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Strama: "Mai dubitato della fiducia di Moratti. Poi decide sempre lui"

di Redazione FcInterNews
Fonte: dall'inviato, Mario Garau

Domani sera a San Siro, ore 19, si giocherà il ritorno degli ottavi di Europa League tra Inter e Tottenham. Il 3-0 dell'andata è un risultato obiettivamente difficile da ribaltare ma i nerazzurri cercheranno di onorare l'impegno a prescindere. Di questo e altro parla Andrea Stramaccioni in conferenza stampa pre-gara ad Appiano Gentile. FcInterNews.it è presente sul posto con il proprio inviato e vi riporta le sue dichiarazioni:

Quali difficoltà troverai domani con la necessità di formazione imposta dalla partita di Genova?
"Credo che noi dobbiamo pensare solo a questa gara e mettere grande impegno, in merito al risultato dell'andata. Vogliamo onorarla, ma sappiamo la situazione in Europa League, con pochi giocatori a disposizione. Ma vogliamo fare bene, poi il calcio è strano. Vediamo come si mette la partita".

Il risultato domani è importante a livello psicologico, ma conta di più domenica.
"Sappiamo tutti l'importanza delle restanti 10 partite di campionato, ma la nostra testa è a domani sera. Vogliamo tutti faare bene, poi da venerdì penseremo al campionato che per noi è importante. Dobbiamo far bene e vincere davanti ai tifosi, per la qualificazione ci servirà fortuna".

Vede parallelismi con la scorsa stagione quando l'Inter ha avuto pure molte difficoltà?
"Mancano 10 partite e al mio arrivo ne mancavano 9, per il resto nello spogliatoio la pensiamo tutti allo stesso modo, non sono d'accordo con Chivu ma lo sa anche lui, sappiamo tutti che stiamo giocando male, non possiamo negarlo. Sta a me che sono l'allenatore trovare il modo di ridare sicurezza alla squadra, quella sicurezza smarrita, lasciando perdere i perché, i miei compiti nel futuro sarà ridare a questa squadra quelle sicurezze in campo che non le permettono più di esprimersi. Per me il primo tempo col Bologna è stato più negativo di altri perché eravamo bloccati e impauriti, ora dobbiamo fare tesoro di questa situazione che non piace a nessuno, rimettersi in pista da domenica e tornare a quella squadra che con gli stessi effettivi e lo stesso allenatore era arrivata a -1 dalla prima. A sfasciare tutto ci vuole un secondo, a ricostruire ci vuole tempo. Chivu da uomo vero ha dato un segnale forte a tutti i compagni, l'allenatore è il primo a dire che quello che vede non gli piace, ha colpe sue, non si è mai tirato indietro, ma è lo stesso che è arrivato a un punto dalla prima. Sono fatto così, sono ottimista, mancano 10 partite, un minicampionato, ritroviamo quelle certezze che ci hanno portato lassù".

Il risultato del Milan suggerisce che tutto si decide in 180 minuti. Su cosa avete lavorato?
"Il primo è la gestione delle energie, capitalizzare al meglio tutto per mettere in campo giocatori che sono costretti a straordinari necessari per noi. Da un punto di vista tattico conosciamo le qualità del Tottenham che possono essere limitate, sarà il campo a dire se ci siamo riusciti".

Come si fa a trovare in questi giorni la serenità?
"La serenità è il termine sbagliato, un allenatore non deve perdere la lucidità. Mi riconosco come qualità quella del lavoro sul campo, pensare al campo è fondamentale. Le regole è come se te le avessero spiegate prima, ho beneficiato io stesso di una situazione del genere l'anno scorso. Mi ritengo mediamente intelligente e so che all'Inter quando le cose non vanno bene vai incontro a queste situazioni. Sarei preoccupato se non vedessi nei miei giocatori la voglia di ribaltare questo momento. Domenica nella ripresa è come se ci fossimo sbloccati, ora sono concentrato sulle restanti partite. Denrtro di me so che sarò giudicato per quello che faremo d'ora in poi. Il presidente è arrabbiato, maa lo siamo anche noi".

Ha la sensazionee che domenica possa essere l'ultima spiaggia?
"Onestamente no, credo che il mio lavoro verrà giudicato a fine stagione. Poi magari il presidente decide di cacciarmi dopo la Sampdoria (ride, ndr). Ma da lui percepisco fiducia e sostegno maggiori dopo una brutta sconfitta, non potrò mai dire che non mi ha sostenuto al 100%. Lui è il presidente e comunque può decidere".

