ci penso, voglio giocare per ancora molti anni. Ma tra vent'anni mi immagino sistemato con una famiglia e dei figli. Da ragazzo ho dovuto lasciare casa per giocare nelle giovanili del Perugia e da allora ho girato per molte città d'Italia. Ma quando appenderò le scarpette al chiodo, tornerò a vivere ad Assisi o lì vicino". Per il futuro c'è tempo, ora spazio al presente e a un derby da vincere di fronte al suo idolo Nesta. L'occasione giusta per far vedere che l'allievo ha superato il maestro.
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