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Spalletti: "Non dobbiamo nasconderci. Scudetto? Ecco cosa serve"

di Redazione FcInterNews.it
Fonte: dall'inviato al Suning Training Centre (Appiano Gentile), Mattia Todisco

Domani il mondo appassionato di calcio osserverà quanto avverrà al Meazza, dove dalle 20.45 si affronteranno Inter e Juventus. Partita fondamentale per gli obiettivi di entrambe e che potrebbe essere lo spartiacque della corsa allo scudetto. Dopo Massimiliano Allegri, è il turno di Luciano Spalletti analizzare l'impegno durante la tradizionale conferenza stampa pre-gara. FcInterNews.it è sul posto e propone le sue parole.

Cosa le dà più fiducia in vista di domani?
"La crescita della squadra durante la stagione. So che sarà una partita durissima, ma abbiamo imparato a dialogare con i nostri difetti. Questo rappresenta la crescita, siamo pronti a giocare questo finale di campionato con un obiettivo importantissimo come l'ingresso in Champions".

E' soddisfatto della designazione di Orsato?
"Non vedo quale sia il problema. Gli arbitri hanno fatto vedere di avere qualità e professionalità. La Juventus ha vinto quasi sempre, non mi sembra che le statistiche di questo o quest'altro arbitro con loro dicano qualcosa di particolare o diverso l'uno dall'altro. Hanno quasi sempre vinto, per cui è dipeso dalla loro qualità".

Lo "spareggio" a Roma aggiunge pressione?
"Io ci metterei la firma per andare a giocarci l'accesso in quella partita. Non è un peso. Sappiamo che abbiamo la possibilità di giocarci qualcosa di grandioso. Tornare in Champions rappresenta tutto l'amore per il club, i calciatori, da parte dei tifosi. Rimetteremmo le cose a posto per quel che riguarda la storia del club. Dobbiamo farci trovare pronti".

Ti aspettavi che Salah diventasse uno dei più forti al mondo?
"Io ho toccato con mano, so che qualità può esibire. Fa tutto con facilità e c'è stato il lavoro di Klopp. Io ho tentato tutto l'anno di metterlo più centrale e lui andava invece esterno per prendere il pallone, però mi sembra si sia reso conto di quella che deve essere la sua posizione di partenza e ne abbia tratto grandissimo beneficio. Ha ancora margini di miglioramento, perché è un ragazzo bravo che ama il suo lavoro e i compagni di squadra. E' disponibile a mettere a disposizione tutto sé stesso per l'obiettivo".

Si aspetta che domani la squadra esprima il massimo potenziale?
"Mi aspetto una prova importante. Sono partite in cui se si pensa di nascondersi si viene subito stanati. Bisogna prendersi le responsabilità e cercare le giocate che fanno la differenza. Dice il saggio del calcio: prima della giocata illuminante bisogna correre e portare a casa tanti contrasti. Dopo bisogna correre e portare a casa tanti contrasti. Bisogna fare tutto, solo una delle due cose non basta. E in più c'è la Juventus davanti".

L'ultima vittoria contro la Juventus arrivò con De Boer con una gara spregiudicata. Ci sono le condizioni per giocare una partita del genere?
"A volte non ci siamo riusciti ma il tentativo lo abbiamo sempre fatto. Sappiamo che è più facile se rimaniamo nell'altra metà campo più dell'avversario. Perché è più facile che venga fuori l'episodio di una punizione o per tirare in porta. Allo stesso tempo bisogna sapere quando bisogna tornare indietro perché la Juventus ha giocatori che ribaltano l'azione facilmente e che sa farsi trovare pronta anche quando viene aggredita nella propria metà campo. Non ricordo benissimo quella partita, non l'ho guardata. Ho visto solo alcuni spezzoni. Quella di settimana scorsa con il Napoli l'ho vista, ma la Juventus ha fatto vedere di sapersi adattare un po' a tutto. Allegri poi sa come utilizzare al meglio i propri calciatori e alterna difesa a tre e a quattro con elasticità totale. E' il più bravo di tutti a leggere le partite, poi una gara non fa testo".

Si aspetta domani una giornata sopra le vostre possibilità?
"Non direi così, se abbiamo questi punti è perché li abbiamo guadagnati. In determinate partite qualche rimpianto c'è ma poi qualcuna l'abbiamo portata a casa all'inizio per un episodio. Ora sappiamo più cose di noi, abbiamo più equilibrio e viste le reazioni a questo andamento è quel che rappresenta la nostra crescita: siamo più solidi perché siamo entrati nelle nostre cose e ne siamo venuti fuori. In alcuni momenti è chiaro che abbiamo lasciato punti che avrebbero dato una classifica differente".

Al termine della gara di andata non eri contento perché dovevate osare di più. A che punto siete oggi? Un pari può servire?
"Per ruolo si cerca sempre di allungare l'elastico finché c'è possibilità, poi bisogna anche rendersi conto che magari è giusto che non si allunghi più. La possibilità di fare di più sotto l'aspetto dei gol fatti c'era e c'è, anche se ora è migliorata perché ha segnato qualcun altro e abbiamo vinto in trasferta. Abbiamo portato a casa le condizioni per andare avanti, sono questi i momenti belli da dover focalizzare. Il calciatore forte questi giorni li vive col piacere di andare a giocarla. Si pensa solo a quel che si può realizzare in una partita così. Io sono felicissimo di essere alla vigilia di questa gara. Il pari non è che non serva a nulla, ma entrambe le squadre giocheranno per vincere".

