Ranocchia senza sicurezza: un prestito è meglio della panchina?
Un’altra occasione cestinata, l’ennesima di una stagione tutta da dimenticare. Andrea Ranocchia ha inanellato un’altra prova incolore. Chiamato a sostituire lo squalificato Lucio, il difensore umbro non è riuscito a fornire una prova convincente, rimanendo nel torpore che lo ha accompagnato durante questa stagione, nella quale ha collezionato 14 presenze, tra cui pochissime degne di nota. Disattento e impreciso, nella partita di sabato a Trieste contro il Cagliari non ha mai dato quella sensazione di sicurezza che deve essere propria dei difensori centrali di livello. Non solo la blanda marcatura su Astori nell’occasione del vantaggio cagliaritano, ma anche mancanza di zelo negli appoggi e nella fase di costruzione dalla manovra da dietro.
La cattiva condizione fisica che l’ha accompagnato in questa stagione (non è un caso che venga superato sempre negli uno contro uno, suo cavallo di battaglia) e l’essere stato accantonato da Claudio Ranieri, hanno inciso parecchio sul suo morale. Proprio lui che la passata stagione era uno dei punti fermi della difesa di Leonardo, ne ha risentito parecchio. Andrea non è ancora un difensore completo, giacché ha sempre bisogno del Samuel di turno per rendere al meglio. E’ forse troppo presto, dunque, per consegnargli le chiavi della difesa interista del presente. Forse il vedersi catapultato in situazioni diverse da quelle precedenti di Bari e di Genoa, ovvero l’Inter e la Nazionale (della quale era titolare sino a qualche tempo fa), gli hanno fatto perdere la fase di passaggio, fondamentale per la prima citata maturazione.
Qualora la dirigenza (che la scorsa estate ha rinnovato la fiducia e il contratto a Lucio) decidesse di ritenere opportuno un prestito, Andrea dovrebbe cogliere al volo l’occasione. Una nuova stagione più in panchina che in campo non gioverebbe al difensore di Bastia Umbra. A Torino c’è Giampiero Ventura che lo conosce bene, avendolo allenato a Bari, e potrebbe ridargli quella fiducia che a Milano ha smarrito. L’Inter crede in lui, altrimenti, nel gennaio 2011, in tempi di vacche magre e di rispetto dei parametri finanziari imposti dall’Uefa, non avrebbe pagato al Genoa 18,5 milioni di euro, con la rinuncia contemporanea al cartellino di Mattia Destro. Il prestito perciò potrebbe essere una soluzione da non sottovalutare per riprendersi l’Inter e quella Nazionale che, in virtù delle ottime prestazioni della concorrenza, lo vedrà probabilmente seconda scelta di Prandelli nella kermesse europea di Polonia e Ucraina, in favore di giocatori oggi più in forma (Bonucci su tutti).