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Santon, finalmente 90 minuti. Ma adesso incombe il ritorno di Chivu

di Fabio Costantino

L’assenza di Chivu contro il Genoa ha spalancato le porte a Davide Santon per un ritorno in campo dal primo minuto, fatto mai accaduto da quando Benitez siede sulla panchina nerazzurra. Prima della trasferta di venerdì il giovane terzino, che ha da tempo superato i problemi al ginocchio che lo hanno perseguitato al termine della scorsa stagione e gli hanno negato una probabile convocazione ai Mondiali in Sudafrica, aveva collezionato solo spiccioli di gara: 68 minuti complessivi in campionato e altrettanti in Champions League, torneo in cui l’esterno ha avuto senza dubbio più spazio. Il Bambino è sceso in campo contro il Palermo (11’), la Juventus (45’ per sostituire l’infortunato Cordoba), la Sampdoria (12’), il Werder Brema (28’) e il Tottenham (40’), fino alla partita contro il Genoa che ha iniziato e concluso nella sua interezza.

Una prestazione in chiaroscuro, complice anche la dimenticata abitudine di giocare 90 minuti filati. Contro il Genoa la sua fascia, offensivamente parlando, è stata poco coinvolta nel gioco della squadra, il che ha influito anche sulla prestazione di Coutinho che partiva dall’ala sinistra, ma si è reso più utile in fase difensiva. Il lavoro difensivo di Santon è stato ordinato, ma è mancata la spinta in appoggio ai centrocampisti. Le poche volte in cui si è fatto vivo nella metà campo avversaria il terzino si è limitato a fraseggi scolastici. Ovvio che Benitez si aspetti di più da lui. Poi, nel finale, l’azzurrino ha patito l’ingresso dello scattante Boakye, che lo ha messo in crisi in un paio di circostanze durante l’arrembaggio conclusivo del Genoa. Sufficienza risicata, dunque, per il ragazzo di Porto Maggiore, che però è tornato a giocare una partita intera, buona notizia per fugare i dubbi sulla sua tenuta fisica.

Adesso però, già a Londra contro il Tottenham, Chivu tornerà disponibile ed è assai probabile che Benitez continui a puntare su di lui nel ruolo di esterno sinistro. In tal senso, emerge una sorta di paradosso: il romeno non ama agire in quella posizione, che lo ha spesso posto alle mercé delle critiche per la difficoltà a contenere esterni avversari più rapidi di lui. Santon, invece, che in quel ruolo sta costruendo la propria carriera, resta in panchina attendendo pazientemente che Benitez, il quale gli preferisce l’esperienza e la duttilità tattica di Chivu, lo chiami. Contraddizione di un ruolo, quello di terzino sinistro, storicamente problematico per l’Inter, dal giorno dell’addio di Roberto Carlos. Ma tanto, poi, nel dubbio c’è sempre il capitano Zanetti pronto a coprire quella fascia con la stessa continuità di sempre…

 

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