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Samaden: "Tanti già pronti al salto. Pinamonti? Futuro sarà suo. Su Destro..."

di Gianluca Scudieri

Al termine del Torneo di Viareggio che ha visto l’Inter eliminata in semifinale per mano del Palermo e prima delle finali di Tim Cup contro la Juventus, è intervenuto alla trasmissione 'InterNos' di Inter Channel Roberto Samaden, direttore responsabile del settore giovanile nerazzurro, che ha risposto alle numerose domande dei tifosi pervenutegli attraverso i profili social del club. Il dirigente dell’Inter inizia dal suo trascorso: “Ho smesso nel 2006 di fare l’allenatore quando Ausilio mi consigliò di intraprendere questo percorso. Allenavo i classe ’93, fra loro, Di Gennaro, Crisetig, Pecorini, il gruppo che poi ha vinto la Next Gen con Stramaccioni, da lì in poi mi sono dedicato al lavoro dietro la scrivania. Da ragazzino ero un centrocampista, mi ispiravo a Nicola Berti. E’ sempre stata una passione che mi ha portato a fare questo salto. Il passaggio è stato possibile grazie alla partecipazione ai camp estivi dell’Inter. Mereghetti poi mi contattò per subentrare a Benito Lorenzi nel settore giovanile, allenavo gli Esordienti B della classe 1979. Di quel gruppo ci sono ragazzi che hanno fatto al massimo la Lega Pro, il primo ragazzo che ha sfondato sotto la mia guida tecnica è stato Nello Russo, poi c’è stato Anania, ma da allora è cambiato il metodo anche grazie all’avvento di Moratti”. 

Si passa poi alla valutazione dei vari talenti attualmente in rosa: “Non so chi degli attuali giocatori delle giovanili sarà a disposizione della prima squadra nella prossima stagione, quello spetta ad Ausilio e a Mancini. Nella Primavera ci sono giocatori come Radu, Senna, Correia, Della Giovanna che potrebbero avere le carte in regola, ma anche Pinamonti potrebbe fare il grande salto. In definitiva per me tutti sarebbero da prima squadra, poi starà ad altri decidere. Anche Baldini, Gyamfi e Popa potranno essere scelti dal mister per la prossima stagione. José (Correia, ndr) è un ragazzo di ottime qualità, ha avuto un rallentamento nella sua fase di uscita a causa di due infortuni e d’accordo con Ausilio abbiamo deciso di tenerlo un altro anno con noi. Adesso è pronto per uscire, è un giocatore che deve migliorare dal punto di vista tattico, ma per il futuro è sicuramente un ottimo prospetto. Pinamonti ha una testa sulle spalle con una famiglia sempre presente. Non posso prevedere dove potrà arrivare, ma viste le sue caratteristiche potrà andare molto lontano. Bonazzoli? E’ una domanda da inoltrare ad Ausilio, ovviamente spero che torni all’Inter come Santon o Biabiany, però non dipende da me. Sono convinto che sarà un giocatore di altissimo livello e lo sarà solo dopo che metterà tanti minuti nelle gambe".

"Il problema è che in Italia il salto dalla Primavera alle prime squadre è elevato - così prosegue Samaden toccando un nodo focale della crescita dei ragazzi -. Spero si possa lavorare alla costituzione delle squadre big, ma soprattutto della rivoluzione del campionato Primavera rendendolo simile a quello della prima squadra, se così si facesse si ridurrebbe il gap. Entrambe le soluzioni, ma anche un campionato che si avvicini al modello delle serie maggiori potrebbe davvero utile anche ai giocatori. L’idea sarebbe quella di creare un sistema di promozioni e retrocessioni che permetta a qualsiasi squadra di poter vincere questo campionato, per quanto riguarda la seconda squadra è evidente che avere questa soluzione, con diverse modalità, darebbe la possibilità ai giovani di iniziare il percorso con i grandi in maniera graduale. Questo si evidenzia nel dato di giocatori usciti dal campionato Primavera titolari già ad agosto e quelli titolari da gennaio in poi: serve esperienza che non si può acquisire solamente giocando con i pari età. Quando abbiamo partecipato alla Next Gen, ad esempio, i nostri ragazzi sono cresciuti più velocemente rispetto a chi non ha avuto questa opportunità. Dall’anno prossimo organizzeremo delle amichevoli internazionali per i ragazzi degli allievi e dei giovanissimi per cercare di ricalcare questo solco.  

