Sentenza Gaglia e Toro Loco. Con lo Spezia Inter senza affanni ma sprecona
di Egle Patanè
L'ANTI-LIGURE - Quando la Liguria chiama, Gagliardini risponde: 8 dei 15 gol messi a segno in Serie A fino a questo momento sono state imbucate proprio ai danni di squadre liguri: 2 alla Samp, 5 al Genoa e uno allo Spezia. Assente con le prime due per un problema fisico con il Grifone, e rimasto a sedere in panchina con i blucerchiati, contro la squadra dell'ex interista Thiago Motta, Gaglia ha ritrovato la titolarità, la seconda in stagione dopo quella di Empoli. Partita benedetta per il 5 interista che nel pomeriggio di ieri sembra passeggiare sulla punta di una matita che scorre veloce tra le pieghe di una carta carbone che ricalca un siluro ingiallito che riporta indietro le lancette a quando proprio l'uomo oggi sulla panchina avversaria sbloccava il derby - forse - più bello di sempre. Si fa trovare pronto e cinico su uno splendido tacco di Lautaro Martinez sul quale si fionda scaricando dritto in porta ai danni dell'incolpevole Provedel: di rabbia, di grinta, di forza. Come a dire 'ci sono anche io' e voglio partecipare alla festa. Ma per l'ex Atalanta la serata è rosea e sebbene il minutaggio ridotto regge bene per quasi tutti i 90 minuti, 87 per l'esattezza quando, tra gli applausi del Meazza, lascia il posto ad Arturo Vidal.
TORO LOCO - come la squadra nella quale milita. Il diez interista è un saliscendi di emozioni, non solo contro lo Spezia, gara durante la quale ancora una volta avrebbe certamente potuto fare di più al netto del gol e dell'assist che lo portano a quota 8 reti stagionali. Otto gol e due assist finora per il Toro che dopo ben sette gare consecutive senza trovare il gol (tra campionato e Coppa) che lo avevano gettato in pasto ai mostri dell'astinenza e della frustrazione, sottoscrive il tabellino per la terza gara di fila di campionato arricchendolo del secondo assist stagionale dopo quello servito con l'Empoli. Lautaro è ancora una volta un concentrato di talento e grinta, questi spesso mal dosati sotto una porta che talvolta sembra sfuggirgli davanti come un tram sul quale è necessario salire, sortendo al contrario un effetto saponetta che genera un sentimento ancora per lo più emotivamente ingestibile dall'acerbo (sotto questo punto di vista) ventiquattrenne. Crescita ancora in corso quella di un Lauti che ieri sera però non manca all'appuntamento Spezia sparando gelidamente alle spalle di Provedel un calcio di rigore che piove in regalo ai nerazzurri che ne approfittano di un raddoppio senza particolari affanni. Anche ieri sera l'Inter infatti avrebbe potuto godere di un risultato più florido che, statistiche alla mano, sembra lasciare un non so che di incompletezza e insoddisfazione: 63% di possesso palla, 31 tiri, 11 quelli in porta, 11 corner, 592 passaggi completati al netto dei numeri dei liguri che hanno totalizzato un 37% di possesso palla, 7 tiri, 4 quelli in porta, 1 angolo e 306 passaggi completati. Numeri che nel rapporto occasioni create vs sprecate fa sicuramente inalberare i più pretenziosi. Esattamente come quel diez davanti, ieri splendidamente danzante nell'azione dell'1-0 propiziata poi da Gagliardini e stoico sul dischetto nel momento del penalty. Ma che esattamente come quel Toro davanti - con i liguri - raccoglie il massimo senza togliere il risparmio energetico. Se l'assist e il gol lasciano pensare infatti ad una gara da picco in alto, l'argentino ha raccolto senza sprecare troppe energie in vista di un tour de force non ancora finito, mettendo però in mostra quella loca e paradossale dipendenza da gol che spesso ne offusca le capacità da sfondamento tipiche da Toro gettandolo in un down di cui ancora non sa facilmente uscire, se non come da copione provando l'inebriante e rilassante adrenalina da esultanza.
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