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Squadra bassa, solida e compatta: contro l'Arsenal l'Inter riscopre il suo Lato B. E un precedente fa ben sperare

di Fabio Costantino

C'è chi ha volutamente criticato, c'è chi invece è andato oltre l'apparenza mirando la luna invece del dito che la indica. L'Inter vista mercoledì sera al Meazza contro l'Arsenal ha sicuramente fatto discutere per il tipo di atteggiamento in campo, decisamente agli antipodi rispetto a quello mostrato dai nerazzurri sotto la gestione di Simone Inzaghi. Squadra bassa, quasi tutta dietro il pallone, intenta a chiudere i varchi agli avversari piuttosto che a costringerli a difendersi. Storcere il naso è decisamente fuori luogo, perché oltre ad affrontare una big d'Europa l'Inter poteva permettersi di difendere il vantaggio raggiunto nel primo tempo con il rigore di Hakan Calhanoglu e, giusto ribadirlo, era scesa in campo con diverse novità rispetto alla formazione di titolarissimi che probabilmente rivedremo domenica sera contro il Napoli, sempre a San Siro.

Criticata giustamente per l'eccesso di squilibrio mostrato contro la Juventus con due reti di vantaggio, la squadra ha imparato dal proprio errore che le è costato l'unico pareggio in un periodo di 8 vittorie. Già a Empoli e contro il Venezia i nerazzurri hanno rallentato, senza andare necessariamente a forzare le azioni d'attacco e hanno concluso senza subire reti. Poi, in Champions League e contro una delle migliori squadre della Premier League, il 'capolavoro' tattico eseguito alla perfezione da tutti gli interpreti, che hanno reso inoffensivi i Gunners di Mikel Arteta, costringendoli a un lento e prevedibile giro palla e a cross buttati in area senza particolare logica, sperando nel rimpallo o nel caso. Obiettivo quasi raggiunto a metà ripresa, quando un pallone deviato arriva sul sinistro letale di Kai Havertz, spiazzando Benjamin Pavard e Stefan de Vrij ma non Yann Bisseck, che gettandosi a peso morto riesce a deviare in corner sfumando la principale occasione creata dagli ospiti. Un episodio che sintetizza la prestazione nerazzurra soprattutto nella ripresa, quando lasciando il pallino del gioco agli inglesi riesce a controllarli rischiando pochissimo. Non a caso Yann Sommer deve intervenire seriamente solo una volta sempre su Havertz, mentre l'altra ghiotta opportunità, il salvataggio sulla linea di Denzel Dumfries, è frutto di una deviazione casuale di Mehdi Taremi da corner.

Andando ad analizzare la serata del Meazza, Inzaghi ha fatto un passo avanti, non indietro perché ha mostrato anche il Lato B dell'Inter, quello difensivo, dopo aver distribuito in Italia e in Europa un bellissimo Lato A, quello offensivo. La partita contro la Juventus e i 13 gol subiti in campionato avevano fatto emergere dubbi sul fatto che la squadra, sempre a trazione anteriore, non fosse in grado di cambiare atteggiamento e frenare per proteggere la propria porta, badando al sodo nei momenti di stanca. Invece l'Inter ha saputo cambiare pelle nel momento opportuno, in una partita che valeva tanto per la classifica di Champions League e che in certi aspetti ha ricordato quella di due stagioni prima contro il Barcellona (vinta anche allora 1-0 grazie alla rete di Calhanoglu nel recupero del primo tempo), il match che, convinzione generale, diede ai giocatori la consapevolezza di poter recitare un ruolo importante in Europa fino alla finale di Istanbul. La speranza è che, con una Lato A sempre gradevole e un Lato B ritrovato, la storia possa ripetersi.

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Giovedì 14 novembre