Tour de force: Strama, poco tempo per scegliere. Con occhio a Milito
Da domenica 16 settembre a domenica 7 ottobre l’Inter sarà chiamata, come tante altre squadre italiane, a un autentico tour de force. Dopo la quiete della pausa, dunque, Stramaccioni sarà chiamato a gestire la sua prima ondata di impegni ad alto livello, con la consapevolezza di dover sbagliare le scelte il meno possibile. Si tratta di una serie di partite tutt’altro che semplici, con il fattore della vicinanza che impedisce di prepararli con la massima attenzione ai particolari, metodo di lavoro prediletto del tecnico romano. Non ci sarà molto tempo per riflettere sull’esito di una sfida, il calendario impone subito di pensare a quella successiva. Fortuna vuole che, strada facendo, la squadra recupererà in questo lasso temporale tutti i giocatori attualmente infortunati, salvo ovviamente Mariga che ne avrà probabilmente fino a novembre.
Nell’ordine, partendo dal Comunale di Torino domenica prossima, i nerazzurri dovranno fronteggiare nell’ordine Rubin (giovedì 20 settembre), Siena (23 settembre), Chievo (a Verona il 26 settembre), Fiorentina (30 settembre), Neftchi (a Baku il 4 ottobre) e Milan (7 ottobre). Il rush finale sarà probabilmente l’apice della difficoltà, perché tre giorni prima del derby l’Inter dovrà giocare in Azerbaijan, trasferta logisticamente stremante (4 ore di volo). Considerata questa carrellata, di certo non inedita per il calendario di Serie A, Stramaccioni dovrà dosare bene le forze sperando che i recuperi gli consentano di avere maggiore disponibilità decisionale. Quella disponibilità che senza dubbio non manca in attacco, dove finora l’allenatore ha dovuto, suo malgrado, lasciare in panchina almeno dal primo minuto molti potenziali titolari.
Ecco, i 7 incontri nel giro di 20 giorni potranno, in un certo senso, chiarire le idee di Strama per quanto concerne il reparto avanzato. Chi collezionerà il maggior numero di gettoni potrebbe considerarsi la prima scelta nel reparto offensivo, dove gli inamovibili saranno Sneijder e Milito. Cassano (che parte in vantaggio), Palacio e Coutinho dovranno alternarsi nel 4-3-2-1 ormai collaudato, con El Trenza che potrebbe godere di qualche chance in più. Il motivo? Diego Milito. L’argentino è l’insostituibile dell’attacco nerazzurro, non foss’altro perché è l’unica prima punta di ruolo. Ma il calendario non giocherà a suo favore, perché 630 minuti più recupero in una ventina di giorni rischiano di essere un peso troppo ingombrante sulle sue spalle, una zavorra sulle sue necessità di rifiatare. Ed ecco che Stramaccioni si vedrà giocoforza costretto a riproporre l’attacco senza punti di riferimento, con Palacio lì davanti e due trequartisti alle spalle.
Un obbligo per preservare la salute del Principe almeno fino a gennaio, quando la società potrebbe tornare sul mercato per tesserare un vice-Milito. Nel frattempo, bisognerà fare di necessità virtù, contando sulla disponibilità di tutti gli attaccanti e sperando che l’infermeria, che si va svuotando, rimanga deserta ancora a lungo.