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Thohir: "Voglio un'Inter vincente". Moratti: "Mi renderò ancora utile"

di Fabio Costantino

Dopo l'assemblea dei soci, in anticipo rispetto al previsto, ha preso il via la conferenza di Massimo Moratti e del nuovo presidente dell'Inter Erick Thohir (con gli altri soci indonesiani), presso l'hotel Melià di Milano, l'epicentro del mondo nerazzurro in questo momento. Il presidente uscente e quello fresco di nomina si sono concessi alle domande dei numerosi giornalisti presenti sul posto, che attendevano dalla mattina presto tutte le novità. FcInterNews.it è sul posto e vi propone la conferenza:

Moratti, come mai ha deciso di non rimanere alla presidenza e cosa comporterà essere presidente onorario?
"Finalmente posso rispondere. Trovo che sia giusto che chi si prende il rischio dell'operazione sia anche presidente. Devo dire che mister Thohir e i suoi soci hanno insistito con me e mio figlio, li ringrazio, ma ci sembrava che questa responsabilità sulle spalle di qualcun altro non fosse giusta, oltre che non nostra abitudine. Giusto che questa carica di autorità fosse di chi entra. La carica di presidente onorario e vicepresidente sono importanti per noi, staremo vicini alla squadra e alla società, rispettando responsabilità e ruoli di chi l'ha acquistata".

Thohir inizia un suo discorso.
"Grazie a tutti per essere qui oggi, questo sogno grazie a Dio si è realizzato. Grazie alla famiglia Moratti, a Massimo per la fiducia e per il supporto nei miei confronti, e per la continuità di supporto che mi darà ancora. Grazie ai miei due principali amici e partner, Handy e Rosan, che da 20 anni lavorano con me. Il nostro impegno è lavorare sodo e duro insieme per l'Inter. Grazie alle nostre famiglie, perché ci hanno sempre sostenuto e accompagnato, hanno pregato per noi. Mi aiuteranno quando in piena notte manderò sms a Moratti e mia moglie si sveglierà, la ringrazio per la pazienza. Grazie anche ai tifosi di tutto il mondo che tramite i media hanno dimostrato vicinanza nei miei confronti, come ieri in aeroporto. Poi grazie a tutti gli advisor e i consulenti che hanno collaborato per rendere tutto questo possibile. Sarà importante per il nuovo management rendere l'Inter una squadra vincente, bella ed entusiasmante da vedere, un club in salute finanziariamente per competere a livello internazionale. Il mondo del calcio sta cambiando, il FFP è un aspetto importante. Il nostro obiettivo è rendere questo club più forte. Il nuovo quadro direttivo, Angelomario, io, Handy e Rosan promettiamo di lavorare duro e insieme, con Massimo Moratti, col mister Mazzarri e con la squadra. In questi mesi, dall'arrivo del mister, sono state gettate le basi importanti per l'Inter del futuro. Nei prossimi 2-3 anni sarà una grande sfida per noi rendere questa squadra più competitiva. C'è fiducia in quello che fa Mazzarri, l'obiettivo è fare in modo che l'Inter sia sempre più vincente (poi Thohir improvvisa un 'chi non salta rossonero è' che strappa applausi, ndr). Vorrei citare Giacinto Facchetti, che disse 'il segreto di ogni trionfo è la forza di ogni convinzione'. La nostra convinzione è la passione e spianerà la strada all'Inter. Avremo un compito difficile, ma i nostri obiettivi saranno chiari e tutto sarà basato sul lavoro, per continuare a rendere l'Inter quella che Massimo Moratti e la sua famiglia hanno reso negli ultimi 18 anni. Vogliamo continuare così, perché l'Inter sia più forte e competitiva".

Moratti, quanto è stato doloroso questo passo?
"E' un po' che lo sto facendo e mi sono abituato. Dal punto di vista affettivo, si capisce dalla mia emozione, che in base ad abitudine, familiarità e affetto tutto è meno facile. Ma qui vince il pragmatismo. Sotto il profilo del futuro, della forza della società, del mantenimento delle ambizioni, come capita nell'industria, è giusto passare a un socio che abbia questa vivacita, nuova ambizione, porti qualcosa di nuovo. Quello che portano Thohir, Soetedjo e Roeslani è l'entusiasmo di paesi in crescita, che vedono questa cosa come un gioiello che porti anche economicamente e culturalmente qualcosa in più. Credo sia un grosso vantaggio per la società, le persone sono state assolutamente sempre all'altezza del loro ruolo, i tifosi li consideravano usurpatori, ma si sono presentati con correttezza e questo ci ha messo in condizione di lavorare meglio. Io e mio figlio abbiamo dei ruoli nel club, potremo essere ancora utili all'Inter e a loro, che hanno fatto questo passo bellissimo e di successo".

Thohir, quando nasce la vostra passione pr l'Inter? Avete in mente un colpo di mercato per i tifosi?
"La serie A era estremamente famosa in Asia negli anni '80 e quando io e i miei partner eravamo adolescenti. Come indonesiani il pubblico poteva scegliere la squadra da tifare, la nostra scelta è stata l'Inter. Per questo ho voluto ringraziare Dio per aver concretizzato questo sogno e questa passione che in me c'è da tanto tempo. Quando ho discusso con Moratti e i partner uno dei focus sono state le persone. In Asia ci sono 2,5 miliardi di persone, tutta gente che deve essere coinvolta affinché la serie A torni a essere famosa come negli anni '80. Anche negli Usa ci sono 250 milioni di persone che apprezzano il soccer, e da oggi aumenterò il numero dei tifosi nerazzurri, attirandone di nuovi in queste regioni, rendendoli parte della famiglia Inter. Dal punto di vista commerciale una mia dote è la pazienza, per questo ho iniziato a lavorare nel settore dell'entertainment. Handy e Rosan condividono con me questa pazienza nei loro settori, da parte nostra vogliamo portare la nostra pazienza, il nostro know how commerciale, unendoli alle competenze della famiglia Moratti nel calcio, per rendere l'Inter una società sostenibile".

Moratti, qualche giorno fa Zanetti l'ha definita 'l'anima dell'Inter'. Lei ha rappresentato l'Inter anche a livello istituzionale, un ruolo più ampio. Ora che accadrà per lei?
"Io la vivo da tifoso come gli altri. Oggi il tifoso si sente anima e corpo parte di questo club. Certamente non sono escluso dalla vita della società, cercheremo comunque di lavorare insieme per una costante costruzione del futuro. Dal punto di vista emotivo ci si sente meno in dovere, come succede nel lavoro quando ci si svglia perché si sente in dovere. Io non mi sono mai sentito indispensabile ma farò di tutto per dare ciò che posso all'Inter. In partita magari sarò più libero nelle mie espressioni, nei confronti di ciò che avviene in campo e degli arbitri (ride, ndr).

Moratti, può darci qualche dettaglio economico sulla valutazione dell'Inter?
"Preferisco non aggiungere altro rispetto a quanto è stato già comunicato finora".


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