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Sneijder: "Futuro? Sto bene all'Inter, ma gli Usa mi intrigano. Nel 2010... "

di Riccardo Gatto

In attesa di tornare in campo dopo l'infortunio, Wesley Sneijder ha parlato di quello che potrebbe essere il suo futuro, aprendo le porte ad un possibile trasferimento in America. Ecco quanto riporta FcInterNews.it, dell'intervista realizzata nella sua casa milanese. "Guardo sempre cosa può accadere, non chiudo mai nessuna ipotesi - afferma Sneijder - Sto bene qui all'Inter, ma staremo a vedere. Non ho contatti con altri club, vedo cosa succede giorno per giorno. Se martedì (nell'ultimo giorno della finestra di mercato, ndr) si fosse presentato un club con un'offerta, forse sarei potuto andare via. Ma la verità è che mi trovo bene all'Inter. Però non posso ancora sapere dove giocherò l'anno prossimo. Trasferimento negli Stati Uniti? Questo è qualcosa a cui penso, ma in futuro. Non penso a dove giocherò la prossima stagione. Sono stato con Yolanthe negli Usa, per suoi motivi di lavoro, sicuramente in futuro ne discuteremo, ma non ora. Il Manchester United? Non ci sono mai stati contatti concreti, qualcosa così. Guardo tutto, non sono cieco, ma con loro non ci sono mai stati contatti concreti. 

Tornerà lo Sneijder del Triplete? Quello Sneijder è già tornato - prosegue Wes - ma quando vieni impiegato in un'altra posizione devi giocare in modo diverso. Il 2010 è stato un anno fantastico, e spesso i successi dipendono anche da una certa combinazione tra allenatore e giocatori". 

Sneijder dedica una battuta anche al settore giovanile. "L'Ajax ha un grande settore giovanile, credo sia il migliore di tutti. Lì sono cresciuti grandi calciatori, si lavora con grande dedizione. Forse addirittura è migliore di quello di Inter e Real Madrid". 

Wesley ha ancora tanti anni di carriera davanti, ma ha già le idee chiare per il futuro, quando appenderà le scarpe al chiodo: "Studierò per diventare allenatore, credo che l'allenatore sia un ruolo adatto a me".

Con la collaborazione di Gianmarco Lampugnani

Ecco il video originale dell'intervista:


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