Tra limiti e mancanze: basterà a questa Inter il ritorno di Diego Milito?
Spuntata. Questa la parola che più è stata associata alla prestazione dell'Inter ieri a Bergamo. Fa strano, però, vista la quantità di gol segnati dai nerazzurri, a oggi il miglior attacco dell'intero campionato. Eppure, la sensazione è proprio quella: Inter spuntata, sia in campo che nell'atteggiamento.
L'assenza di Milito (o di 'un' Milito) pesa eccome. Si fa sentire parecchio. Palacio fa gol, assist e movimenti, ma per stare lassù, forse, non basta solo lui. Non tanto in senso stretto, quanto in considerazione della rosa a disposizione di Mazzarri. Detto che Belfodil resta più una seconda punta e che Icardi non è nemmeno al 50%, Alvarez non può sdoppiarsi e allora ecco che il tecnico toscano sta tentando di adattare Kovacic in un ruolo ancora non suo. Al giovane croato, per giocare da assaltatore, manca la malizia negli ultimi metri. Manca, insomma, uno alla Hamsik, in grado di buttarsi negli spazi e colmare le lacune lasciate dall'assenza di una vera prima punta. Spesso, anche ieri, la grande mole di possesso palla veniva vanificata da un attacco dell'area avversaria con pochi uomini. Certo, si concede poco: il solito discorso della coperta corta. Ma se poi quel poco che si concede si tramuta anche in gol subiti, allora il risultato è che la classifica non mente.
Ma è un'Inter spuntata anche nell'atteggiamento, come si diceva. Quasi conscia dei propri limiti, dopo il vantaggio tende a rannicchiarsi invece di dominare la scena come sarebbe consono a una big. Evidentemente – e Mazzarri lo sa bene – questa squadra non è ancora pronta per strapazzare gli avversari: gli esempi di Bergamo, Trieste, Torino e, in parte, anche Hellas Verona, lo dimostrano.
Il processo di crescita, comunque, prosegue e i lati positivi non mancano. Il lavoro fin qui svolto resta con il segno positivo e solo una Roma pazzesca non rende merito a un cammino regolare e con solamente una sconfitta. Per una squadra che rinasce dalle ceneri dello scorso anno, è già parecchio. L'identità di gioco c'è ed è forte, il rendimento dei singoli resta alto: c'è tutto per fare meglio. L'obiettivo sensibile rimane il terzo posto: basterà un Milito in più?