Skriniar insostituibile e adesso costa 100M. Le big d'Europa lo vogliono, però Suning non molla
Fonte: Gazzetta dello Sport
Milan Skriniar è decisamente un insostituibile per Luciano Spalletti. Al di là dei numeri, visto che quest'anno ogni tanto ha potuto rifiatare tra campionato e coppa, lo slovacco è chiaramente al centro del progetto tecnico nerazzurro. "Ma con un grosso punto interrogativo accanto - avverte la Gazzetta dello Sport -. Non è un mistero: Skriniar piace alle grandi d’Europa e la scorsa estate l’Inter ha rinunciato a un assegno di 80 milioni firmato Manchester United. Inutile nascondersi però: dopo l’esperienza in Champions il valore di Skriniar è aumentato e, leggendo tra le righe della provocazione di Spalletti post sfida col Barcellona, è facile intuire che oggi per strapparlo all’Inter servirebbe un’offerta da almeno cento milioni: «Se fossi nel Barcellona porterei 120 milioni, di cui venti di mancia. E se fossi nel Real Madrid ne porterei 140, con 40 di mancia». È la legge del mercato, dove tutto ha un prezzo. È ovvio che l’Inter non abbia la minima intenzione di privarsi di Milan, ma è altrettanto normale che di fronte a un’offerta davvero indecente — parliamo comunque di un difensore — sarebbe impossibile non barcollare. Tanto più che con Skriniar c’è da mesi aperto il tavolo della trattativa per il rinnovo. L’ex Samp guadagna 1,7 milioni netti a stagione: l’ingaggio è destinato a salire leggermente dal 2019 e sino al 2022, scadenza del contratto. Negli incontri successivi alla fine dello scorso campionato l’Inter ha offerto un aumento del 50% dello stipendio, salendo a 2,5 milioni all’anno sino al 2023, cioè un anno in più rispetto a oggi. Ma il ragazzo al momento tentenna: intanto perché vorrebbe tre milioni a stagione, poi probabilmente anche per la curiosità di capire da quali squadre potrebbe arrivare l’offerta indecente. Difficile dire no a Barça o Real Madrid", suggerisce la rosea.
Difficile, ma non impossibile, aggiungiamo noi. Anche perché Suning (ma prima anche Thohir...) ha già dato prova di saper resistere alle varie "proposte indecenti" e tenere tutti i big in anni economicamente ben peggiori di questo. E se a ciò aggiungiamo l'uscita dal settlement agreement, ci si rende conto che l'allarme non esiste. Anzi.