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Spalletti: "Ci sarà rotazione, ma siamo l'Inter. Marotta? Qui non sapeva nulla nessuno"

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: dall'inviato al Suning Training Centre (Appiano Gentile), Mattia Todisco

Vincere aiuta a vincere, questo deve essere il mantra in casa nerazzurra. E dopo il sesto successo consecutivo in campionato, all'Olimpico, l'Inter ospita domani pomeriggio al Meazza il Genoa. Come per ogni vigilia, Luciano Spalletti è protagonista della conferenza stampa pre-partita al Suning Training Centre. Diretta testuale su FcInterNews.it.

Che difficoltà ci sono in questa gara? Ci sarà un'ampia rotazione?
"Presenta delle difficoltà come per tutte le gare che disputiamo perché di insidie se ne trovano in ogni angolo, nel nostro campionato. Di più ci sono le ultime prestazioni del Genoa, anche tre giorni fa contro il Milan. C'è voluto un Milan forte e con una testa sana per portare a casa il risultato. Loro hanno reclamato di aver meritato di più ed è vera sia una cosa che l'altra. Questo dà la misura di cosa ha fatto il Genoa. L'insidia è che ogni volta che andiamo in campo dobbiamo dimostrare che siamo superiori agli avversari. Non è tanto la forza dell'avversario ma è la garra che metti per batterlo. Quanto alle rotazioni qualcosa di diverso ci sarà ma il vostro modo di parlarne... Rotazioni può andare bene perché io metto in campo sempre l'Inter".

Cosa può dare l'arrivo di Marotta? 
"Lo conosco ed è un ottimo professionista, può dare il suo contributo. Ma qui ce ne sono molti che potrebbero dare il proprio contributo alla Juventus. La cosa che mi fa riflettere è che Marotta che viene via dalla Juventus lo sapevano solo alla Juventus, che potrebbe venire all'Inter lo sanno tutti meno che all'Inter. C'è qualcosa da rivedere...".

Guardandovi negli occhi negli spogliatoi in cosa avete l'obbligo di credere? 
"Nel fatto che siamo una squadra fortissima, che gioca un calcio importante. Come è successo in qualche partita. Una squadra che possa meritare i tifosi che avrà domani. Intorno ai 70mila spettatori. Dobbiamo meritare un palcoscenico del genere e un movimento di affetto e amore in cui loro sono sempre i primi a far la prima mossa. Come fai vedere qualcosa loro sono i primi a credere nelle nostre qualità future e noi dobbiamo essere del loro stesso livello. Vorrebbe dire portare a casa dei numeri".

Il 4-3-3 può essere un'idea per sorprendere il Genoa?
"Ogni allenatore guarda le gare degli avversari, c'è poca sorpresa. E poi con il 4-2-3-1 un mediano si alza sempre. Si può invertire il vertice di centrocampo, farli ruotare, ma la soluzione è giocare un calcio di velocità e di tecnica. Poi sono i calciatori forti che vanno a interpretare bene queste posizioni, avendo delle qualità di primo livello nelle finalizzazioni. Abbiamo dei nomi che rispondono quando li chiamiamo. Sarà l'intensità della partita, le scelte che facciamo, che vanno fatto tutte da professionisti dell'Inter quando ci sono in ballo i tre punti. Non è lo stesso che essere professionisti e basta".

C'è qualcuno che ha bisogno di tirare il fiato? Pensi sia possibile rivedere dal 1' Joao Mario? 
"Necessità non ce ne sono. Casomai è un prevenire quel che può succedere nelle prossime partite, facendo le somme della fatica successiva. E allora qualche ragionamento torna. Se si va dietro alla condizione psicofisica dei calciatori sono tutti nelle possibilità di giocare e dare il contributo nella partita di domani. Su Joao Mario il discorso è più di valutazione nella testa del giocatore perché uno come lui che dopo non aver toccato il campo per una decina di partite lo chiami perché hai bisogno di lui e lui mette a disposizione le cose che cerchi, facendo vedere di aver lavorato in maniera corretta, perché altrimenti avrebbe evidenziato il suo stato psicofisico in una gara così, dice che i calciatori lavorano bene qui e ci sono teste sane che fanno parte di questa rosa".

Nell'ultimo mese e mezzo l'Inter è maturata. Dopo questo tempo cosa chiede alla squadra? Domani pensa di partire con Lautaro? 
"Penso che dobbiamo tenere a mente alcune grandi prestazioni ma anche le partite che abbiamo giocato con il Sassuolo o con il Parma, perché abbiamo fatto una buona gara senza portare a casa nemmeno un punto. E' la somma delle esperienze che ci deve dire come ci dobbiamo comportare, quale sarà la prospettiva futura. Non è solo dire che abbiamo vinto le ultime, l'analisi è più profonda. Io quando si passa nei momenti migliori mi parte l'allarme rosso perché troppi complimenti indeboliscono i calciatori, che in questi ultimi due allenamenti hanno fatto vedere di aver imparato alcune lezioni. Però è bene sempre ricordare tutto e che come si diceva prima per vincere o per avere la quasi certezza di vincere devi mettere tutto e allora parte il merito e ti viene dato qualcosa. Però poi c'è da rifarlo e questo si vede solo nello scorrere della partita. Lautaro fa parte del ragionamento di prima ed è nei miei pensieri perché è un calciatore di livello e ha caratteristiche ben precise. In queste partite ci può dare una mano importante perché ne abbiamo tante ravvicinate e quelli di qualità come lui servono. Che vuol dire scegliere lui e non far riposare l'altro. Si parte sempre con l'idea della riserva o del bocciato. In campo è una conseguenza che ci vadano in 11. In questo caso sono io che scelgo Icardi al suo posto. Se scelgo Lautaro non è per far respirare Icardi ma perché è di pari livello e spessore".

Come sta Nainggolan e quanto è importante averlo recuperato?
"Sta facendo vedere il suo pezzo forte, essere uno tignoso anche quando ha un problema. Oggi si è allenato, è andato forte, ha fatto un lavoro supplementare che doveva fare. Ha fastidio ma lo ha sopportato e qui c'è implicita la qualità dello staff del dottor Volpi perché abbiamo uno staff di primo livello e lo hanno rimesso in campo in pochi giorni. Lo porto con me. Domani mi sembra difficile poterlo usare ma è già dentro il gruppo e la mezzora la può fare anche domani perché ha quel carattere lì di volerci essere e stare. Non si fa il discorso su un conto di che livello possa essere il campionato dell'Inter prendendo solo un calciatore, per cui questo fatto che possa in dei momenti mancare qualcuno succederà a chiunque e far pesare al resto della squadra che diventa fondamentale lui all'altro che gioca al suo posto vuol dire che sopporto la riserva ma aspetto lui. E' un'impostazione differente rispetto al ruolo che fai. Io ho un gruppo forte, non è che ti faccio giocare perché manca lui. Io al posto di Joao Mario ne potevo scegliere altri tre o quattro. Ha giocato lui perché aveva per me le caratteristiche più precise e lui ha risposto correttamente. Radja è forte, come altri che fanno parte dell'Inter che lo sono altrettanto".

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