Repubblica - Una Super League elastica. Ma il Real dovrebbe spiegare Mbappé
di Alessandro Cavasinni
"L’Europa non somiglia agli States, il concetto di un torneo a inviti non verrà mai digerito. E se la Superlega nasce per essere venduta ai Paesi asiatici, è in Europa che deve “vivere” - si legge su Repubblica -. La società madrilena A22 Sports Management, contemporaneamente controllante della società della Superlega e sua consulente, ha studiato un sistema più elastico, con promozioni e retrocessioni. Diviso su due livelli: una Superlega 1 e una Superlega 2. Tra gli scenari sviluppati ce ne è uno quasi “democratico”, che riprenderebbe la formula della Champions". In sostanza, alla Super League 1 accederebbero 18 squadre dai campionati nazionali (6 inglesi, 3 spagnole, 3 italiane, 2 tedesche, 2 francesi, una portoghese e un’olandese) a cui aggiungere due qualificate dalla Super League 2 (che sarebbe una specie di Europa League). Ma non basterebbe arrivare terzi in campionato per avere un posto: conterebbe il piazzamento degli ultimi 5 anni. Un po' come la famosa "filosofia" di Andrea Agnelli, secondo cui non era giusto che l’Atalanta fosse in Champions dopo una sola stagione positiva a discapito della Roma.
"Una formula salva-grandi, anche se è preferita un’altra, con “scambi” solo tra le due Superleghe: tre ne retrocederebbero dalla Superlega 1, due ne verrebbero promosse, più un posto jolly, per invitare una big - spiega il giornale -. Resta un problema: se la Superlega serve perché il sistema attuale non è più sostenibile, il Real dovrebbe spiegare come possa pianificare un investimento da 200 milioni per un giocatore - Mbappé - che da giugno potrebbe prendere gratis".
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Giovedì 12 dicembre