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Tutto Ranocchia: da Bastia Umbra all'Inter, fino ai... supermercati!

di Christian Liotta
Fonte: Premium Calcio

Bastia Umbra, a pochi passi da Assisi. E' lì che è iniziato tutto; è in questo paesino dell'Umbria, infatti, che Andrea Ranocchia ha cominciato a dare i primi calci ad un pallone, insieme agli amici, "in un campo tra due palazzi. Ho rotto anche diversi vetri", racconta ad Antonio Bartolomucci per il programma La Tribù del Calcio di Premium Calcio. Aggiungendo che all'inizio occupava ben altro ruolo: "Sì, ero attaccante; ero già più alto di tutti, facevo tanti gol e sembrava corressi più veloce". Inizi nell'Umbria, "terra di gente semplice, lavoratrice, di compagnia, che non ama la bella vita", e primi assaggi in Serie A come raccattapalle per il Perugia di Cosmi: "Quanto si arrabbiava se davamo via la palla troppo velocemente".

Dopo il crac di Gaucci, ecco la parentesi all'Arezzo sotto la guida di Antonio Conte, "uno che pretende sempre il meglio, soprattutto dai giovani. Ma che a me teneva particolarmente, al punto da volermi a Bari". Primo grande approdo, ma soprattutto un altro mondo per un ragazzo cresciuto in un paesino del Centro Italia, a partire dall'idioma locale: "Sì, all'inizio era difficile, ma poi ci ho fatto l'abitudine. In gruppo, all'inizio ricevevo tante strigliate dai più grandi, soprattutto Carrozzieri e Mirko Conte. Che però sono stati utilissimi nella mia crescita". Bari trampolino di lancio anche in A, fino al momento del crac al ginocchio: "Un calvario, se ci ripenso tornano i brividi. Ma poi, son successe cose incredibili: prima l'Inter, poi la Nazionale".

E infatti, dopo i sei mesi al Genoa, ecco che Andrea corona il sogno chiamato Inter: "Un'emozione indescrivibile", non esita a dire. Ma l'Inter lo ha sorpreso positivamente anche per un altro motivo: "Ho visto in questo gruppo una grande umiltà; questi ragazzi hanno vinto tutto, avrebbero tutte le ragioni per darsi arie, e invece è l'esatto opposto". Una battuta su Moratti: "E' un presidente sempre presente, che segue molto la squadra. A me personalmente ha detto di stare sempre tranquillo", e su capitan Zanetti: "Da fuori sembra una statua, vederlo da vicino dà tutto un altro impatto. E quando dopo i gol si avvicina alla panchina, vuole dare un segnale forte al gruppo, come a dire che tutti siamo parte del gol".

Ecco infine il Ranocchia privato, ma privato davvero: poco gossip, una ragazza, Giulia, che lo definisce "un uomo speciale, difficile da trovare", e poi quella passione particolare: "Sì, adoro andare al supermercato. Mi piace tanto cucinare, infatti dopo l'intervista vado a comprare il pesce. Se mi riconoscono? Non tantissimo, perché lì vanno più le mamme che non se ne intendono". Ranocchia punta a grandi traguardi in nerazzurro: "Possiamo farcela, abbiamo sempre dato risposta nei momenti che contavano; il Milan è forte, ma noi siamo lì". Ma c'è qualcosa a cui Ranocchia non rinuncerebbe mai? "Sì, a mangiare del buon pesce", chiude col sorriso il nuovo pilastro della difesa nerazzurra e azzurra.


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