A livello fisico sembra sempre che manchi qualcosa.
"In Europa League paradossalmente servono più energie rispetto alla Champions, se non cambia il calendario. Tutte queste gare il giovedì incidono tantissimo la domenica. Inoltre noi abbiamo iniziato prima di tutti, abbiamo avuto problemi in lista e pagato questi elementi in campionato. Poi ci si sono messi gli infortuni e la questione coppa si è accresciuta. Se rifacessi l'Europa League farei scelte diverse tra giovedì e domenica, valutando la possibilità del ricambio. Anche altre squadre stanno avendo questi problemi. Spero comunque di fare la Champions".

Nel progetto iniziale erano previsti problemi di questo genere?
"Secondo me la cosa più difficile non è mettere su il progetto, ma mantenerlo e difenderlo quando le cose non vanno al meglio. Siamo infastiditi dalla mancanza di continuità della prestazione né nella stessa gara né nel periodo. Tra gli obiettivi resta il terzo posto, quello che conta è come arriviamo a giocarcelo. La sensazione è aver mostrato qualità che adesso non riusciamo più a confermare. Questo ci dà rabbia, solo dentro di noi possiamo trovare quelle sicurezze, anche perché altre contendenti stanno attraversando diversi problemi. Questo campionato equilibrato ti vieta di perdere punti ma ti offre la possibilità di rimanere in corsa. I giudizi dei giornalisti sono relativi a ogni partita, ma ce ne sono altre 10 e ci sarà tempo per valutare tutto".

Il suo futuro è legato a domani sera o al terzo posto?
"Credo che conti il risultato di una stagione, poi sarà il presidente a decidere. Caratterialmente non mi arrendo mai, sono concentraato a dare tutto ciò che ho, a fare il poco che so sul campo. Non devo ascoltare altri pensieri, poi ci sarà tempo per i bilanci".

Secondo te in società tutti remano dalla stessa parte?
"Il mio interlocutore primario è sempre stato il presidente, a me interessano le sue indicazioni. Poi è normale che interagisco con tutti ogni giorno, ma i miei riferimenti sono presidente e squadra. Il mio compito è fare lp'allenatore, l'Inter ha tanti professionisti che sanno cosa devono fare".

Ci sarà Nagatomo in Nazionale?
"Nella pre-convocazione c'è, però se no nsta bene per giocare con noi sarà così anche con la nazionale giapponese".

Ti sei pentito a un anno di distanza di aver preso questo incarico?
"Assolutamente no, normale che ci siano periodi positivi o negativi. Ho commesso errori, giusto che ci siano critiche ma tutto ciò che so fare l'ho messo sul campo. Non mi sono esaltato nel momento in cui si diceva che ero molto bravo, non mi butto giù adesso che si dice il contrario".

Domanda di FcInterNews.it: perché non puntare su Kuzmanovic e Rocchi contro il Bologna visto che non erano in lista EL?
"Kuzmanovic ha avuto un problemino muscolare in settimana e non era al meglio, quando ho sostituito Stankovic ho puntato su Kovacic. Poi Cambiasso è entrato per la sua pericolosità in attacco. Rocchi avrebbe potuto aiutarci nel forcing finale, però ho inserito prima Cassano e con Cambiasso ho esaurito i cambi".

Credi che qualcosa in questo finale di stagione possa cambiare, al punto da continuare a guidare l'Inter?
"Sono convinto del lavoro sul campo e della professionalità dei miei calciatori. Se domenica fosse stata l'ultima giornata avremmo chiuso il campionato in modo insoddisfacente. Ma restano 10 partite e sono certo del lavoro mio e dei calciatori. Ora è tempo di rimboccarsi le maniche, abbassare la testa e lavorare".

Se succede il ribaltone domani cosa dirai?
"Ho visto che i nostri risultati positivi poi si perdono nel tempo se non hanno continuità. Pagherei per fare risultato domani sera e continuare a farlo in campionato, non per continuare con alti e bassi. Domani sera è difficile, per il momento e il risultato dell'andata. Ma sono convinto che ci sarà una risposta sul campo e domenica dovremo ricominciare a fare punti a Genova".


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