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UFFICIALE - Messi resta al Barça: "Volevo andare da tempo, ma Bartomeu non ha mantenuto la parola. Mai in tribunale"

di Alessandro Cavasinni
Fonte: Goal

Lionel Messi resta al Barcellona. Per ora. Nella lunghissima intervista concessa a Goal, l'argentino ha spiegato i motivi che lo hanno indotto a non andare via dalla Catalogna, nonostante una insofferenza resa palese anche dal diretto interessato. "Continuerò a giocare nel Barça e il mio atteggiamento non cambierà, non importa quanto abbia voluto andarmene", ha detto.

Perché ti ci è voluto del tempo per rompere il silenzio e dire la tua?
"Primo perché dopo la sconfitta di Lisbona è stata molto dura. Sapevamo che il Bayern era un avversario molto difficile, ma non sapevamo che saremmo stati eliminati in quel modo, dando un'immagine così tanto scarsa al club. Volevo aspttare un po' prima di uscire allo scoperto".

Perché hai detto al Barça che volevi andare via?
"Ho detto al club, specialmente al presidente, che volevo andarmene. Ma gliel'ho detto nel corso di tutto l'anno. Credeva che fosse ora di farsi da parte. Credevo che il club avesse bisogno di gente più giovane, di nuove persone e pensavo che il mio tempo a Barcellona fosse finito. È stato un anno molto difficile, ho sofferto molto in allenamento, nelle partite e nello spogliatoio. Tutto è diventato molto difficile per me ed è venuto il momento in cui ho pensato di cercare nuovi traguardi, nuovi ambienti. Il ko col Bayern non c'entra, la decisione era stata presa da tempo. Il presidente ne era al corrente da tempo e mi ha sempre detto che a fine stagione avrei potuto decidere se avessi voluto andare o se avessi voluto restare. Ma alla fine lui non ha mantenuto la parola data".

Dura per te rinunciare a 20 anni di carriera. Una vita...
"Ovviamente ho avuto difficoltà nel decidere. Volevo un progetto vincente e continuare a espandere la leggenda del club, ma la verità è che da tempo qui non c'è nessun progetto. Si pensa solo a coprire buchi".

Come ha reagito tua famiglia quando le hai comunicato di voler lasciare Barcellona?
"Un dramma. Tutti piangevano perché nella mia famiglia siamo molto legati al club e alla città. Il presidente mi aveva sempre detto che avrei potuto decidere liberamente cosa fare, senza badare al contratto o alla clausola. E invece adesso si aggrappa al fatto che io non abbia comunicato nulla prima del 10 giugno: eravamo nel bel mezzo della stagione e di una pandemia, non ho ritenuto corretto parlare di addio con una Champions e una Liga da giocare. Adesso che mi è stato risposto che l'unico modo per andare via è quello di pagare la clausola da 700 milioni, una cosa impossibile, ovviamente resterò qui. L'altro modo di lasciare il Barcellona era quello di andare per vie legali, ma questo è il club che amo e mai nella vita finirò in tribunale contro di esso".

È questo che ti ha ferito di più, ossia che c'è chi pensa che avresti potuto fare del male al Barça?
"Mi ha fatto molto male, certamente. Non farei mai una cosa del genere. Ripeto: sarei voluto andare via ed era mio diritto secondo quanto stabilito dal contratto. Me ne sarei andato e mi sarebbe costato molto, ma avrei voluto vivere felicemente i miei ultimi anni di calcio".

Adesso come puoi proseguire la tua carriera in blaugrana per almeno un altro anno?
"Continuerò a giocare nel Barça e il mio atteggiamento non cambierà, non importa quanto abbia voluto andare via. Farò del mio meglio come sempre, perché sono uno a cui non piace per nulla perdere. Ora non so cosa accadrà: c'è un nuovo allenatore e una nuova idea. Vedremo...". 

Si è parlato molto del fatto che Messi sia stato mal consigliato sulla decisione di comunicare tramite burofax la volontà di andare via.
"Il burofax è stato necessario perché in qualche modo dovevo rendere pubblica la mia scelta di lasciare il club. Bartomeu per un anno intero mi aveva rassicurato, sapeva della mia decisione. Ripeto: Mi avevano assicurato che avrei potuto decidere in autonomia il mio futuro, ma così non è stato". 

Se non avessi mandato il burofax, forse nessuno avrebbe mai saputo tutta la storia.
"Esattamente. Sarebbe stato come non fosse mai successo nulla. "Quando la stagione è finita, decidi tu cosa fare", mi ripeteva il presidente. Senza fissare date. Adesso tutti sanno che il cllub non ha rispettato la parola".


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