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Thuram Man of the Year per GQ: "Non ho ancora fatto niente. Lavoro per essere ancora più centravanti"

di Christian Liotta

Il 2024 di Marcus Thuram non è stato straordinario solo in campo, avendo vinto Scudetto e Supercoppa Italiana, oltre a diventare il centravanti titolare della Francia, ma anche fuori: talmente straordinario da meritarsi il titolo di 'Man of the Year' assegnato dall'edizione italiana della rivista GQ. Che spiega come l’attaccante dell’Inter abbia detto parole e fatto cose davvero significative dal punto di vista sociale e politico, così ha confermato di essere un calciatore con una coscienza critica non banale, di possedere grande cultura e una spiccata sensibilità. Insomma, per dirla con una sola frase: Marcus Thuram è entrato in un’altra dimensione, in tutti i modi e in tutti sensi possibili. E ne è pienamente consapevole, come afferma lo stesso giocatore ai microfoni del magazine: "La mia crescita è un mix di tante cose belle che mi sono successe. Credo che il gol contro il Milan nel derby d’andata sia stato l’inizio di tutto: era una partita speciale, era inizio stagione, la gente non mi conosceva ancora bene. Segnare in quel modo è come se mi avesse presentato ai tifosi dell’Inter".

A inizio novembre 2024, lo score di Thuram nella sua seconda stagione all’Inter recita otto reti e cinque assist decisivi in 974 minuti di gioco: detto in soldoni, Marcus segna o propizia un gol ogni 75 minuti che passa in campo. Ma come nasce questo rendimento monstre? "Ormai conosco bene i miei compagni di squadra, ho imparato cosa vuol dire giocare nel campionato italiano, so cosa vuole da me mister Simone Inzaghi. Poi conquistare lo Scudetto mi ha dato e ci ha dato molta forza, abbiamo fatto tanti sacrifici e abbiamo meritato di vincerlo. Ma quella vittoria non è stata la fine di qualcosa, anzi: possiamo fare ancora meglio, abbiamo obiettivi importanti"-

Una parola chiave della crescita di Tikus è consapevolezza, in primis dei propri mezzi: "Mi sento un giocatore forte, tecnico, che sa saltare l’uomo. Ma ciò che mi rende unico è la fisicità. Ci sono giocatori molto veloci ma non molto forti, ce ne altri che sono forti ma non sono così veloci. Io ho entrambe queste due caratteristiche. E so che fanno paura ai difensori. Posso diventare ancora più numero nove, ancora più centravanti. Sto lavorando su questo, sia sul campo che nella testa. Devo imparare a giocare meno per piacermi, voglio essere un vero killer davanti alla porta. Penso che non ho fatto ancora niente. Penso che devo allenarmi tanto, ma non è assolutamente un problema. Perché la verità è che io amo il calcio: sono felice quando mi alzo al mattino per andare ad Appiano Gentile, sono felice quando entro in un grande stadio. Faccio la cosa che amo di più al mondo, questo fa la differenza".

Nella scelta di approdare all'Inter, racconta Thuram, un fattore determinante lo ha giocato il fatto di poter esibirsi a San Siro: "Accettare l’offerta dall’Inter è stata una scelta facile: prima di venire a Milano guardavo i miei futuri compagni in televisione, vedevo che erano una squadra fortissima, sono arrivati a giocare una finale di Champions League. E poi c’è San Siro: avere la possibilità di giocare in uno stadio del genere è davvero fantastico, credo sia una di quelle cose che sognano tutti i bambini che iniziano a giocare a calcio. San Siro mi dà una spinta e un’energia che non ho mai ricevuto in nessun altro stadio, in tutta la mia carriera".

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