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Shaq, si gira! Col tocco del Prinz e il gol del culturista l'Inter va. El Chiquito super

di Francesco Fontana

Guarita contro il Genoa, ammalata a Empoli, convalescente contro Miha: Inter-Sampdoria, avanti a fatica... ma avanti. Senza febbre, ma con un po' di mal di gola forse sì. Quello causato non dal freddo glaciale che nelle ultime ore ha congelato Milano, ma per le difficoltà che la Samp-bis crea a un Biscione non ancora in grado di stritolare l'avversario come ai tempi d'oro. L'attualità dice altro e, pur con molte difficoltà, il pass per il turno successivo di Coppa Italia è strappato. In attesa di conoscere l'avversario dei quarti di finale (Napoli-Udinese, kick-off ore 21.00), coach Mancini ora può pensare al Torino, prima tappa 'di ritorno' con l'obiettivo Champions League sempre nel 'mirino', facendo tesoro degli spunti che la serata del 'Giuseppe Meazza' regala.

SHAQ, SI GIRA! - Inter-Sampdoria è la sua serata. Non importa se la condizione fisica non è al top e lo spunto non è ancora quello del periodo-Mondiale, quello che conta è che lo svizzero sia sceso in campo dal 1'. Nella conferenza pre-Genoa il Mancio disse che i minuti nelle sue gambe da culturista non sarebbero stati più di 3-4, in Coppa Italia (a distanza di soli dieci giorni) sono ben 78 quelli che il tecnico gli concede. Dopo gli applausi contro il Grifone e l'impatto del 'Castellani', quello contro Miha è stato il vero battesimo con il mondo Inter. Battesimo e kick-off da ricordare, lo start verso la forma migliore che Mancini si augura possa arrivare al più presto. La rincorsa alla medaglia di bronzo in campionato, quella che vale la Champions League, riparte soprattutto da lui. Il coach ora può gridarlo: "Shaq, si gira!" e con il gol l'esordio da titolare è già da archivio storico. La standing ovation al cambio è più che meritata.

ACCENDIAMO LA LUCE E PENSIERO VELOCE - Killer insict cercasi, ma colpi da campione e bacchetta sempre pronta per illuminare il 'Meazza'. Mateo Kovacic torna in campo dal 1' dopo l'esclusione di Empoli e offre sprazzi di grande, grandissimo calcio, soprattutto nel primo tempo. Come un vero mago, anzi, maghetto (classe '94, per chi non lo ricordasse), trasforma gli uomini di Mihajlovic in birilli, torna bambino e come a 'Scuola-Calcio' gioca e si diverte tra gli slalom. Peccato per la palla-gol sprecata al 16' quando offre un 'cioccolatino' a Romero, ma quello che fa la differenza è la velocità di pensiero, merce rara nel calcio di oggi: il baby di Linz pensa prima degli altri, sapendo in anticipo come offrire l'assist vincente al compagno. Campioncino di oggi che studia per diventare il campione di domani: la strada è quella giusta e ogni giorno che passa il rinnovo del contratto vale sempre di più. Sperando che possa bastare per scacciare i fantasmi di mezza Europa. Il maghetto può riprendersi l'Inter.

POLDI COME IL GORAN TRIPLETISTA - Promosso contro il Genoa, bocciato contro Sarri, da rebus contro il Doria... fino alla magia. Particolari le prime apparizioni di Lukas Josef Podolski con la maglia dell'Inter, con le prossime gare che diranno molto circa la sua futura, forse definitiva, collocazione tattica. Giusta la 'mattonella' di esterno offensivo a sinistra? Mancini e i tifosi nerazzurri se lo augurano, sperando magari di rivedere quel film diventato leggenda, intitolato 'Triplete, la storia del 2009-2010'. Allora, come oggi di questi tempi, ad Appiano Gentile approda un giocatore che qualche anno prima si forma proprio nella Primavera nerazzurra, in tandem con Oba Oba Martins: trattasi di Goran Pandev. Arrivato in silenzio, accompagnato da tanti punti di domanda, risulta elemento fondamentale nella corsa alla 'conquista di tutto'. Oggi il modulo è lo stesso, le caratteristiche simili e il ruolo identico, almeno sulla carta. Le due squadre non sono certamente paragonabili, ma chissà che Mancini non possa ritrovarsi un Poldi vestito dei panni del Goran tripletista. A proposito: "Shaq, si gira!", con la regia del Prinz (spunto per Xherdan da vedere e rivedere...).

UN APPLAUSO AL VICE-MONDIALE - Anzi due, forse anche di più. Uno dei migliori in campo è lui, un portiere che dopo essere stato messo da parte proprio a Genova, in estate si prende Nazionale e mondo, o quasi, andando vicino alla conquista del Mondiale perso solo in finale contro la Germania al 'Maracanã' di Rio de Janeiro. Sergio careses Romero comanda la difesa Doria, alza la voce se necessario, para su Podolski e ipnotizza Icardi dagli 11 metri. La Samp chiude in 9 dopo i due rossi sventolati dall'uomo delle 'manette' Tagliavento, ma El Chiquito vale doppio. Applausi per un grande portiere, forse, sottovalutato.


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