Strama, 2 jolly in 1 minuto. Grazie Hajduk, e quel bollito argentino...
Diciamo la verità, neanche Stramaccioni avrebbe mai immaginato di poter essere così efficace nelle sue scelte. Eppure al 71esimo, quando leva dal campo Milito per lanciare Coutinho con la consapevolezza di privarsi dell'unica prima punta, pesca due jolly: il blitz di Palacio e con esso la consapevolezza di avere già in casa il vice Principe (o meglio, di poterlo adattare in assenza di altro). El Trenza, un pallottoliere in questo avvio di stagione, piazzandosi al centro dell'attacco firma il definitivo 2-0 dell'Inter a Petra Niemt contro il Vaslui, avvicinando i nerazzurri al girone di Europa League. Della serie: grazie Hajduk per averci mostrato la luce. In questa competizione non si scherza.
OTTOCENTO - L'uomo bionico, come l'ha definito Stramaccioni, continua a essere l'arma in più dell'Inter. Javier Zanetti, nel giorno dell'800esima partita in carriera nerazzurra, fa capire come mai da 17 anni sia un inamovibile della squadra nerazzurra. Il capitano inizia (bene) da terzino sinistro, poi riempie il buco a centrocampo dopo il guaio muscolare a Mudingayi al 18esimo. Gli americani definiscono questo tipo di giocatore 'All Around', anche se francamente non esiste, neanche nel ricco gergo sportivo a stelle e strisce, un'etichetta che possa calzare a un caso unico come Zanetti. Chapeau, per l'ennesima volta.
LA VIRTU' DEI FORTI - La pazienza è la virtù dei forti. E questa Inter, per indole, ne ha a vagonate. Una fitta rete di passaggi, anche orizzontali o arretrati ma mai fini a loro stessi, è il marchio di fabbrica del gioco di Stramaccioni. Per gran parte del match il Vaslui non ha mai visto il pallone, costretto a inseguirlo tutte le volte che i nerazzurri (anzi, i rossi) se lo scambiavano in attesa della verticalizzazione letale. Affidata, il più delle volte, al folletto di Utrecht. Anche se, nel primo tempo, merita una menzione un lancio rasoterra al volo, di esterno destro, firmato Guarin. Quanta qualità nei piedi del colombiano...
NO RITMO, NO PARTY - Se il meglio di sé l'Inter lo offre quando aspetta con calma il momento per colpire, il peggio nasce nel momento in cui il ritmo, generalmente medio-alto, si abbassa, e con esso il baricentro. È in questi frangenti, di cui i romeni non sempre percepiscono l'importanza, che la squadra nerazzurra soffre e i giocatori più avanzati sono costretti ad arretrare per ricevere palloni giocabili. Siamo ancora ad agosto, la condizione non è ancora la migliore ma è facile intuire come quello del ritmo/intensità sia un dettaglio significativo nelle sorti della squadra di Stramaccioni.
BOLLITO ARGENTINO - In tanti, forse troppi tifosi interisti, all'apice del malcontento per una stagione storta e un mercato che non decollava, hanno puntato il dito contro Cambiasso, reo di essere un simbolo della vecchia guardia ormai da accantonare e chiudere in soffitta. Fresco 32enne, il Cuchu non solo si sta rivelando utile per il centrocampo dell'Inter, in attesa dell'innesto di Gargano, ma si è riscoperto decisivo in zona gol. Se quello di Locarno valeva quanto il due di spade con briscola a denari, il sinistro al volo in Romania ha un peso specifico tremendo per le sorti europee nerazzurre. Il bollito argentino è ancora freschissimo.