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Tutti in campo, ma non Montoya. Avrà la chance? Analisi dell'inizio all'Inter

di Marco Lo Prato

Non appena sbarcato a Milano, Martin Montoya è stato subito designato dagli addetti ai lavori come titolare della fascia destra nell’undici che Roberto Mancini aveva in mente. Il giocatore spagnolo del resto viene dalla scuola del Barcellona, che è sinonimo di garanzia e mentalità vincente. Eppure, man mano che la prima partita ufficiale si avvicinava, le quotazioni di Montoya come titolare scemavano fino a rendersi nulle, con la conseguente promozione di Davide Santon, per tutta l’estate in procinto di partire. Ad oggi, che le partite giocate sono dodici, di Montoya non c’è traccia. Tutti i giocatori della rosa nerazzurra hanno giocato almeno un tempo, tranne lui. Che non è mai nemmeno subentrato a partita in corso, in gare ufficiali. A cosa è dovuta questa situazione? 

AMBIENTAMENTO DIFFICILE - Lo si è visto fin dai primi tempi, in quel di Brunico. Montoya ha sofferto i carichi di lavoro del Mancio e - dalle prime amichevoli - ha evidenziato alcune carenze difensive di una certa rilevanza, soprattutto per lo stile di gioco che ora come ora l’Inter è costretta ad adottare, fatto di pragmatismo e ripartenze fulminanti. Non il massimo per uno il cui gioco era abituato ad arrembare l’avversario, giocando palla a terra invece che crossare. Ecco quindi che l’apprendistato di Montoya è durato più del previsto, ma la necessità di averlo pronto non si è mai palesata: il ruolo di terzino è quello dove l’Inter ha maggiore abbondanza e Santon ha sempre dato risposte ottime, indi per cui l’ex Barcellona si è accomodato in panchina dalla gara con l’Atalanta fino a domenica sera, contro la Roma. 

TENTENNAMENTI - E dire che Montoya ha avuto l’occasione di mostrare a Mancini il proprio valore. Ma nell’amichevole contro il Lecco, giocata a Settembre, la prestazione del numero 12 nerazzurro è stata a dir poco infelice: schierato esterno destro nel 3-5-2, ha causato con un retropassaggio il primo gol avversario e si è addormentato in occasione del raddoppio della squadra del presidente Beccalossi. Ma soprattutto è stato pressoché nullo in fase offensiva, quella che dovrebbe essere il suo punto di forte. Montoya ha poi saltato per influenza il test contro il Chiasso, mentre al Berlusconi ha mostrato i primi segnali incoraggianti, mettendoci grinta e un po’ di verve sulla fascia, dimostrando di meritarsi almeno una chance da titolare da qui a gennaio. 

LE SCELTE - Certo è che le decisioni di Roberto Mancini contro la Roma hanno lasciato piacevolmente straniti gli addetti ai lavori e i giocatori. Puntare su D’Ambrosio e Nagatomo poteva essere controproducente, ma si è rivelata la mossa giusta e Mancio - come si confà alla giostra del calcio - si sta prendendo gli applausi per aver azzeccato la strategia contro i giallorossi. Ora tocca quindi solo a Montoya dimostrare il suo valore: arriverà un’occasione per il laterale spagnolo, oppure le voci che lo vorrebbero già verso il ritorno in Spagna sono fondate? Il suo agente giura che l'assistito rimarrà a Milano almeno fino a giugno, ma quel che sembra scontato, ora come ora, è che l’Inter non sembra intenzionata a pagare il riscatto di sei milioni di euro da versare al Barcellona nel caso in cui il giocatore effettui almeno il 33% delle partite ufficiali con almeno 30 minuti disputati. 


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