Tre possibili chiavi di lettura della conferma di Amantino Mancini
Sembrava ormai tutto fatto: l'accordo tra Genoa e Inter era stato trovato, e il giocatore aveva dato il proprio assenso al trasferimento. L'ultimo passo avrebbe dovuto essere la firma del contratto e il relativo deposito in Lega Calcio, quando all'improvviso arriva il monito: fermate tutto, questo trasferimento non s'ha da fare. L'ordine arriva dal tecnico José Mourinho in persona: è stato infatti lui a bloccare in extremis il trasferimento di Amantino Mancini al Genoa di Gasperini, chiedendo che il brasiliano rimanesse in rosa in quanto ritenuto utile per il suo progetto di squadra. Una motivazione, che, francamente, almeno stando ai dati non sembra reggere: dopo una stagione assai deludente, con 20 presenze in campionato, molte delle quali mai dall'inizio alla fine, e un solo gol all'attivo, Mancini dopo le apparizioni nelle amichevoli di preparazione di quest'estate è finito completamente nel dimenticatoio, "vittima sacrificale" di quel 4-3-1-2 sul quale Mou sta improntando la sua creatura. Due partite, zero minuti.
E allora, perché impedire al brasiliano di lasciare Milano, visto e considerato che Amantino non è tipo da essere esattamente a suo agio con lo schema a due punte, trovando la sua migliore espressione come attaccante esterno? Sembra effettivamente un "giallo", questa repentina scelta del portoghese, alla quale però si può provare a dare qualche possibile chiave per la soluzione:
- La prima idea potrebbe essere quella di un eventuale ripensamento della sua posizione in campo. Nella prima amichevole estiva Mancini venne schierato come terzino destro in luogo di Maicon, giusto per dare un esempio. Mourinho potrebbe perciò provare a "riciclare" il giocatore offrendogli una nuova chance o come terzino appunto, o magari come punta, visto che alla Roma ha dimostrato spesso e volentieri di saperci fare sotto porta, una dote che non può aver smarrito improvvisamente.
- Un'altra soluzione plausibile: Mourinho non pensa di accantonare definitivamente il suo primo amore, vale a dire il 4-3-3, che però all'Inter non ha mai portato i frutti sperati. E magari nelle situazioni di emergenza, quando, si sa, lo "Special One" parte all'attacco lancia in resta, il contributo del brasiliano, così come quello di Quaresma, potrebbe ancora essere determinante.
- Ultima opzione: motivo di orgoglio? Difficile da credersi, ma con Mourinho nulla può essere dato per scontato. Così come non è del tutto fumo pensare che il mister non abbia lasciato partire Mancini evitando di "smentire" quello che fu il mercato della scorsa estate e di conseguenza di incappare in nuove polemiche legate al passato. Una cosa che questa nuova Inter proiettata verso il futuro non può proprio permettersi.