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Un'Inter da trincea infila la quinta. Sensi la scintilla, Conte sceglie la ripartenza. Il vero eroe è Handa

di Marco Lo Prato

Una partita bloccata, decisa da un lampo. Il leit-motiv degli ultimi anni di tanti Inter-Napoli si è ripetuto ancora una volta, quando a decidere la gara di trincea di mercoledì sera ci ha pensato una giocata di Stefano Sensi: entrato da pochi minuti ha avuto il merito di pescare con i tempi giusti Darmian, per il rigore trasformato da Lukaku. Fino a quel momento, Inter e Napoli si erano divise i momenti della partita, provando a segnare ma con l’accortezza prima di tutto di non prenderlo, il gol.

Ai punti l’Inter ci era andata più vicina e il Napoli avrà di che rammaricarsi: dopo il gol subito e l’espulsione di Insigne, i ragazzi di Gattuso giocano il miglior calcio dell’intera gara, anche a causa di un’Inter che si barrica con un militare 5-4-1. Ma, in questo caso, ci pensa Samir Handanovic: il portiere dell’Inter riscatta alcune partite di difficoltà con due parate mostruose, a salvare il risultato e a issare la squadra un po’ più su, a -1 da un Milan che ha perso altri due punti e che domenica giocherà contro la Juventus.

BLOCCATI – Quest’anno i big match conteranno più del solito, perché nessuna squadra sembra aver la gamba per staccare più degli altri. Gli equilibri si stanno ancora definendo, come dimostra il pari tra Atalanta e Juventus delle 18.30. Quindi, c’è bisogno di vincere e la formula di Conte è chiara.

Se non riesco a segnare subito, prima di tutto penso a non prenderlo: la partita di scacchi, di marcature individuali e di coperture preventive è forsennata e se Conte suona lo stesso spartito, Gattuso prova a giocare con la posizione di Insigne (abbassato sulla fascia fin quasi a centrocampo) e Zielinski (alzato a seconda punta) per smuovere gli equilibri tattici. Più di tutto, Gattuso chiude ogni tipo di rifornimento per Lautaro e Lukaku: quest’ultimo ha anche la scomodissima presenza di Koulibaly a oscurargli il gioco.

L’Inter è conscia di essere vicina alla riserva, quindi dosa i momenti della partita: alza il pressing a folate, mentre non si concede mai troppo nel possesso palla. E’ in attesa di un’occasione, anche se sull’errore in uscita del Napoli Lautaro non riesce a finalizzare la girata di sinistro: sarebbe stata una giocata da campione, si tramuta in un altro errore sottoporta per il Toro, che continua a litigare con le percentuali di realizzazione.

LA SVOLTA – Conte trova l’asso nella manica da un imprevisto: il forfait di Brozovic, costringe il tecnico interista a varare la formula di centrocampo vista a Reggio Emilia, contro il Sassuolo. Un eterno Barella viene spostato centrale, mentre Sensi si muove sulla sinistra: a livello offensivo, i meccanismi che avevano lanciato l’Inter nel panorama europeo l’anno scorso prendono vita. E’ proprio una giocata del numero 12 ad accendere la miccia di Conte: superiorità numerica in fase di possesso, giocata di Sensi e poi cross per il taglio di Darmian, effettuato con il tempismo perfetto. Il parapiglia successivo indirizza definitivamente la partita: Insigne dice (o non dice?) qualcosa ad un arbitro che si è dimostrato intransigente tanto nel non fischiare contatti dubbi quanto è stato convinto nell’assegnare quel calcio di rigore.

Nel momento migliore, il Napoli si ritrova sotto di un uomo e di un gol, grazie al decimo sigillo personale di Romelu Lukaku che innalza la sua partita con una rete pesantissima.

BARRICATE – Quel che succede dopo il gol dell’Inter è qualcosa di strano. Conte decide di togliere una punta per inserire Hakimi e schierarsi con un 5-4-1 che sa di “compattati e riparti”, con la speranza di sfruttare le leve dell’ex Dortmund per infilare il secondo, negli spazi che inevitabilmente il Napoli concederà.

Il risultato finale è che l’Inter si sfalda e perde ogni tipo di riferimento, con il solo Lukaku a gestire i pochi palloni vaganti che arrivano lì davanti. Per il resto, è una battaglia in cui i giocatori nerazzurri arrivano sempre secondi: Politano sembra indiavolato, Gattuso mette mano a tutta la panchina e Petagna colpisce un palo.  

Il vero eroe di serata è Handanovic: lo sloveno, dopo diverse partite in cui aveva commesso degli errori concettuali, compie due autentici miracoli sulle conclusioni ravvicinate del Napoli, parando gli assalti finali di una squadra mai doma.

Vincere aiuta a vincere, anche soffrendo: l’Inter probabilmente non meritava di portare a casa il bottino pieno, ma gli Scudetti si vincono anche così. E poi, se c’è una squadra che ha da recriminare per essere rimasta spesso con il cerino più corto nonostante un’ottima prestazione… è proprio l’Inter di Conte.

La strada è tracciata, ora bisogna crescere di consapevolezza ed evitare altri patemi come quello cui si è assistito ieri sera. L’Inter ha la forza per schiacciare il campionato, partita dopo partita. E la vittoria contro il Napoli potrebbe aver dato una scossa generale che va al di là dei tre punti. C’è da rimanere connessi per scoprire il prossimo capitolo.


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