La sconfitta della Juventus con il Napoli li farà arrivare più arrabbiati?
"Secondo me sarebbe stato uguale. Se loro devono essere arrabbiati dopo una sconfitta col Napoli, noi che non vinciamo nulla da sette anni pensa come stiamo".

Pensi di avere un debito col Napoli da mettere a posto?
"A me interessano i tre punti che darebbero la vittoria all'Inter. Non i tre punti che toglierebbero qualcosa alla Juventus".

Secondo Allegri chi vince è un bravo ragazzo e chi perde è un... Condivide questa massima, considerando anche che rischiereste di non andare in Champions con oltre 70 punti?
"E' la guru academy... Alla fine dell'anno ti rimane quello che hai creato, può darsi sia una bella storia anche non arrivando al risultato importante. Noi abbiamo tentato di rifare le cose per bene, non mi sento bravo quando vinco o coglione quando perdo perché ho lavorato prima di fare l'allenatore, poi ho allenato i bambini e di nuovo quelli grandi. Mi troverò bene comunque dove sono stato e sono sicuro che mi sarò impegnato in ogni contesto in cui sono stato o sarò chiamato a tenere un ruolo".

E' paradossale ci sia contestazione per una squadra che ha vinto gli ultimi sei scudetti?
"E' un'esasperazione italiana, perché a parte gli ultimi incidenti siamo in un percorso di miglioramento. Da un punto di vista mia il nostro calcio è un patrimonio che va difeso e valorizzato soprattutto da quelli che lo vivono quotidianamente come noi o voi. Molti risultati visti in giro per il mondo sono frutto della nostra qualità e tradizione. In qualsiasi settore gli italiani vengono rispettati come persone che hanno la soluzione per tutte le cose. Dobbiamo un po' migliorare sotto questo aspetto, perché abbiamo una tradizione importante e perché in questo sport è bello vedere delle serate come il derby in cui si abbraccia anche con la sciarpa diversa. In questo siete stati bravi a portarlo verso questa condizione. All'estero funziona così. Il calcio dà lavoro a tanti, è vero che ci sono delle esagerazioni, ma è un movimento importantissimo".

Si sfidano due attacchi forti, ma anche due grandi difese. In una gara in cui il pari serve a poco, conta di più la difesa o l'attacco?
"Difficile da dire, conta un po' tutto. Le squadre hanno a disposizione materiale per scardinare la forza dell'avversario, per cui per una buona difesa ci vuole supporto dal reparto offensivo per non far pensare l'avversario e fargli partire sempre un'azione un po' sporca, non facendogli arrivare in area palloni facili, perché questo sarebbe un carico più pesante da sopportare. Ci sono stati momenti nella mia carriera in cui avevo difficoltà e la soluzione la trovare spesso a centrocampo, ruotandoli, perché i centrocampisti hanno la duttilità per fare un po' tutto. Poi è chiaro che ti manca la giocata del trequartista o di chi ti fa fare la fase difensiva in maniera tosta, ma portano a casa le qualità che ci sono in tutti i reparti. Il centrocampista è un bel ruolo, infatti io ero centrocampista (sorride, ndr)".

Trova diseducativo il detto per cui "vincere è l'unica cosa che conta"?
"Preferisco non giudicare".

Per l'anno prossimo si può partire pensando che l'obiettivo possa essere lo scudetto?
"I nostri tifosi sicuramente viaggiano a punteggio pieno, per quella che è la presenza, per quello che è l'affetto. Sono venuti ad aspettarci anche a Genova dopo la partita. Poi viene riportato come se fossero venuti a contestarci, ma non era così. Sono venuti a farci vedere cosa ne pensavano per farci rendere al massimo. Non so in fondo come la penseranno e quel che si aspetteranno l'anno prossimo, ma ci sono delle differenze: la Juventus lavora a un certo progetto da tanti anni e ha fatto vedere di essere all'altezza, il Napoli lavora da diversi anni con lo stesso allenatore che è stato bravo a creare una mentalità di cui si parla ovunque. Diventa fondamentale non arrivare in fondo e dover ripartire quasi da zero. Secondo me quest'anno non sarà così. Sarà importante parlare con chiarezza per non illudere e rincorrere ciò che non si può sostenere. Poi per vincere uno scudetto ci sono cose da mettere a posto".

Dei venti gol subiti, dieci sono arrivati da calcio piazzato per la Juventus e l'Inter ne ha segnati molti da fermo. Avete lavorato anche su questo?
"La Juventus fisicamente è imponente, noi non siamo messi male. Poi è ovvio che qualche gol da calcio diretto ci manca. Loro su quello hanno possibilità in più perché hanno degli specialisti. Noi abbiamo potenzialità ma non siamo nelle condizioni di poterci esibire al massimo".

FcIN - Leggendo anche quel che hanno scritto alcuni giocatori sui social o che hanno detto nelle interviste, vede nei giocatori la convinzione di poter vincere questa partita?
"Questa è una squadra che si è costruita nelle gare precedenti la possibilità di fare qualcosa di grandioso. Viene anche dai giusti comportamenti nelle gare precedenti. Questa settimana abbiamo fatto allenamenti veri, non partite a calcio balilla".


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