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Tra Alvarez e De Gregori: il ragazzo della classe '88 e quella promessa...

di Mario Garau

"Prese un pallone che sembrava stregato, accanto al piede rimaneva incollato, entrò nell'area, tirò senza guardare ed il portiere lo fece passare". E' la storia di Nino, il "giovane dalle spalle strette" di Francesco De Gregori nella sua fantastica canzone "La leva calcistica della classe '68". Una storia che per certi versi potrebbe essere la "lieta svolta" di Ricardo Gabriel Alvarez. Classe diversa, è un '88. Da un anno e mezzo a Milano, senza mai aver lasciato il segno. Ma un talento indiscusso. Oggi contro il Cluj, l'ennesima grande chance concessa da Stramaccioni. Torna titolare dopo quasi due mesi, e avrà il compito di inventare pericoli per la difesa romena.

Ricardo - ancora a secco di reti in questa stagione in 12 presenze - paga sicuramente la grande fisicità delle difese italiane. Ieri abbiamo visto soffrire Messi (non è un paragone scomodo), ma descrive esattamente le difficoltà che può incontrare un giocatore abituato ad agire contro difese statiche, come quelle spagnole o sudamericane. Un leone ad Appiano Gentile che diventa agnellino davanti al grande pubblico: chi segue da vicino ogni giorno Alvarez ne parla come di un giocatore che dà spettacolo in allenamento, quello che in partitella "meglio averlo con che contro". Ma un giocatore che si scioglie quando ha davanti la grande occasione. Ha le spalle strette, appunto, Ricky.

E' arrivato con grandi credenziali a Pinzolo nell'estate del 2011. Un investimento deciso della società nerazzurra: 5.5 milioni più 4 di bonus. Difficoltà iniziali, poi l'esplosione con Ranieri in quel filotto di sette vittorie consecutive. E poi ancora, i problemi fisici e il crollo. Un calciatore ad intermittenza, penalizzato anche da un'integrità muscolare non eccellente. Non ha un gran feeling con San Siro, che rumoreggia quando tiene palla per più di due secondi. Stramaccioni, invece, ha grande stima di lui ma è conscio delle difficoltà che incontra. "L'infortunio di Milito lo responsabilizzerà ulteriormente. E' il momento che Ricky dimostri il proprio valore", ha detto il tecnico. Alvarez infatti, dopo la partenza di Sneijder e Coutinho, è l'unico giocatore di fantasia - oltre a Cassano - in grado di dare estro al "corto" attacco nerazzurro.

A gennaio probabilmente se fosse arrivata un'offerta valida, la società lo avrebbe lasciato partire. Sono arrivate invece soltanto richieste di prestito, richieste spedite prontamente al mittente (Alvarez inoltre non voleva tornare nel suo Paese con la fama di chi aveva fallito in Europa). Al ragazzo, dopo essere stato tenuto fuori nella prima fase di stagione dalla Lista Uefa quando si è parlato di addio, era stata promessa la convocazione per la fase finale della competizione. Promessa puntualmente rispettata da Stramaccioni e dalla società nerazzurra: lui e non il neo arrivato Schelotto, una prova di fiducia importante. Fiducia che adesso va ricambiata: non c'è più tempo per le "prove generali", il momento è difficile e c'è un'emergenza importante con cui convivere. "Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia", chissà che allora questo non possa essere il giorno della consacrazione per chi ha "Una leva calcistica della classe '88" ma non l'ha ancora tirata fuori...


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Domenica 15 dicembre