Il focus, poi, si sposta sulla fase di scouting, quella più complicata a detta dello stesso Samaden: "Io ho sempre avuto la fortuna di lavorare in una società che valorizza le figure del settore giovanile e per questo ringrazio Moratti e il presidente Thohir che sta seguendo la stessa linea utilizzata precedentemente. Lo scouting per le nostre squadre è un lavoro immenso che si basa sulla formazione dei nostri allenatori. E’ proprio questa la grande caratteristica della nostra società. Noi abbiamo una rete di scouting italiana che ha alla base proprio un grosso lavoro di formazione per gli allenatori che fanno quello che facevano in precedenza gli scout. Questo lavoro è estremamente difficile e infatti ci vogliono persone speciali perché conoscere giocatori di 6/7 è complicatissimo e molto più difficile rispetto a vedere i ragazzi di 16/17 anni. Nel nostro settore ci sono quattro figure a cui mi affido totalmente perché hanno un’esperienza tale che li rende preparatissimi".

Tanti gli anni passati nel settore giovanile da Samaden che elenca quali sono i suoi maggiori rimpianti e anche quelli più talentuosi: "Secondo me Tremolada ha sempre avuto un talento smisurato che per sfortuna non è mai riuscito a dimostrare nel calcio dei grandi. E’ ancora in tempo e lo sta facendo vedere anche nell’Arezzo quest’anno. Io gli voglio tanto bene e per me rimane un rimpianto che non sia riuscito a sfondare con la nostra maglia. Lo stesso discorso vale per Karim Laribi. Il più grande talento in assoluto mai passato dall’Inter? Tecnicamente mi viene in mente Mattia Destro che sin da subito aveva dimostrato di avere un talento innato, purissimo. Dal punto di vista mentale posso dire Caldirola che aveva una personalità straboccante pur senza aprir bocca e questo gli consentì di essere capitano di tutte le squadre del settore giovanile. Manaj? E’ arrivato in prima squadra grazie anche al lavoro del nostro gruppo di scouting. Mi ha sorpreso la velocità con cui si è integrato, ma questo è anche e soprattutto merito di Mancini che è uno dei migliori nel lavorare con questo tipo di giocatori. Gnoukouri, invece, ha fatto quasi un anno con noi. Se avesse avuto più spazio grazie alla presenze delle squadre B staremmo parlando già di un giocatore fatto e finito, però in Italia non c’è possibilità di dare continuità ai giovani, ma il futuro sarà tutto suo".

In conclusione si parla anche della Viareggio Cup appena conclusasi con l’eliminazione in semifinale contro il Palermo in una gara rocambolesca: "Escludendo i primi venti minuti della gara contro il Palermo il bilancio è stato sicuramente positivo, perché va ricordato che eravamo senza cinque nazionali. Non mi so spiegare il perché di quei primi minuti iniziali a cui poi abbiamo reagito anche perché dispiace non aver potuto affrontare per la terza volta in una finale la Juventus. Quest’anno il torneo è migliorato grazie alle nuove regole introdotte per salvaguardare la salute dei giocatori. La finale di Tim Cup? Saranno due gare equilibrate, loro hanno un gruppo molto forte figlio anche di tanti investimenti. Troveranno una squadra come noi molto preparata e giocare in due stadi come San Siro e lo Juventus Stadium sarà una grossa spinta per i ragazzi, sarà una grossa motivazione perché non è un’occasione che capita a tutti".
 


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