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Tutti i perché del mistero Santon: che succede all'enfant prodige?

di Christian Liotta

L’ultima esclusione nella partita di domenica scorsa col Chievo, a vantaggio di Maxwell che però non ha ripagato a dovere la fiducia datagli da Mourinho, ha ulteriormente alimentato un dubbio nelle menti di tifosi e addetti ai lavori: dov’è finito Davide Santon? Come mai il giocatore tanto lodato da tutti, José Mourinho in testa, fin dal momento del suo debutto in quella sera di Coppa Italia contro la Roma, è adesso ai margini della rosa nerazzurra? Domande che sorgono spontanee, perché, effettivamente, questo è accaduto: dopo aver disputato una lunga serie di partite da titolare, facendosi notare per qualità e personalità in campionato così come negli ottavi di Champions, andando ad affrontare senza timori reverenziali un signore di nome Cristiano Ronaldo, nelle ultime partite è stato utilizzato col contagocce dal tecnico portoghese. Proviamo qui a dare una spiegazione agli eventi che hanno caratterizzato ultime settimane del talento di Portomaggiore; partendo però da una premessa importante: è vietato farsi prendere dal panico. Ecco perché.

Almeno stando alle parole di Mourinho, che così ha giustificato in più di una circostanza le assenze del “bambino”, la principale motivazione delle assenze di Santon è legata indissolubilmente alla sua “resa” in allenamento negli ultimi giorni, a detta di Mou insoddisfacente. Su questo punto occorre aprire un inciso, che possa suonare anche come monito verso il ragazzo: Mourinho, infatti, non dimentica che Santon è un ragazzo di appena 18 anni, che sicuramente ha davanti a sé una lunga e luminosa carriera, ma che deve altresì ricordare che il suo cammino è soltanto agli inizi. E nonostante più volte lo Special One abbia avuto grandi parole di elogio verso Davide, ciò non deve assolutamente significare che il giocatore si senta già arrivato, oppure un titolare inamovibile.
Trattasi, insomma, della proverbiale “legge del bastone e della carota”, sotto la quale è andato in un passato recente anche Mario Balotelli, che adesso è uno dei pilastri su cui l’Inter sta costruendo il suo cammino verso lo scudetto. Mourinho vuole bene al “bambino”, è un suo pupillo, ma a microfoni spenti è un giocatore come gli altri, che ha ancora tanto da imparare, e quindi è maggiormente tenuto sotto controllo.

Il secondo punto è invece squisitamente tecnico: il calo di Davide Santon è coinciso infatti con il ritorno sulla fascia destra, opzione adottata dopo l’infortunio che ha messo fuori gioco Maicon. Si pensava che rientrare nel suo ruolo naturale avrebbe ulteriormente stimolato il ragazzo, ma così non è stato, anzi, dopo tante partite giocate sul binario di sinistra, Santon da terzino destro non ha mai reso secondo le aspettative, già a partire dalla gara di Udine, dove ha sofferto tantissimo le incursioni di Floro Flores, fino all’ultimo incontro giocato, contro la Lazio, dove ha avuto il suo bel da fare a controllare Del Nero. Un’involuzione inaspettata, probabilmente dovuta anche alla fatica accumulata dopo una lunga serie di incontri ravvicinati disputati: acido lattico insomma non smaltito a dovere, considerata anche la poca abitudine a giocare tante volte in così breve tempo. Un calo tecnico e fisico, quindi, assolutamente fisiologico.

Ci potrebbe essere poi un’ulteriore spiegazione: siamo nelle battute finali del campionato, con l’Inter che ormai è arrivata veramente a un palmo dal traguardo del 17esimo scudetto, anche nonostante le difficoltà incontrate nelle ultime partite. Un momento quindi topico della stagione, per il quale occorre senz’altro, oltre alla tenuta fisica, anche la massima concentrazione mentale, al fine di evitare scossoni sul piano psicologico che possano fare sentire i propri effetti anche in campo. Per cui, José Mourinho in questo momento preferisce usare gli elementi più esperti, che sanno come gestire questo genere di situazioni: va letto in questa ottica, giusto per fare un esempio, il rilancio di Luis Figo, diventato inamovibile negli schemi di Mou. Ok, in questo momento come detto c’è anche Balotelli, che, si può giustamente obiettare, è giovane come Santon e soprattutto ha dimostrato di non avere sempre la giusta dose di sangue freddo. Ma non dimentichiamo che Balotelli è uno di quelli che in questi momenti sa come si fa, e lo ha ampiamente dimostrato la scorsa stagione quando a suon di gol ha tenuto su l’Inter fino alla partita di Parma e al rientro decisivo di Ibrahimovic. Probabilmente Mou in questo momento non vuole azzardare come fece Mancini, considerando anche che le scelte in difesa non gli mancano, e probabilmente pensa di riproporre Santon solo a tricolore acquisito. Scelta comprensibile, anche se è impossibile al momento escludere un ritorno del “bambino” in campo già domenica col Siena, in barba anche a questa tesi (specie se il Milan andrà ad espugnare Udine).

Argomentata questa tesi, il giudizio finale è il seguente: inutile creare allarmismi o polemiche sul caso Santon. Perché Mourinho sa il fatto suo, e soprattutto Santon non corre il rischio di essere bruciato, anzi. La strada che dovrà percorrere è lunga e, speriamo per lui, gloriosa, e di Cristiano Ronaldo ne dovrà affrontare e contrastare ancora a palate. L’importante, adesso, è che cresca a dovere. Cominciando a cogliere il senso “pedagogico” di queste esclusioni…
 


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