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Serve una reazione feroce per poter inanellare una serie di vittorie

di Alberto Casavecchia

E ora come ci si risolleva dopo questa sconfitta netta quanto immeritata? L’Inter deve archiviare in fretta lo 0-3 di ieri sera contro il Napoli, partita fortemente condizionata dall’arbitro Rocchi che di fatto l’ha direzionata verso la squadra di Mazzarri, abile poi a capitalizzare al meglio il vantaggio numerico, generato dall’ingiusta espulsione di Joel Obi, sfruttando l’uomo in più e punendo in contropiede l’Inter, che si spingeva in avanti con il cuore alla ricerca del pareggio. Con i ‘se’ e ‘ma’ di certo la storia non si fa né si vincono le gare, ma giudicando la prima mezz’ora nerazzurra, in situazione di parità numerica, sarebbe stata un’altra partita. Su questo non si possono avere dubbi.

Nella prima mezz’ora, infatti, abbiamo visto un’ottima Inter. I nerazzurri, con il rientro di Maicon, avevano una marcia in più. Proprio il brasiliano è stata l’arma con la quale i padroni di casa, sin dalle prime battute, hanno messo sotto i partenopei di Mazzarri, costretti alla difensiva. Il Colosso, una vera e propria terza punta, ha fatto il bello e il cattivo tempo sulla sua fascia. Dall’altra parte, lo sfortunato Obi si è proposto bene in fase offensiva, grazie alle sue buone doti di corsa e di inserimento, e in fase di ripiegamento, aiutando Chivu, alle prese contro un Maggio scatenato, certamente il migliore dei partenopei. Pazzini si è mosso bene, ha battagliato da solo contro l’arcigna difesa azzurra a conferma che il guaio al piede è quasi del tutto guarito. Bene anche Diego Forlan che ha giocato arretrato, sulla linea di trequarti, partecipando attivamente alla costruzione del gioco, e Dejan Stankovic, la cui presenza in campo, proprio come Maicon, si è fatta sentire non appena ha messo piede sul rettangolo di gioco nella ripresa.

Il tempo per recuperare c’è anche se tre sconfitte in cinque partite per una squadra che vuole ambire allo scudetto sono già tante. Bisogna iniziare una serie di risultati positivi, specialmente di vittorie, visto che il gruppo di grandi, al quale si aggiunge anche la Roma, comincia a scappare. La sosta calza dunque a pennello per Claudio Ranieri che, dopo aver sbollito la rabbia per la gestione Rocchi, cosa insolita per uno che come lui ha l’aplomb di un lord inglese, potrà mettere al loro posto i cocci di una squadra distrutta solo dalle decisioni arbitrali, ma non nello spirito indomito.


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