Sala: "Ho chiesto a Moratti di ripensarci, ecco la risposta. Suning punti..."
Intervenuto negli studi di Sky Sport, il sindaco di Milano Giuseppe Sala parla dell'imminente derby tra Milan e Inter, che lui vivrà con particolare interesse da tifoso interista, ma anche di altri argomenti. Impossibile ad esempio non parlare di San Siro, la cattedrale del calcio milanese e italiano. Quale futuro per lo stadio Giuseppe Meazza? È possibile avere un nuovo impianto in città? “No, sono negativo su questo fronte. Ma non perché non lo voglia io ma penso che i club siano negativi a fare un investimento del genere. San Siro è uno dei 5 stadi top del mondo, prima di perderlo ci penserei. Non è magari adatto per funzioni di hospitality, ma oggi cambia scenografia a seconda di chi gioca in casa. Bisognerebbe riadattarlo a seconda del fatto che giochi l’Inter o il Milan, con spazi diversi dedicati ad entrambi i club, come ad esempio le sale stampa o gli spogliatoi. Ho parlato spesso con Erick Thohir, Zhang Jindong e Adriano Galliani; si può fare, ci vogliono meno soldi rispetto alla costruzione di nuovo stadio".
Sala parla anche dell’arrivo delle proprietà cinesi e delle prospettive per San Siro: “Suning ha altre ambizioni oltre a quelle legate al calcio, spero che i cinesi del Milan chiudano in fretta. Io sono molto amico di Massimo Moratti, tante volte gli ho detto di ripensarci ma lui mi rispondeva: ‘I tifosi di Inter e Milan hanno un passato di gloria, ora è impossibile accontentarsi di vincere uno scudetto ma avere anche ambizioni europee, per nutrire le quali servono grandi fondi che mandano in difficoltà gli imprenditori italiani’. Ai cinesi chiedo di avere un percorso a lungo termine e di non fare l’errore di non affidarsi a manager italiani capaci. Ora l’ad dell’Inter è cinese, ma credo ci sia un percorso per dotare l’Inter di manager italiani. Moratti uomo giusto? Certamente può essere in grado di farlo, ma penso più che altro ad un managament che pensi ad un progetto a lungo termine. Il calcio non è una cosa a parte rispetto alla vita della città, pensate alla finale di Champions League: è un valore economico, oltre che storico e culturale”.
Una parola anche sul derby, il primo senza rappresentanza italiana: “Io guardo ai giocatori in campo, per noi interisti c’è la novità di Stefano Pioli. Sono un po’ deluso per questo avvio di stagione, come tutti i milanesi interisti, ma guardo con fiducia al derby. Come vivrò la sfida? Faccio fatica ad andare a vederlo. La previsione è difficile, dico 2-2. Perché interista? Grazie a mio padre, quando avevo 6 anni cominciavo a mettermi la maglietta e a giocare a pallone come faccio ancora oggi".