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Strama: "Ora siamo una squadra. L'arbitro? No, non esageriamo..."

di Alessandro Cavasinni

Andrea Stramaccioni si presenta ai microfoni di Sky evidentemente felice, sebbene stravolto per la tensione accumulata.

"Bene due cose. L'approccio alla partita, una cosa in cui avevamo lavorato tanto. E poi in una condizione di grande difficoltà con l'inferiorità numerica, non abbiamo concesso al Milan la sua arma migliore, ossia il palleggio al limite. Non abbiamo rinunciato a ripartire con i giocatori che avevamo in campo: carattere importante, oggi era difficile. Lo Scudetto? La classifica la lasciamo stare, pensiamo alla crescita. Stasera grande carattere, grande testa: indice di una forza mentale e di un'ottima organizzazione".

Sull'arbitro: "Io credo che l'arbitro abbia arbitrato al meglio delle sue facoltà. Io ho perso la pazienza solo su un fallo, ma poi ho chiesto scusa. Sono peccati di gioventù da Serie A".

L'espulsione era giusta (gli esclamano da studio): "Era giusta? (ride, ndr). Se ora devo dire che l'arbitro ha danneggiato il Milan mi sembra di esagerare. Il giocatore ce l'ha caciato a noi! A parte tutto, dico che nel calcio di oggi un'espulsione di condanna. Sul secondo giallo eravamo a metà campo, El Shaarawy continua a giocare. Rendiamoci conto...".

"Dobbiamo migliorare la continuità nel fare la partita - continua il tecnico nerazzurro -. Ma ora c'è la sensazione che in campo c'è una squadra che ti può far sempre male, corta, organizzata. Eravamo partiti forte, anche nel secondo tempo con Guarin, ma poi in 10 si è sofferto e il merito dei tre punti è tutto dei ragazzi. L'unica cosa che non abbiamo eseguito bene è stato innescare Coutinho. In difesa, invece, siamo stati bravissimi con gente che fa male nell'uno contro uno. Mi sono arrabbiato per due palle perse di Juan, in cui ci potevano fare gol".

"L'unica cosa che mi fa piacere è quando dicono che lavoro tanto sul campo. L'esultanza? Questa curva, dopo Inter-Siena, mi aveva tributato uno striscione che non penso di aver meritato. Ci avevano sostenuto sempre, magari altri fischiavano. Per questo io non dimentico e dedico anche a loro la vittoria".

A Mediaset Premium, Stramaccioni risponde alle parole di Allegri: "La squadra penalizzata è stata l'Inter, che ha giocato per quasi 45' con un uomo in meno. Comunque domani devo andare a Coverciano e lì c'è Sacchi - scherza il tecnico -, non mi fate parlare di arbitri perché dobbiamo distinguerci in questo. Il segnale di oggi è che l'Inter è in crescita".

Alla Rai invece parte con la dedica ai tifosi e con un messaggio: "Io per l'Inter non ho fatto ancora niente, era il giusto tributo per questi tifosi straordinari. Il lavoro? Nel calcio ci sono aspetti che non si affinano sul campo. Giocare in 10 contro 11 in uno stadio avverso ti fa capire quanto stiamo crescendo. Siamo partiti forti poi il Milan ha finito meglio il primo tempo. L'espulsione di Nagatomo mi ha costretto a rivedere una squadra che volevo solida. Abbiamo però concesso al Milan solo dei cross sempre innocui, negando il loro gioco". Strama però non si nasconde: "Sappiamo di dover lavorare, ma siamo cresciuti come squadra e come coesione. Questa vittoria aumenta l'autostima e ci dà la forza di fare quello che forse non facevamo prima. Ma ci sono ancora tante cose su cui lavorare". Come ad esempio sulla continuità nel fare la partita: "Anche se oggi la dislocazione tattica faceva presupporre ad una superiorità con Coutinho come costruttore, ma Philippe ha sofferto molto la vicinanza tra De Jong e Montolivo e i difensori centrali, e non ha avuto la possibilità di fare il suo gioco".

Sulla difesa arcigna Stramaccioni sottolinea: "La cosa su cui lavorare era la fragilità difensiva. Ora la sensazione è quella di una squadra coi reparti più vicini, ma questo è un passo importante per crescere". Giudizio su Cassano: "Le prestazioni vanno sempre contestualizzate, il Milan gli ha messo due marcatori addosso. Davanti nel primo tempo nessuno dei tre ha brillato perché non si innescavano con continuità, poi il rosso non mi ha permesso di vedere la squadra con Guarin". 


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