Suazo: "Sono sempre stato interista, anche quando sono andato via. E il Triplete del 2010 lo sento un po' mio"
Ospite di Sky Sport in collegamento da Cagliari, David Suazo, ex attaccante di Cagliari e Inter, ricorda brevemente i suoi trascorsi nelle due società: "A Cagliari sono stato otto anni e mi sono abituato nel capire il calcio italiano, oltre ad imparare la lingua e la cultura. Gli ultimi quattro anni sono stati molto belli. Quando arrivi all'Inter, poi, sai che la competizione è molto più elevata e puoi permetterti di sbagliare meno rispetto al Cagliari. Poi in nerazzurro c'era un gruppo di attaccanti molto importante e lì è mancata un po' la mia costanza di rendimento. Lasciare Cagliari dopo otto anni non è stato facile, quando fai un percorso da calciatore però arrivano aspettative importanti e quando arrivano proposte importanti valuti con la società. Penso fosse arrivato il momento di provare nuove realtà, per fortuna a me è arrivata un'opportunità importante grazie alla quale ho vissuto esperienze come la Champions che ti fanno crescere come persona".
L'honduregno viene anche interpellato su Roberto Mancini e José Mourinho, i suoi tecnici in nerazzurro: "Entrambi sono due vincenti, a modo loro. Sono due allenatori che hanno vinto ovunque sono andati. Poi Mourinho ha il difetto di non avermi fatto giocare di più, Mancini si arrabbiava con me perché a volte sbagliavo i movimenti e mi diceva: 'Devi capire che non sei più al Cagliari'. Però mi ha sempre dato una mano nel modo di affrontare la competizione perché lui era abituato a grandi palcoscenici. Fra i due, poi, ci sono differenze nel modo di gestire: Mourinho quando arriva definisce un gruppo di giocatori e con quelli va avanti, se il tuo avversario nel ruolo si fa male tu giochi. Mancini, invece, faceva giocare tutti a seconda delle competizioni. Sapeva contare sul gruppo di più. Lo Scudetto vinto nel 2008 con lui è un'emozione che porto per sempre, lo abbiamo vinto all'ultima giornata e penso sia stato una festa fantastica; lo metto alla pari con la promozione in A col Cagliari nel 2004. Per noi è stato come vincere un campionato, mancavamo dalla Serie A da quattro anni e in quegli anni sono cresciuto". Da quale giocatore pensa di aver imparato maggiormente' "Ho imparato da tutti, posso dire che Zlatan Ibrahimovic mi ha molto impressionato, lui è uno capace di rompere le partite da solo. Poi ho conosciuto tanti fuoriclasse come Diego Milito, Luis Figo... E qualcuno lo dimentico".
Pur avendo giocato una sola partita, Suazo è stato parte anche dell'Inter 2009- 2010, quella del Triplete. Ma lo sente come suo quel trionfo? "Sì, perché ho vissuto sei mesi intensi e ho sempre seguito la squadra e ho fatto il tifo. Un po' me lo sento perché sono sempre stato tifoso interista, anche quando sono andato via". Ma come si viveva la concorrenza lì davanti? "Solo con un'attitudine positiva si raggiungono certi obiettivi. Quella squadra era conscia del fatto di far parte di una nuova storia, è stato bravo Mourinho nel farci credere che fosse possibile. Eravamo tutti pronti ad aiutarci l'un l'altro e l'esito finale ne è la prova". Ora che Suazo è diventato allenatore, rivela di avere un obiettivo: "Vorrei consolidarmi come Roberto De Zerbi, Ivan Juric o Roberto D'Aversa, che sono realtà vere che stanno mostrando il loro lavoro. Vorrei fare un percorso simile. Io più manciniano o mourinhano? Spero di avere rose come quelle che hanno avuto loro... Ma penso che finché si può si cerca di mettere la squadra migliore".
Suazo spiega anche perché ha preferito l'Inter al Milan nel 2007: "L'Inter è stata la prima a cercarmi e io avevo detto sì, poi c'è stata una notte in cui ero destinato ad andare al Milan. E' stata una situazione un po' bizzarra, il mio presidente mi ha chiamato dicendomi di quest'opportunità, io non ho dormito perché comunque avevo scelto l'Inter".