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Top-player, mal di pancia, proposte indecenti: l'Inter è fuori dai giochi?

di Alessandro Cavasinni

In un periodo in cui tutti si affannano a reclamizzare presunte mega-trattative di mercato, c'è un club che più di altri sembra alieno alle contaminazioni esterne: l'Inter. I tempi delle spese folli e degli investimenti senza guardare al portafoglio sembrano terminati. Con buona pace di quanti si aspettano ancora un Massimo Moratti vecchio stile.

L'Inter, con gli anni e con i successi, è diventata una società che guarda in maniera oculata al mercato, ed è curioso il fatto che chi prima criticava il club nerazzurro per i presunti sperperi, adesso non lesina punture al veleno per un immaginario immobilismo. L'Inter non è affatto ferma, ha imparato a lavorare sottotraccia quando occorre e, soprattutto, pensa prima a cedere che a comprare. E, se non si vende, si sta con quello che si ha, che è sempre un ottimo avere.

Non dimentichiamo, infatti, che la squadra interista è grossomodo quella che ha vinto tutto ciò che si poteva vincere. Questo non significa, ovviamente, che si ricadrà negli errori della scorsa estate, quando, per molteplici motivi, non si inserì nuova linfa a un gruppo che ne aveva estremo bisogno (e per logorio atletico, e per una rinnovata concorrenza).

E sbaglia chi parla di trattative minori. Marco Branca e Piero Ausilio non si fanno prendere dalla frenesia di comprare subito, come solo i grandi sanno fare. Se il Barcellona compra, il Real Madrid compra, il Manchester City compra, il Chelsea compra, poi è chiaro che ci saranno i 'saldi' di fine mercato. Saldi per modo di dire, perché, ad esempio, è chiaro che con l'arrivo di Neymar qualcuno tra Higuain, Benzema e Adebayor partirà. Chi compra ora, spende di più e poi è costretto a svendere i propri tesserati trovandosi con l'acqua alla gola.

Rodrigo Palacio non sarà un top-player, come si suole chiamare adesso i grandi giocatori, ma è uno che sa il fatto suo e che nel primo anno a Genova ha realizzato parecchi gol. Jonathan non sarà Cafù, come ha detto qualcuno, ma pure Maicon arrivò da semisconosciuto per scarsi 6 milioni. E i mal di pancia dei vari Eto'o, Sneijder, Lucio? Mere invenzioni dei procuratori di turno, che tentano ogni strada per aumentare l'ingaggio del proprio assistito. I nostri big? Sì, potrebbero pure partire, ma finora nessuna proposta indecente è giunta in sede per chicchessia.

L'Inter si conferma solida e coerente, e si tira fuori da questi giochi. Il trucco è vecchio e ormai lo conosciamo tutti.    


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