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Sneijder: "Strama l'ideale. Mai voluto andare, sogno la fascia! E Cassano..."

di Fabrizio Romano
Fonte: La Gazzetta dello Sport

L'urlo di Wesley Sneijder. Forte e chiaro, direzione Torino. Dalla prima pagina de La Gazzetta dello Sport, l'olandese fa sentire i suoi ruggiti, in particolare alla Juventus.

Per lo Scudetto, infatti, tutti o quasi parlano di Juve super-favorita, ma Sneijder ha un'altra idea:  «Io non credo che la Juve sia più forte di noi o di altre squadre. Sembrava che il Milan fosse a pezzi, ma il Milan ha sempre bravi giocatori. Ci siamo noi, c’è il Napoli, la Roma. Sarà dura per tutti riuscire a vincere il torneo. La Juve è campione ed è favorita, ma noi possiamo batterla». La Roma, appunto... «Lasciamo perdere. Sul 2-1 per loro la partita è finita. Invece sul 2-1 bisogna continuare a giocare. Giocare per vincere, sempre».

L'input di Stramaccioni, anche se dietro qualcosa va registrato. E Wes lo sa: «In effetti in difesa dobbiamo migliorare. Ma contro la Roma non c’era Chivu, che da centrale di sinistra è importantissimo per il nostro gioco. Insomma, ci manca ancora qualcosa, però sono fiducioso: abbiamo una buona squadra e l’allenatore giusto per questa squadra. Possiamo lottare fino in fondo, in campionato ed Europa League. Se la squadra è buona, perché non provare ad arrivare fino in fondo? Mi piacerebbe giocare la finale ad Amsterdam».

Ad Amsterdam ci gioca l'Ajax: chiuderà lì la carriera? «Mai dire mai, ma ora è davvero troppo presto per pensarci. Ho un contratto con l’Inter fino al 2015, e se dopo mi vorranno ancora... Io come minimo voglio restare fino alla fine del contratto. Io capitano dell’Inter? Eh, magari... Ma tanto Zanetti giocherà fino a sessant’anni, quindi sarebbero aspirazioni inutili».

Sul rapporto con Stramaccioni: «Capisce i giocatori, come Moratti. Abbiamo imboccato una strada nuova, con nuove idee, e dobbiamo andare avanti su questa strada. Parla tanto con me, di tutto. Mi fa sentire la fiducia e questo fa bene a qualsiasi giocatore».

Un'estate senza voci di mercato particolari per Sneijder. «Ah, ma ormai ci sono abituato. Non è una posizione comoda e in effetti questa volta le cose sono andate un po’ meglio. E ne sono felice, perché io voglio restare, non ho mai, mai pensato di lasciare l’Inter. Mi piace la squadra, la città. Mi piace la società. E mi piace anche questo allenatore. Gli altri? Diciamo che ora mi sento più a mio agio».

E l'America?«Un progetto per il futuro. Se mia moglie continuerà a fare l’attrice, magari in futuro per stare insieme dovrò fare una scelta e la Mls può essere un’idea. Adesso no. Adesso riusciamo a combinare tutto e siamo molto felici. Yolanthe è una grande tifosa dell’Inter e ha sempre sperato che restassimo a Milano».

In un recente passato, però, Wes è stato molto criticato. Si parlava di bevute, di chili di troppo... «Mi devono criticare per quello che faccio in campo, inutile preoccuparsi del resto. Ma non sono scemo. Non esco tutte le sere, anzi adesso non esco quasi più. A un certo punto chi mi criticava aveva anche un po’ ragione, perché farsi vedere tutte le sere al ristorante non è una bella idea. Infatti ora mangio a casa».

Contento dell’affare Pazzini-Cassano? «Contento per loro: Giampaolo è un grande attaccante e un mio grande amico, ma la sua storia con l’Inter era finita, e si può dire lo stesso della storia di Antonio con il Milan. Cassano è matto, ma è un grande giocatore. Ci darà una mano. De Jong? Anche in questo caso sono felice per lui. Al City non era sicuro di giocare, al Milan avrà spazio e farà bene. E per la prima volta potrò giocare contro di lui: siamo cresciuti insieme, mi fa un po’ effetto. Nel derby saranno scintille, ci sono sempre scintille».

E la tristezza di Cristiano Ronaldo a Madrid? «Non saprei cosa dire, non lo sento da mesi. Credo siano esagerazioni giornalistiche. Se c’è bisogno di trovare una soluzione, lui e il club la troveranno presto. Kakà? Non è lui che ha preso il mio armadietto e la mia maglia, quindi non gli porto rancore e non cerco vendette... Scherzi a parte, Kakà è un giocatore di qualità altissima. Ed è sempre bravissimo».

Fabrizio Romano - Alessandro Cavasinni


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