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Satriano: "Vorrei tornare all'Inter, ma per giocare e mi sento pronto. Conte e Inzaghi mi hanno parlato molto"

di Egle Patanè

Gioiellino nerazzurro, oggi in prestito all'Empoli, parliamo di Martin Satriano. Centravanti, seconda punta e anche trequartista all'occorrenza. Ma il classe ventunenne uruguaiano chiarisce: "Qual è il mio vero ruolo? Mi piace fare il centravanti" dice a Sportweek nella sua lunga intervista uscita oggi tra le colonne del settimanale della Gazzetta dello Sport.

I tuoi idoli da bambino sono stati Riquelme e Ronaldinho, più avanti sei stato paragonato a Ibra e Luis Suárez. A chi di loro vorresti assomigliare?
"Suárez. Vorrei essere come lui perché è stato uno dei migliori attaccanti al mondo. Mi piace la sua mentalità, la sua fortissima voglia di vincere. In questo era il numero uno al mondo".

Ibrahimovic?
"Personalità. E un vincente".

Due anni fa arrivi in Italia. Come succede?
"A gennaio ero in ritiro con la prima squadra del Nacional quando è arrivata l'Inter. Ho detto subito si perché il mio sogno era giocare in Europa. Qui ci sono i giocatori più forti. Io metto la Serie A subito dopo la Premier. Mi piacerebbe giocare in Premier perché è il campionato più bello, ma penso di potermi adattare a ogni tipo di calcio".

Nell'Inter Primavera hai fatto benissimo, ma la prima squadra l'hai solo sfiorata. Oggi è un rimpianto, oppure un traguardo?
"lo all'Inter vorrei tornare, ma per giocare. So che devo imparare ancora tanto, ma mi sento pronto. E, d'altra parte, si impara soltanto giocando".

A questo proposito: nelle giovanili hai avuto come compagno Casadei, che in estate è andato al Chelsea, dove però non vede il campo. A posteriori, è andata meglio a te ad Empoli?
"Cesare è più piccolo di me, ha fatto bene ad andare al Chelsea. Quest'anno avrà la possibilità di allenarsi con grandi campioni; il prossimo, magari, potrà trovare dei minuti in una squadra più piccola".

All'Inter hai invece visto da vicino Lukaku e Lautaro.
"Lautaro lo sento più vicino alle mie caratteristiche. aggressivo, 'cattivo', quando non fa gol si incazza come me. In allenamento parlavamo tanto, lui mi dava consigli: prova a fare così, colpisci la palla in questa maniera... Ogni tanto ci sfidavamo. Io sono molto competitivo, mi piace scommettere coi compagni d'attacco coi portieri, mi serve per fare sempre meglio".

All'Inter, Conte ti ha portato in panchina con la prima squadra e Inzaghi ti ha fatto addirittura esordire.
"Mi hanno parlato molto. Apprezzavano il fatto che sono uno che non molla mai, che rincorre anche un pallone che sembra perso. Mi dicevano di non perdere questa mia caratteristica".

Chi dei due in panchina urla di più?
"È una bella lotta. Sono due che spingono molto con la voce. Ma anche mister Zanetti, qui a Empoli, si fa sentire. A noi attaccanti chiede di pressare tanto. È indispensabile per il nostro modo di giocare, che richiede una riconquista veloce della palla".


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